Fabio Rossi
toccare. Finestra di approfondimento
Venire a contatto - L’atto di entrare in contatto fisicamente con qualcosa o qualcuno è espresso dal verbo t., privo di sinon. se non marcati stilisticamente [...] veicolo. Urtare (se si tocca accidentalmente) e colpire (se si tocca intenzionalmente) sono intens. di t. anche in altri contesti, per es. a proposito di oggetti che possono o debbono cadere: hai urtato tu quel mobile?; il vaso è caduto da solo, io l ...
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volere² [dal lat. ✻volere, per il classico velle, formato su volo, volebam, volui] (pres. indic. vòglio [tosc., in proclisi, vo'], vuòi [poet. vuòli], vuòle [poet. o pop. vòle], vogliamo, voléte, vògliono [...] si usa desiderare in formule di cortesia e nelle offerte, per es. al telefono: desidero parlare col direttore; chi lo desidera? espressa da chi è autorizzato a imporre la propria volontà (per es. in ambito militare, giur. e sim., con qualche uso ...
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pseudo- [dal gr. pseydo-, der. del tema comune a pseydḗs "falso", psêydos "menzogna, falsità", pséydomai "mentire"]. - Primo elemento di parole composte, nelle quali significa "falso", oppure indica che [...] non si conviene alla persona o cosa di cui si parla (per es., pseudoletterato); in altri casi, indica falsa apparenza, o sta a secondo elemento; si antepone anche a nomi propri (per es., pseudo-Aristotele, pseudo-Dionigi, pseudo-Longino, ecc.) per ...
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so- [dal lat. sŭb "sotto"]. - Pref., spec. verbale, che esprime il rapporto locale di "sotto, di sotto" (per es., sorreggere, soggolo), o può avere una semplice funzione attenuativa (per es., sobbollire, [...] sogghignare) e che esige sempre il rafforzamento della consonante scempia iniziale del secondo componente (sottacere da tacere, soppalco da palco) ...
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ana- [dal gr. aná, ana-]. - 1. Prefisso che in composti dotti significa "all'insù", "sopra" e simili, o indica in genere elevazione. 2. In qualche caso (per es., in anagramma) indica inversione. 3. In [...] qualche parola (per es. anacloridria, anastatico), è usato erroneam. col valore di a- o an- privativo. ...
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mis- [prob. incrocio del lat. minus e del ted. ant. missi- (mod. miss-), che aveva la stessa funzione]. - Pref. che attribuisce alla parola cui è premesso valore negativo, così da conferirle significato [...] contrario (come, per es., in misconoscere, miscredente), oppure peggiorativo (per es., misfatto), talvolta negativo e peggiorativo insieme. ...
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Fabio Rossi
obbligare. Finestra di approfondimento
Fare forza sulle persone - Vi sono vari modi e gradi di esercitare forza sulle persone perché facciano qualcosa. O. e costringere sono i termini più [...] a fare qualcosa (hai l’obbligo di ascoltarmi; il medesimo es., con imposizione al posto di obbligo, suonerebbe bizzarro, anche se particolarm. importanti e soltanto in determinati contesti (per es. in ambito militare o politico): gli fu assegnata ...
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estraneo /e'straneo/ [dal lat. extraneus, der. di extra "fuori"]. - ■ agg. 1. [non conosciuto, non familiare: un paese e., una società e.] ≈ ignoto, sconosciuto. ↔ conosciuto, familiare, noto. 2. [che [...] intenzioni.
Non soltanto qualcosa o qualcuno può essere estraneo a noi, ma noi possiamo essere estranei a qualcosa, come per es. nell’espressione giur. essere e. ai fatti, ovvero non avere alcun coinvolgimento nei fatti di cui si è accusati. Analogam ...
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Fabio Rossi
aria. Finestra di approfondimento
Derivati e composti - Così come per acqua, l’interesse principale di a. è, da un lato, l’elevata quantità di comp., dall’altro il notevole impiego in accezioni [...] .
Usi generici, specifici, idiomatici e metaforici - Il termine a. è spesso usato in luogo di altri sinon. più specifici, quali per es. atmosfera (l’a. di montagna fa bene), clima o temperatura (l’a. è rinfrescata), vento o corrente (che a.: chiudi la ...
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Pronome neutro tedesco adoperato in psicanalisi, prima da G. Groddeck poi da S. Freud, per designare la fonte impersonale, inconscia, delle manifestazioni della vita istintiva, per cui non tanto ‘io ho sognato’, quanto ‘es träumte mir’ (‘qualcosa’...
Es
Una delle tre istanze dell’apparato psichico (insieme all’Io e al Super-io) secondo Freud, che mutò il termine dallo psicoanalista tedesco Georg Goddeck (1866-1934). Costituisce il polo pulsionale della personalità, dai contenuti innati...