rumore
rumóre (ant. o letter. romóre) s. m. [lat. rumor -ōris]. – 1. a. Qualsiasi perturbazione sonora che, emergendo dal silenzio (o anche da altri suoni), dia luogo a una sensazione acustica: il mondo [...] protesta, d’ira: Vidi Aci e Galatea, che ’n grembo gli era, E Polifemo farne gran romori (Petrarca); tumulto, rivolta, dimostrazione sediziosa: quando il romore contro al re si levò nella terra (Boccaccio); mettere a r. un luogo, sollevarlo a tumulto ...
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valevole
valévole agg. [der. di valere]. – Che vale o può valere per uno scopo determinato, che serve, che ha efficacia per qualche cosa: il biglietto è v. soltanto per il giorno in cui è stato emesso; [...] la tessera è scaduta ma è ancora v. fino al 30 di questo mese; sono argomenti v. per la dimostrazione della mia tesi; nel linguaggio sport.: partita amichevole, non v. per il campionato; incontro di pugilato v. per il titolo di campione d’Italia. ...
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ragionato1
ragionato1 s. m. [der. di ragione], ant. – Breve dimostrazione dell’attivo e del passivo di un’azienda o di un’amministrazione. ...
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ragione
ragióne s. f. [lat. ratio -onis (der. di ratus, part. pass. di reri «fissare, stabilire»), col sign. originario di «conto, conteggio»]. – 1. a. La facoltà di pensare, mettendo in rapporto i concetti [...] l’uso della r., o, semplicem., la r.; essere nell’età della r., avere superato l’infanzia (anche ironicam., a chi dimostra di farne poco uso). In contrapposizioni: la fede arriva dove non può arrivare la r.; làsciati guidare dalla r. e non dall ...
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assurdo
agg. e s. m. [dal lat. absurdus, propr. «stonato», der. di surdus «sordo»]. – 1. agg. Che è contrario alla ragione, all’evidenza, al buon senso; che è in sé stesso una contraddizione: un’affermazione, [...] norma. 2. s. m. Ciò che non può essere pensato perché privo di ogni fondamento nella ragione, e quindi intrinsecamente contraddittorio: dimostrare l’a. di una tesi; è un a. ciò che tu sostieni (in questi esempî, è più com. assurdità). In matematica ...
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seguire
v. tr. e intr. [lat. sĕqui] (io séguo, ecc. [ant. seguisco, seguisci, ecc.]; pass. rem. seguìi [ant. seguètti], seguisti, ecc.). – 1. Con uso trans. (che si estende anche ai numeri 2 e 3, e solo [...] , se nessuno mi segue, se nessuno mi presta attenzione; è un allievo che segue, che sta attento in classe, che dimostra interesse. Con diverso sign., assistere e curare con interesse, con assiduità: un docente che segue i suoi allievi, un medico ...
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ridurre
(ant. redurre, ridùcere, redùcere) v. tr. [lat. redūcĕre «ricondurre», comp. di re- e ducĕre «condurre»] (coniug. come addurre). – 1. Ricondurre, far tornare al luogo di partenza, oppure al luogo [...] , perché acquistino più sapore e consistenza; per estens., restringere, limitare, anche in senso fig.: il professore ridusse la dimostrazione a pochi punti essenziali; non si deve r. l’impegno per lo studio a una saltuaria applicazione; più spesso ...
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riduzione
riduzióne (ant. reduzióne) s. f. [dal lat. reductio -onis «il ricondurre», der. di reducĕre: v. ridurre]. – 1. L’azione, l’operazione di ricondurre, di ricollocare o far tornare al luogo o [...] . Con valori più astratti: r. di una questione al punto essenziale, al suo principio; in filosofia, r. all’assurdo (o dimostrazione per assurdo), tipo di argomentazione: v. assurdo, n. 2. 3. L’operazione del ridurre a una condizione diversa, mediante ...
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iterazione
iterazióne s. f. [dal lat. iteratio -onis, der. di iterare «ripetere»: v. iterare]. – 1. letter. a. Ripetizione, replica: i. di concetti, di frasi, anche come artificio stilistico; i. dei [...] di operazioni (ciclo operativo), partendo ogni volta dal risultato dell’applicazione precedente, allo scopo di ottenere la dimostrazione di un teorema o di conseguire, attraverso approssimazioni via via maggiori, la soluzione di un problema ...
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rallegrata
s. f. [der. di rallegrarsi]. – Salto improvviso fatto dal cavallo, come per dimostrazione di allegria. La rallegrata, titolo di una delle più famose novelle di L. Pirandello. ...
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Filosofia
Processo logico-discorsivo (dal gr. apodissi) in virtù del quale si arriva a garantire la validità di un enunciato.
La nozione di d. venne introdotta da Aristotele che la definì come quella forma speciale di sillogismo che deduce una...
dimostrazione (demonstrazione)
Bruna Cordati Martinelli
Vocabolo caratteristico del linguaggio prosastico; lo si trova infatti una sola volta nella Commedia, mentre è abbastanza frequente nel Convivio. Esso presenta sempre il significato di...