israelita
(pop. isdraelita) s. m. e f. e agg. [dal lat. tardo Israelita] (pl. m. -i). – Appartenente al popolo d’Israele (gr. ᾿Ισραήλ, lat. Israel, dall’ebr. Yiśrā’ēl): è il nome degli antichi Ebrei [...] in quanto discendenti di Giacobbe o Israele (chiamati perciò anche nel linguaggio biblico figli d’Israele), usato oggi spesso come sinon. di ebreo, con connotazione quasi esclusivam. religiosa. Anche come agg., con il sign. di israelitico. ...
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plurisposato
p. pass., s. m. e agg. Chi o che si è sposato più volte. ◆ Sul «New York Times», pagina degli editoriali, si discute se sia il caso o no di farsi un cowboy. […] È stato preso seriamente, [...] aristocratica, le fu permesso di studiare per il teatro e mentre faceva parte di un corpo di ballo sposò il plurisposato comico ebreo austriaco Vic Oliver molto più vecchio di lei e che inevitabilmente a New York la lasciò per un’altra. (Foglio, 16 ...
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popolo1
pòpolo1 (ant. pòpulo) s. m. [lat. pŏpŭlus]. – 1. a. Il complesso degli individui di uno stesso paese che, avendo origine, lingua, tradizioni religiose e culturali, istituti, leggi e ordinamenti [...] , barbaro, civilizzato; i p. preistorici; il p. cristiano o di Cristo o di Dio, tutti i cristiani; il p. musulmano; il p. ebreo; voce di p. voce di Dio (v. vox populi vox dei). 5. a. Sempre con valore generico, quantità di gente, moltitudine, folla ...
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j'accuse
j’accuse ‹ˇ∫akü′ü∫› locuz. fr. (propr. «io accuso»), usata in come s. m., invar. – Titolo della lettera aperta al presidente della Repubblica francese F. Faure, pubblicata nel 1898, con la quale [...] di quest’ultimo, un ufficiale ingiustamente sospettato di tradimento e in realtà vittima di antisemitismo nazionalista in quanto ebreo alsaziano. L’espressione è talvolta usata per indicare una violenta requisitoria, un’accusa pubblica, un’energica ...
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inaccogliente
agg. Che non accoglie, non ospitale. ◆ La Francia attraverso la Coppa del Mondo ha scoperto di essere una nazione molto accogliente; infatti per quell’occasione ha accolto ospiti da tutto [...] l’occidente cristiano delle crociate». (Cristina Zagaria, Repubblica, 25 maggio 2005, Bari, p. III) • Mordechai Geldman, ebreo, nell’antologia «Poeti israeliani» descrive la vita come «qualcosa d’infinitamente delicato e doloroso / senza requie e ...
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yiddish
‹i̯ìdiš› (o jiddisch) s. m. e agg. [forma alterata dell’agg. ted. jüdisch «ebreo, giudeo»]. – Lingua della comunità degli ebrei ashkenaziti diffusisi in Europa centrale e orientale fin dal sec. [...] 10° e assai vicina – spec. in origine – nella morfologia e nella sintassi al tedesco medievale (rispetto al quale la lingua parlata nelle comunità orientali ha subìto diverse modifiche, spec. fonologiche, ...
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soprammano2
soprammano2 (o 'sópra mano') avv. e s. m., ant. – 1. a. avv. Tenendo la mano alzata al di sopra della spalla, riferito a colpi inferti con un’arma o un oggetto contundente e a percosse (con [...] il delicato petto (Ariosto). b. s. m. Colpo vibrato dall’alto in basso: E col darti sul viso un soprammano, D’Ebreo farò mutarti in Siciliano (L. Lippi). 2. avv. Apertamente, ostentatamente (cfr. il sign. opposto di sottomano): i cittadini di parte ...
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trasmutazione
trasmutazióne (ant. transmutazióne) s. f. [dal lat. transmutatio -onis]. – 1. a. letter. L’azione di trasmutare, il fatto di venire tramutato o di trasmutarsi; trasformazione, mutamento, [...] cambiamento: quivi sarà transmutazione di viltade in gentilezza (Dante). b. ant. Traduzione: li versi del Salterio ... furono transmutati d’ebreo in greco e di greco in latino, e ne la prima transmutazione tutta quella dolcezza venne meno (Dante). 2. ...
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-eo
-èo [dal lat. -aeus, gr. -αῖος]. – Suffisso derivativo che conserva ancora l’originaria funzione di formare aggettivi e nomi di abitanti: etneo, raguseo (frequente fra quelli biblici: ebreo, giudeo, [...] macabeo, zebedeo). Di qui si sono sviluppati diversi valori: da romeo «pellegrino che andava a Roma» allo spregiativo babbeo. Da antroponimi sono derivati aggettivi come augusteo, euclideo, visconteo. ...
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mosaismo
moṡaismo s. m. [der. del nome di Mosè, il personaggio biblico liberatore del popolo ebraico e suo legislatore]. – Complesso delle prescrizioni che regolavano la vita morale, sociale e religiosa [...] del popolo ebreo, soprattutto in quanto contenute nella Torà, o legge, cioè nei cinque libri del Pentateuco attribuiti a Mosè. ...
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Nome con cui è noto il medico e filosofo ebreo Yĕhūdāh Abrabanel o Abravanel (n. Lisbona tra il 1460 e il 1465 - m. in Italia prima del 1535). Nel 1484, essendo il padre, già ministro e tesoriere di re Alfonso V, sospettato di congiurare contro...
Una delle più diffuse leggende del Medioevo, che ha avuto numerose elaborazioni in tutte le letterature europee: narra di un ebreo che schernì Gesù sulla via del Calvario e per castigo fu condannato a errare senza tregua sino alla fine del mondo,...