sillessi
sillèssi (o sillèpsi) s. f. [dal lat. tardo syllepsis, gr. σύλληψις, der. di συλλαμβάνω «prendere insieme, unire»]. – 1. Figura retorica della grammatica classica, secondo la quale ciò che si [...] riferisce soltanto a una cosa o persona viene arbitrariamente esteso ad altra cosa o persona che, nell’enunciato, segue alla prima: per es., Βορέης καί Ζέϕυρος τώτε Θρῇχηϑεν ἄητον (Iliade IX, 5) «Borea e Zefiro che soffiano dalla Tracia» (ma soltanto ...
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superficiale
agg. [dal lat. tardo superficialis, der. di superficies «superficie»]. – 1. In genere, che è alla superficie, che costituisce la superficie o si estende su una superficie, che interessa [...] e sistemica, che li studia come potenzialità astratta). Nella grammatica generativa o trasformazionale, struttura s. di un enunciato (in contrapp. alla struttura profonda), il rapporto sintagmatico che esso presenta in superficie e si rileva a prima ...
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potere2
potére2 v. tr. [lat. *pŏtēre, per il class. pŏsse, rifatto sul participio potens e sulle altre forme in pot- della coniugazione (potes, poteram, ecc.)] (nella coniugazione si alternano i temi [...] morire se non è vero! 4. Con uso assol.: a. In frasi nelle quali l’infinito è sottinteso, sia perché enunciato in precedenza sia perché facilmente intuibile dal contesto: farò più presto che posso (fare); avvenga quello che può (avvenire); ognuno ...
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nondimeno
nondiméno (o 'nón di méno') cong. – Ha valore avversativo-limitativo, e serve a introdurre una proposizione nella quale si afferma che un determinato fatto non viene impedito da quanto è enunciato [...] precedentemente; può essere anteposta o interposta alla frase a cui appartiene; corrisponde quindi a tuttavia, pure, ciò nonostante, dei quali è meno frequente: non è un’aquila, n. riesce a cavarsela. ...
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refutabile
refutàbile agg. [dal lat. refutabĭlis, der. di refutare «respingere, rifiutare, confutare» (v. rifiutare2)]. – Che può essere respinto, che è da respingersi, confutabile. In logica matematica, [...] un enunciato si dice refutabile in un dato insieme formale se, in tale sistema, è dimostrabile la sua negazione. ...
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deissi
s. f. [dal gr. δεῖξις, propr. «dimostrazione», der. di δείκνυμι «mostrare»]. – In linguistica, il ricorso, da parte del parlante, a particolari elementi linguistici, come i pronomi personali, [...] (questo, quello, ecc.), gli avverbî di luogo e di tempo (qui, adesso, ecc.), detti elementi o fattori deittici, necessarî per precisare chi sia il soggetto parlante e chi il suo interlocutore, e per situare l’enunciato nello spazio e nel tempo. ...
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deittico
deìttico (poco com. deìctico; raro dìttico) agg. [dal gr. δεικτικός, der. di δεῖξις: v. deissi] (pl. m. -ci), letter. – Che designa con evidenza, con precisione; in partic., riferito a pronome [...] o aggettivo, sinon. di dimostrativo. Con sign. più ampio, in linguistica, elementi o fattori d., quelli che servono a situare l’enunciato nello spazio e nel tempo, e a precisare chi sia il soggetto parlante e quello ascoltante (v. deissi). ...
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variare
v. tr. e intr. [dal lat. variare, tr. e intr., der. di varius «vario»] (io vàrio, ecc.). – 1. tr. a. Cambiare, mutare, apportando modificazioni per lo più parziali ed esteriori: v. la disposizione [...] in volta; oggi, per v., mangeremo sulla terrazza; scherz. o iron. l’inciso tanto per v. (ma anche tanto per cambiare), enunciando fatti consueti e quotidiani: tanto per v., minestra in brodo anche oggi! E con uso intr. (aus. avere): v. di cibo, di ...
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petizione
petizióne s. f. [dal lat. petitio -onis, der. di petĕre «chiedere»]. – 1. a. In senso generico, spec. nell’uso ant. e letter., domanda, richiesta che ha per fine di ottenere qualche cosa: dove [...] della logica (derivata dalla frase di Aristotele αἰτεῖσϑαι τὸ ἐν ἀρχῇ, propr. «assumere come vero ciò che è enunciato da principio») con cui si designa il sofisma consistente nel presupporre implicitamente dimostrata la stessa tesi che si pretende ...
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risolubile
risolùbile (ant. resolùbile) agg. [der. di risolvere; cfr. lat. tardo resolubĭlis «che si può nuovamente sciogliere»]. – Che si può risolvere: dubbio, problema r.; sciarada facilmente risolubile. [...] dallo studio della logica matematica e che in linea di principio non ammettono soluzioni generali (è tale, per es., il problema di trovare un procedimento che permetta di riconoscere, dato un enunciato qualsiasi, se si tratta o no di un teorema). ...
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Nella logica, secondo la definizione classica, proposizione di cui ha senso dire che è vera o che è falsa. In un linguaggio formale, per e., s’intende una espressione chiusa, non contenente cioè variabili libere, che denoterà quindi uno dei...
In genere, ciò che si enuncia, si dichiara, si afferma, e la frase stessa che contiene l’enunciato.
Filosofia
P. ed enunciato
Nella logica e nella filosofia del linguaggio contemporanee si distingue p. da enunciato, intendendo con quest’ultimo...