terza
tèrza s. f. [femm. sostantivato di terzo]. – 1. In relazione col valore e sign. di numerale ordinale di terzo, per ellissi di un sostantivo: a. La terza classe di una scuola: fare, frequentare [...] S. Andrea, in capriolo. 5. Con valore frazionario, la terza parte, solo in qualche denominazione di storia del diritto; per es., nel diritto franco, era l’assegno del marito in favore della sposa per il caso di vedovanza, originariamente costituito ...
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luogo
luògo (pop. lògo) s. m. [lat. lŏcus] (pl. -ghi; ant. anche le luògora). – 1. a. In senso ampio, una parte dello spazio, idealmente o materialmente circoscritta: Dio è in ogni l.; con limitazione [...] giornale è sul tavolo; rimango in casa»), il luogo che costituisce il termine d’un movimento (compl. di moto a l., per es.: «tornare a casa; andare in villeggiatura; il treno per Milano»), il luogo dal quale ha inizio un movimento (compl. di moto da ...
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raddoppiamento
raddoppiaménto s. m. [der. di raddoppiare]. – 1. L’atto, il fatto, e l’effetto del raddoppiare, del raddoppiarsi: r. degli sforzi; r. della posta del gioco; in pochi anni si ha il r. del [...] della consonante iniziale seguìta da una vocale (per lo più e, i, e in sanscr. a) per le radici che cominciano con consonante (per es., nei perfetti, come nel lat. ce-cin-i «cantai» dalla radice can-, nel gr. δέ-δορκ-α «ho visto» da δερκ-, nel sanscr ...
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grasso
agg. e s. m. [lat. crassus, grassus]. – 1. agg. a. Di persona o animale che, per effetto di una troppo ricca alimentazione, o talora per qualche disfunzione organica, ha il tessuto adiposo abbondante; [...] saturi e insaturi dipende la maggiore o minore consistenza del grasso, che può essere solida (grassi propr. detti, per es. il sego), semisolida (burro, strutto) o liquida (olî) a temperatura ordinaria. Il grado di insaturazione ha importanza sia per ...
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ob-
‹òb›. – È la preposizione lat. ob («nella direzione di, verso, contro, di fronte a, in vista di»), molto frequente come prefisso di verbi e dei loro derivati, nel qual caso la b davanti a certe consonanti [...] (come in obliterare), con assimilazione (come in osservare, ottenere), o con alternanza nell’uso delle due forme (per es., obsecrazione e ossecrazione, obsidione e ossidione); è da rilevare inoltre, anche se di diversa origine, l’alternanza tra ob ...
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r, R
(èrre) s. f. o, raro, m. – Diciassettesima lettera dell’alfabeto latino; la forma originale, nell’alfabeto fenicio, era quella di un triangolo con un vertice in alto e col lato destro prolungato [...] numero, raram. maiuscola, è abbrev. di recto, in riferimento a fogli di libri, codici, manoscritti oppure a medaglie e monete (es., carta 46r, o r.); in matematica, r, non puntata, indica il raggio o anche una retta. Nella forma maiuscola puntata, è ...
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scala
s. f. [lat. tardo scala -ae (nel lat. class. soltanto al plur., scalae -arum), der. di scandĕre «salire»]. – 1. Termine generico per indicare varî tipi di strutture fisse o mobili, a scalini o [...] ., scala 1/100.000 o 1:100.000 (da leggersi: scala di uno a centomila) significa che una unità di misura lineare sulla carta (per es., 1 cm) corrisponde a 100.000 unità sul suolo (cioè a 1 km); il rapporto può essere anche espresso con la s. grafica ...
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lìnea s. f. [dal lat. linea, der. di linum «lino2»; propr. «filo di lino»]. – 1. a. Ente geometrico che si estende nel senso della sola lunghezza, e che può essere matematicamente definito indipendentemente [...] senz’altro linea retta, o disposizione, in senso più o meno concreto, di oggetti (o anche persone) lungo una linea retta. Per es., l. d’asse o d’alberi di una nave, l’insieme degli alberi di trasmissione dalla macchina motrice all’elica. In zoologia ...
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interrogativo
agg. e s. m. [dal lat. tardo interrogativus]. – 1. agg. a. Che esprime interrogazione, che ha per fine d’interrogare: frase i.; tono i.; guardare con aria i.; rivolgere un’occhiata interrogativa. [...] aggettivi, pronomi o avverbî interrogativi, e caratterizzata, in assenza di questi ultimi, dall’inflessione della voce (per es., hai già cenato?; hai udito nulla?): può essere diretta, quando consiste in una proposizione indipendente, che riproduce ...
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de-
〈dé〉 [dal lat. de, de-]. – 1. Prefisso, soprattutto verbale, che si trova in molte voci di derivazione latina, nelle quali indica ora allontanamento (per es. deviare, deportare), ora abbassamento [...] ecc.). In verbi di formazione recente, spesso formati sull’esempio del francese, corrisponde per lo più a dis- o s- (per es. demoralizzare, denaturare; va notato che in francese il pref. dé- corrisponde non all’ital. de- ma a dis-1, essendo derivato ...
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Pronome neutro tedesco adoperato in psicanalisi, prima da G. Groddeck poi da S. Freud, per designare la fonte impersonale, inconscia, delle manifestazioni della vita istintiva, per cui non tanto ‘io ho sognato’, quanto ‘es träumte mir’ (‘qualcosa’...
Es
Una delle tre istanze dell’apparato psichico (insieme all’Io e al Super-io) secondo Freud, che mutò il termine dallo psicoanalista tedesco Georg Goddeck (1866-1934). Costituisce il polo pulsionale della personalità, dai contenuti innati...