m, M
(èmme) s. f. o m. – Dodicesima lettera dell’alfabeto latino, che rappresenta, in italiano come in altre lingue, un unico fonema, la nasale bilabiale sonora: una consonante cioè che si pronuncia [...] indicare la posizione reciproca di due atomi o aggruppamenti atomici uguali o diversi, quando essi occupano posizioni atomiche separate da un vertice, quali per es. le posizioni 1,3 o 2,4 o 4,6. In fisica, M è il simbolo del numero di Mach, o mach (v ...
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accento
accènto s. m. [dal lat. accentus -us, comp. di ad- e cantus «canto1», per calco del gr. προσῳδία]. – 1. a. Rafforzamento o elevazione del tono di voce (a. tonico in senso largo) con cui si dà [...] il russo, ecc., non ne hanno alcuno), non sempre hanno la funzione d’indicare la sede dell’accento tonico (in francese, per es., non l’hanno in nessun caso). 3. a. Modo di pronunciare le parole, particolare intonazione o cadenza di voce: parlare con ...
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articolo
artìcolo s. m. [dal lat. articŭlus, dim. di artus -us «articolazione, arto, membro»]. – 1. Parte variabile del discorso che si premette al sostantivo o a parti del discorso sostantivate, precisando [...] un arto, articolazione, giuntura. b. In zoologia, porzione di un organo, che è separata dalle altre per mezzo di un’articolazione (per es., le falangi delle dita, o i pezzi di cui sono composte le antenne e gli arti dei crostacei e degli insetti). c ...
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u, U
s. f. o m. (radd. sint.). – Ventesima lettera dell’alfabeto latino, che ha con la lettera V la stessa origine dall’alfabeto fenicio, e anche una storia comune fino a tempi molto vicini ai nostri. [...] fu applicata dalla maggioranza dei tipografi nei primi due secoli della stampa, e spec. dal principio del 16° alla metà del 17°: per es., in ital., Vno, vno, cura, Vedo, vedo, diua (altri però, spec. nel ’400 e fino a dopo la metà del ’500, usarono ...
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troncamento
troncaménto s. m. [der. di troncare]. – 1. L’azione del troncare, il fatto di venire troncato: t. di un ramo; il t. di una relazione. 2. a. In linguistica, lo stesso che apocope, ossia caduta [...] ’, va’ per dai, fai, stai, vai); 2) quando un bisillabo proclitico perde la seconda sillaba e rimane con la prima terminante in vocale (es. gua’, po’, to’, vo’ per guata, poco, togli, voglio; diè, fè, piè per diede, fede, piede; fe’ o fé o fe, fra’ o ...
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consonante
s. f. [dal lat. consŏnans -antis (littĕra), part. pres. di consonare «consonare»]. – Ciascuno dei fonemi di una lingua che vengono pronunciati con il canale vocale chiuso (c. occlusive o momentanee) [...] dànno due casi: o tutt’e due conservano il loro pieno valore (per es. u e i nell’ital. suino ‹su-ìno›), o una delle due quindi basta a differenziare parole che hanno tutti gli altri suoni identici (es. pala e palla, nono e nonno, braci e bracci). L ...
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h, H
(acca) s. f. o m. – Ottava lettera dell’alfabeto latino, nel quale indicava, come già originariamente in greco (dove in seguito venne sostituita dallo spirito aspro ῾), la fricativa laringale. L’aspirazione [...] romanze e germaniche, per rispondere a nuove esigenze strutturali; per es., in italiano, ch ‹k›, gh ‹ġ›; in francese ch lat. hora, simbolo dell’ora, unità di misura del tempo (per es., 10h 40m, che si legge «dieci ore e quaranta minuti»); anteposta ...
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su
prep. e avv. [lat. sūsum: v. suso] (radd. sint.). – È, in generale, sinon. di sopra, rispetto a cui è più pop. e più breve, e quindi più usato; ma accanto ai sign. e agli usi che le due parole hanno [...] rappresentata con una frazione: P̅0̅P̅ (cioè a:b) si legge «a su b» (ma non in metrologia, dove si usa «a»: per es., A/m si legge «ampere a metro» e non «ampere su metro»). h. Con valore temporale è assai più com. (esclusivo anzi nella lingua moderna ...
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orientamento
orientaménto s. m. [der. di orientare]. – 1. a. L’azione, il fatto e il modo di orientare: o. di una carta geografica, di una carta topografica; stabilire l’o. di un edificio; o. di una [...] ’attribuzione convenzionale, a un dato ente geometrico, di un senso, di un verso o di una qualità che generalizzi tale nozione (per es., o. di un vettore, l’ente costituito dalla direzione e dal verso del vettore). b. Il modo di orientarsi, di essere ...
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o, O
‹ò› s. f. o m. (radd. sint.). – Quattordicesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma deriva dal segno usato dai Greci per indicare in origine la vocale o, breve o lunga, prima che si differenziassero [...] tardo latino, in cui s’erano venuti a confondere, scomparsa la funzione distintiva della quantità, ŭ e ō del latino classico (per es. gióva, lat. iŭvat; óra, lat. hōra); 2) la ò italiana continua (dittongata in uò se in sillaba libera) la ò del tardo ...
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Pronome neutro tedesco adoperato in psicanalisi, prima da G. Groddeck poi da S. Freud, per designare la fonte impersonale, inconscia, delle manifestazioni della vita istintiva, per cui non tanto ‘io ho sognato’, quanto ‘es träumte mir’ (‘qualcosa’...
Es
Una delle tre istanze dell’apparato psichico (insieme all’Io e al Super-io) secondo Freud, che mutò il termine dallo psicoanalista tedesco Georg Goddeck (1866-1934). Costituisce il polo pulsionale della personalità, dai contenuti innati...