distinguo
distìnguo s. m. [pres. indic. del verbo distinguere, sostantivato], invar. – Formula che, nella filosofiascolastica, introduceva un’argomentazione con cui si rispondeva a un’obiezione facendo [...] una distinzione; è passata poi nell’uso corrente a indicare, con sfumatura per lo più iron. e peggiorativa, la distinzione stessa: cominciò a sollevare tutta una serie di distinguo; con i suoi d. bloccò ...
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sub specie aeternitatis
〈sub spèče eternitàtis〉 locuz. lat. (propr. «sotto l’aspetto dell’eternità»), usata in ital. come avv. – Espressione in uso nella filosofiascolastica (e anche nella teologia [...] cattolica), con cui viene comunemente indicato il modo di considerare le cose del mondo dal punto di vista dell’eternità, sotto l’aspetto dell’eternità, in relazione all’eternità, quindi, in senso assoluto, ...
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progressus in infinitum
locuz. lat. (propr. «il procedere all’infinito»), usata in ital. come s. m. – Espressione con cui, nella filosofiascolastica, è designato un modo di procedere logico che, per [...] di spiegazione ultimo. Tale procedimento fu considerato da Aristotele, dagli antichi scettici e da altre correnti filosofiche come una prova, almeno in certi contesti, dell’insufficienza di definizioni e dimostrazioni, e comunque della necessità ...
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appetibile
appetìbile agg. e s. m. [dal lat. tardo appetibĭlis]. – 1. agg. Che lascia immaginare vantaggi di vario tipo; desiderabile: una prospettiva, un’offerta a.; non è possibile ... il non avere [...] quanto d’a. ha il mondo (D. Bartoli); per estens., scherz., piacente: un uomo, una donna ancora a. nonostante l’età. 2. Come s. m., nel linguaggio della filosofiascolastica, ciò che muove il desiderio o l’appetito: de’ primi a. l’affetto (Dante). ...
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compossibilita
compossibilità s. f. [der. di compossibile]. – Termine della filosofiascolastica ripreso particolarmente da Leibniz, designante la relazione tra due realtà simultaneamente possibili. ...
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invenzione
invenzióne s. f. [dal lat. inventio -onis «atto del trovare; capacità inventiva», der. di invenire «trovare», part. pass. inventus]. – 1. L’azione d’inventare e, concr., la cosa stessa inventata. [...] e l’elocuzione); anche, la parte della retorica relativa alla scelta degli argomenti da parte dell’oratore. Analogam., nella filosofiascolastica, il processo di scoperta delle idee. Nell’uno e nell’altro sign. è più usata la forma lat. inventio ...
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apprensione
apprensióne s. f. [dal lat. tardo apprehensio -onis]. – 1. Atto, facoltà dell’apprendere. Con sign. più specifico, nella filosofiascolastica, l’atto col quale l’intelletto concepisce un’idea [...] senza formulare su questa alcun giudizio; in Kant (nella 1ª ediz. della sua Critica della ragion pura), l’atto dell’immaginazione che riunisce il molteplice dell’intuizione sensibile: a. empirica, che ...
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ut sic
(lat. «come così»). – Espressione usata nel linguaggio della filosofiascolastica nel senso di «come tale, in quanto tale», per designare cioè che la cosa di cui si parla è considerata nella sua [...] natura generica e universale e non nei suoi eventuali caratteri d’individualità (così «l’uomo ut sic» è «l’uomo in quanto tale», in quanto «uomo» e non in quanto Caio o Sempronio) ...
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perseita
perseità s. f. [dal lat. mediev. perseitas -atis, der. della locuz. per se «per sé»]. – Termine della filosofiascolastica, designante la natura di ciò che sussiste «per sé» (lat. per se, che [...] traduce l’aristotelico καϑ᾿αὑτό), cioè in virtù della sua sostanza, indipendentemente da altro ...
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abalieta
abalietà s. f. [dal lat. mediev. abalìetas, der. di ab alio «da un altro»]. – Nella filosofiascolastica, natura o caratteristica di un essere (gli esseri creati in genere) la cui esistenza [...] dipende da un altro; si contrappone alla aseità di Dio ...
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Filosofia
Nella filosofia scolastica, l’attribuzione di una realtà oggettiva ai concetti universali. Nella filosofia moderna, ogni dottrina che consideri l’oggetto della conoscenza come esistente in sé, indipendentemente dall’attività conoscitiva.
Il...
Nella filosofia scolastica, atto con il quale l’intelletto concepisce un’idea senza che ne affermi o neghi nulla, differente quindi dal giudizio. In I. Kant, atto dell’immaginazione che riunisce il molteplice dell’intuizione sensibile.