verso2
vèrso2 (tronc. poet. vèr o vèr’) prep. [lat. vĕrsus o vĕrsum]. – Si unisce direttamente al sostantivo o pronome (v. il monte, v. tutti), ma ha per lo più dopo di sé la prep. di davanti a pronome [...] v. la fine della settimana, ecc. 2. fig. a. Il termine al quale è rivolto un sentimento, un comportamento: amore, rispetto, devozione v. i genitori; l’ha fatto per gratitudine v. di noi; bisogna essere indulgenti v. i giovani; non sente pietà v. chi ...
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tau
tàu (ant. taù) s. m. o f. [dal gr. ταῦ, di origine semitica (lat. tau)]. – 1. Nome della 19a lettera dell’alfabeto greco, e del segno che la rappresenta (minuscolo τ, maiuscolo Τ), corrispondente [...] vesti, Alterar si sentì la fantasia (Giusti). c. T. francescano, simbolo scelto da s. Francesco di Assisi e adottato dai suoi seguaci come segno di devozione cristiana, in quanto ultima lettera dell’alfabeto ebraico e rappresentazione della croce. ...
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baciapile
s. m. e f. [comp. di baciare1 e del pl. di pila (dell’acqua santa)], invar. – Chi esageratamente, e spesso ipocritamente, ostenta devozione religiosa; bacchettone, persona bigotta. ...
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bacio
bàcio s. m. [lat. basium]. – 1. Atto compiuto applicando le labbra e premendole, per un tempo più o meno lungo, su persona o cosa in segno di amore, venerazione, affetto, devozione: dare un b., [...] imprimere un b.; un b. affettuoso, fraterno, tenero, appassionato, ardente; dare un b. sulla fronte, sulla bocca; darsi, scambiarsi un b., un lungo b.; gli stampò un bel b. sulla guancia; dare, scambiarsi ...
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visita
vìṡita s. f. [der. di visitare]. – 1. a. Il fatto di recarsi a casa di una persona o di una famiglia, per il piacere di rivedersi e di conversare insieme o per motivi particolari, o di andare [...] 3. a. Il fatto di recarsi in un luogo o in una località, in una città o in un edificio, sia come atto di culto o di devozione: la v. del Santo Sepolcro; la v. delle sette chiese, pratica di pietà introdotta da s. Filippo Neri (v. chiesa); sia a scopo ...
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visitare
viṡitare v. tr. [dal lat. visitare, frequent. di visĕre «visitare, andare a vedere», che è der. di videre «vedere», part. pass. visus] (io vìṡito, ecc.). – 1. a. Andare a trovare a casa, o in [...] o in un ambiente, a scopo culturale o di studio, per turismo, per controllare e ispezionare, o come pratica di culto e di devozione: v. un paese straniero, una zona, una città; v. un museo, una galleria d’arte; v. la fiera di Milano; il presidente ...
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visnuismo
visnüismo (o vishnüismo) s. m. [dal nome di Visnù (sanscr. e pers. Viṣṇu), divinità indiana dell’antica religione vedica]. – Una delle sètte fondamentali dell’induismo, la quale venera in Visnù [...] il dio supremo, benevolo e misericordioso, cui il fedele deve rivolgersi con amorosa devozione, e al quale si collega tutto un complesso di figure divine concepite quali suoi avatar o «incarnazioni»; tra i varî modi di intendere le successioni di ...
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rosario
roṡàrio s. m. [dal lat. rosarium «rosaio», parola a cui si diede sign. mistico nel sec. 13° (perché le preghiere del rosario formano come una corona di rose alla Madonna)]. – 1. a. Preghiera [...] o della Madonna: dire, recitare il r.; recarsi in chiesa per il r., andare alla funzione del rosario. Della devozione del rosario, largamente diffusa dalle Confraternite del Santo R. che si moltiplicarono sotto l’assistenza dei domenicani, è ...
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inalterabile
inalteràbile agg. [comp. di in-2 e alterabile]. – 1. Che non è soggetto ad alterazione: metallo i.; stoffe dai colori inalterabili. 2. In senso fig., immutabile, duraturo, detto di sentimenti: [...] fede, fedeltà, fiducia i.; con i. affetto, devozione; di persona, o di carattere, che non si turba, che conserva in ogni caso la propria quiete e serenità. ◆ Avv. inalterabilménte, in modo inalterabile, immutabile. ...
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fervorino
s. m. [der. di fervore]. – Breve ma fervido discorso per incitamento a far bene; più propr., breve discorso religioso in occasione di prime comunioni, di emissioni di voti e simili circostanze, [...] diretto a eccitare sentimenti di devozione e di zelo, a muovere gli affetti del cuore più che l’intelletto. Spesso estens., scherz.: un f. del preside agli scolari meno diligenti. Nel linguaggio del teatro, parole che un tempo erano rivolte dalla ...
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Presso i Romani si diceva d. (devotio) l’offerta agli dei di persone o cose determinate, come vittime, per stornare un pericolo dalla comunità. Tipica è la devotio di Publio Decio Mure. Nell’età imperiale fu frequente la devotio pro salute principis,...
devozionismo
s. m. Ostentazione di devozione religiosa.
• Al termine della funzione, Franco Pizzolato, ha letto, a nome della comunità parrocchiale, una lettera intensa e vibrante [...] Poi, con pudore e tenendola ben alla larga dal «devozionismo»,...