intuizionismo
s. m. [der. di intuizione]. – In filosofia, ogni concezione che assegna all’intuizione un ruolo privilegiato, come capacità di cogliere verità certe sia sul piano gnoseologico sia su quello [...] morale: l’i. di Bergson contrappone l’intuizione libera e creatrice all’intelletto schematicamente e staticamente considerato. In partic., nella filosofia della matematica, corrente di pensiero vicina al costruttivismo (del quale si può anche ...
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sensibile
sensìbile agg. [dal lat. sensibĭlis, con sign. passivo e attivo (der. di sentire «percepire», part. pass. sensus); in alcuni sign., è influenzato dal fr. sensible]. – 1. Con valore passivo: [...] alle cose sensibili (contrapp. alla bellezza spirituale, morale, estetica, ecc.); l’esperienza s., acquisita attraverso dall’intelligibile sia dal soggetto senziente. In partic., nella filosofia aristotelica, s. proprio, ciò che può essere appreso ...
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sensibilita
sensibilità s. f. [dal lat. tardo sensibilĭtas -atis, der. di sensibĭlis «sensibile»]. – 1. Capacità, attitudine a ricevere impressioni attraverso i sensi. In partic.: a. In psicologia, la [...] all’attività sintetica delle categorie dell’intelletto, nella filosofia kantiana. b. In fisiologia, particolare forma di per indicare la capacità a comprendere, sentire, elaborare i fatti morali, sociali, politici, ecc. Altre volte invece la parola ...
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neurofilosofia
s. f. Approccio filosofico basato sui più recenti progressi delle neuroscienze, che mettono in risalto la stretta connessione esistente tra mente e cervello. ◆ All’interno delle neuroscienze [...] meccanismi biologici del cervello possa minare le nostre credenze su di esso e sulla responsabilità morale. Si riattualizza pertanto il dualismo filosofico tra mondo «deterministico» (tutto è stabilito da Dio o dalla fisica) e «libertario» (tutto è ...
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noumeno
noùmeno s. m. [dal gr. (τὸ) νοούμενον «ciò che è concepito dall’intelletto», part. pres. passivo di νοέω «conoscere intellettivamente»]. – 1. Nella filosofia platonica, ciò che è pensato o pensabile [...] in quanto distinte dagli oggetti sensibili. 2. Nella filosofia kantiana, l’essenza pensabile, ma del tutto sovrasensibile, l’incondizionato, che, posto fuori di ogni esperienza, si rivelerebbe tuttavia alla ragion pratica o coscienza morale. ...
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limare
v. tr. [lat. līmare]. – 1. Passare la lima sulla superficie di un pezzo metallico, o di legno, o d’altro materiale, allo scopo di asportarne piccoli spessori o di appianarne le asperità. 2. fig. [...] . Più raro col sign. generico di ripulire, migliorare e simili: Aristotele ... e Zenocrate ... limarono e a perfezione la filosofiamorale redussero (Dante). c. non com. Scemare, togliere: e fecimi ’l solecchio, Che del soverchio visibile lima (Dante ...
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compendio
compèndio s. m. [dal lat. compendium, der. di pendĕre «pesare», propr. «risparmio» di denaro, e quindi anche di tempo in un lavoro]. – 1. a. Riassunto, esposizione sommaria, sintesi; come titolo [...] , sia un breve e succinto trattato di qualsiasi scienza: fare, scrivere un c.; c. di istituzioni di diritto civile; c. di filosofiamorale; c. di storia. b. Locuz. avv. in compendio, in breve, in succinto, limitandosi ai fatti o argomenti di maggiore ...
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aritmetica
aritmètica (ant. arismètica e arismètrica) s. f. [dal lat. arithmetĭca (lat. mediev. arismet[r]ica), gr. ἀριϑμητική (τέχνη): v. aritmetico]. – 1. Parte della matematica concernente lo studio [...] con notevoli vantaggi. 3. Con sign. più generico, calcolo, metodo di calcolo, soprattutto in particolari espressioni come: a. morale, nella filosofia utilitaristica di J. Bentham (1748-1832), il tipo di calcolo che si dovrebbe fare per determinare la ...
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nullismo
s. m. [der. di nulla]. – Termine usato talvolta in filosofia come sinon. di nichilismo, in riferimento a teorie che portano a conclusioni negative, sia nel campo teoretico (scetticismo), sia [...] nel campo morale (pessimismo): il n. del Leopardi (Carducci). Raro con il sign. di incapacità, inettitudine (a fare, a concludere, a realizzare). ...
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quesito2
queṡito2 s. m. [dal lat. quaesitum, part. pass. neutro di quaerĕre «chiedere, interrogare»]. – In senso generico, letter. e non com., domanda: egli a ciò nulla Rispose, come a vani miei q. (Caro). [...] . si dice soltanto di domanda o questione la cui soluzione implichi un certo impegno logico o morale: un q. di matematica, di algebra, di fisica, di filosofia; porre, proporre, sciogliere, risolvere un q.; un q. sottile, facile, difficile; fare un q ...
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Filosofo inglese (Greenoc, Scozia, 1835 - Oxford 1908). Insegnò filosofia morale all'università di Glas gow (1866-1893) e fu successivamente (1893-1906) master del Balliol College di Oxford. La sua attività di scrittore, dedicata soprattutto...