fiasco
s. m. [dal germ. flaskun; cfr. lat. mediev. flasco -onis] (pl. -chi). – 1. Recipiente di vetro per vino, o altri liquidi, di forma ovale col collo lungo munito di bordo ringrossato, a pareti sottili, [...] fagioliera). Locuzioni prov. (ormai ant.): è come fare (o vestire, o gonfiare) un f., è cosa da nulla; Giusto faceva i f. e la moglie li rivestiva, come risposta ironica o stizzosa a chi ci chiede d’essere giusti. 2. Il contenuto del fiasco: un f. di ...
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contrario
contràrio agg. [dal lat. contrarius, propr. «che sta di fronte», der. di contra «contro»]. – 1. a. Opposto, contrastante: opinioni, qualità, idee c.; io sono di parere c.; questo atto sarebbe [...] e l’altra affermativa. Possono essere entrambe false, non entrambe vere: dalla verità dell’una può quindi dedursi la falsità dell’altra, mentre non è legittima la deduzione inversa. e. In musica, moto c., il in c., non avere nulla in c., da opporre; ...
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ricoprimento
ricopriménto s. m. [der. di ricoprire]. – 1. L’azione e l’operazione di ricoprire, il fatto di venire ricoperto. In partic., l’operazione di rivestimento di superfici, spec. metalliche, [...] ). 2. Il modo, il mezzo con cui si ricopre, e anche il fatto di ricoprire, di essere cioè sovrapposto a e che per nulla può distinguersi da quella che aveva prima della rotazione: per es., il cubo, ruotando sull’asse di simmetria quaternaria, è ...
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distinguere
distìnguere v. tr. [dal lat. distinguĕre, comp. di dis-1 e stinguĕre «pungere», affine al gr. στίζω «pungere, punteggiare»] (io distìnguo, ecc.; pass. rem. distinsi, distinguésti, ecc.; part. [...] , con i sensi e con l’intelletto, la differenza che è tra essi: d. il bene dal male, il vero dal falso, il giallo dall’arancione, mi faceva cadere. 4. intr. pron. a. Essere riconoscibile, avere uno o più elementi caratterizzanti: l’elefante ...
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ombra1
ómbra1 s. f. [lat. ŭmbra]. – 1. a. Zona oscura, o di minore luminosità, della superficie di un corpo, detta in partic. o. portata se è prodotta dall’interposizione, tra il corpo e la sorgente [...] seguiva dappertutto come un’o. (o come l’ombra il corpo); è, pare la sua o., è inseparabile da lui, non lo lascia mai; ha paura persino della sua o., di chi si spaventa per nulla o vive in costante timore e sospetto; è, pare l’o. di sé stesso, di chi ...
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sfuggire
v. tr. e intr. [der. di fuggire, col pref. s- (nel sign. 3); cfr. lat. effugĕre, comp. di ex- e fugĕre «fuggire»] (coniug. come fuggire). – 1. tr. Evitare, scansare un danno o un rischio, una [...] , sfuggo d’incontrarlo; parlando pianissimo e sfuggendo di guardarmi (Pirandello). 2. intr. (aus. essere) a. Con riferimento a persone, : è dotato di un grande spirito di osservazione, e non gli sfugge nulla; m’era sfuggito che ieri era il suo ...
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rigirare
v. tr. o intr. [comp. di ri- e girare1]. – 1. tr. a. Girare di nuovo: r. la chiave nella toppa; r. una manovella, una ruota; rigirarsi una cosa tra le mani, voltandola e rivoltandola, spesso [...] va rigirata come si deve; saperla r. (o girare) bene, essere abili nel volgere a proprio favore una situazione o gli avvenimenti. R. qualcuno, raggirarlo, menarlo per il naso, o piuttosto (e in questo differisce da raggirare), farlo agire a proprio ...
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atto2
atto2 s. m. [dal lat. actus -us e actum -i, der. di agĕre «spingere, agire»]. – 1. Manifestazione esterna di una determinazione della volontà. Quindi: a. Azione, spec. in quanto questa implica [...] culla in dolce a. d’amore (Giusti); essere, stare in a. di adorazione, di preghiera non riesce a far nulla. 2. In filosofia, e più precisamente nella metafisica nella filosofia idealistica di G. Gentile, il soggetto pensante in cui si realizza ...
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mordere
mòrdere v. tr. [lat. mordēre, con mutamento di coniug.] (pass. rem. mòrsi, mordésti, ecc.; part. pass. mòrso, ant. morduto). – 1. a. Addentare, stringere con, o fra, i denti; afferrare fortemente [...] , si morse la lingua (Manzoni); m. il freno, di chi obbedisce, o mantiene ancora il controllo di sé, ma è al limite della pazienza, vicino a ribellarsi; m. la polvere, il terreno, poet., essere atterrato, sconfitto (con allusione al cavaliere, che ...
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nodo
nòdo s. m. [dal lat. nōdus]. – 1. a. Intreccio di uno o più tratti di corda (o filo o nastro o altro elemento flessibile e relativamente sottile), consistente in un avvolgimento del tratto su sé [...] il nodo Che ’l Notaro e Guittone e me ritenne Di qua dal dolce stil novo (Dante); c’era ancora quel n. del voto, e più stretto che mai (Manzoni, dove però può essere implicito anche il di corrente concorrenti in un nodo ènulla. 8. In una rete ...
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Essere e il nulla, L' (L'etre et le neant)
Essere e il nulla, L’
(L’être et le néant) Opera di J.-P. Sartre, pubblicata nel 1943, in cui è esposta un’«ontologia fenomenologica» sviluppata come superamento della fenomenologia di Husserl,...
Per il pensiero greco antichissimo "essere" era la stessa realtà sensibile, il mondo. Ma il cangiamento della realtà sensibile è essenziale all'essere, o questo è sempre identico a sé stesso? Eraclito, che considera l'essere perennemente fluente,...