cappacismo
s. m. [der. di cappa3, sul modello di lambdacismo]. – Disturbo del linguaggio consistente in una difettosa o mancata pronuncia dell’occlusiva velare sorda 〈k〉, che viene in genere sostituita [...] con il fonema t (cane > tane; classe > tlasse); è, come il grammacismo, una dislalia frequente nei bambini fino ai 4-5 anni d’età. ...
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rizoatono
riżoàtono (o riżàtono) agg. [comp. di rizo- e atono]. – In linguistica, di parola il cui accento non cade su alcun fonema radicale ma sul prefisso o sul suffisso; è l’opposto di rizotonico. ...
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retroflesso
retroflèsso agg. [comp. di retro- e flesso1]. – 1. In ginecologia e ostetricia, utero r., che presenta retroflessione. 2. In botanica, organo r., organo che si presenta ripiegato all’indietro: [...] per es., i petali del ciclamino. 3. In fonetica, di articolazione (o fonema o consonante, ecc.) che presenta retroflessione. Articolazioni di questo tipo si riscontrano in molte lingue e per ogni modo articolatorio: occlusivo, laterale, vibrante, ...
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muto
agg. [lat. mūtus, voce derivata da una radice onomatopeica mu che, come il gr. μῦ-, riproduceva la formazione di suoni inarticolati prodotti a bocca chiusa]. – 1. a. Di persona che non può fare [...] più generico, senza parlare, copertamente, segretamente: agire alla muta. 2. In linguistica: a. Vocale m., consonante m., fonema rappresentato nella scrittura (di regola, come residuo di una pronuncia antica), ma non pronunciato. Per es., è muta ...
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n, N
(ènne) s. f. o m. – Tredicesima lettera dell’alfabeto latino, il cui valore fonetico è in tutte le lingue quello di consonante nasale. A differenza però della lettera m, che rappresenta costantemente [...] , incoerente peraltro perché mentre c’è qualcuno che pronuncia ‹ġnòsi›, nessuno pronuncerebbe ‹pròġnosi›). In posizione intervocalica, il fonema rappresentato da gn ‹n’› è sempre di grado rafforzato (anche se il contatto con le due vocali avvenga all ...
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impostazione1
impostazióne1 s. f. [der. di impostare1]. – 1. a. L’operazione d’impostare, di sistemare cioè nel posto adatto o nel modo più conveniente, di dare avvio a un lavoro, alla costruzione di [...] di bilancio, iscrizione di una partita nel bilancio dell’impresa. 2. a. In fonetica, la fase di preparazione dell’articolazione di un fonema, detta anche catastasi. b. Nel canto, i. della voce, lo stesso che impostatura. 3. fig. Il metodo con cui si ...
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anorganico
anorgànico agg. [comp. di an- priv. e organico] (pl. m. -ci). – 1. Lo stesso, ma meno com., che inorganico, per indicare i corpi privi di organi, appartenenti cioè al regno minerale. 2. In [...] ’ascoltazione del cuore, che può comparire in caso di notevole anemia, durante la febbre, ecc. 3. In linguistica, di fonema non etimologico, che si aggiunge cioè al preesistente contesto fonematico di una parola in caso di protesi, di anaptissi, di ...
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inorganico
inorgànico agg. [comp. di in-2 e organico] (pl. m. -ci). – 1. Di corpo non dotato di capacità vitali; in partic., di sostanza appartenente al regno minerale. Chimica i. (in contrapp. a chimica [...] . 3. In medicina, che non ha base o substrato organico; sinon. di anorganico. 4. In linguistica (più com. anorganico), di fonema che appaia secondariamente nel corpo di una parola, che non sia cioè etimologico né richiesto da alcuna legge di fonetica ...
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bilaterale
agg. [comp. di bi- e del lat. latus -tĕris «lato, fianco»]. – 1. Che concerne i due lati; che si presenta con determinati caratteri nei due lati: pleurite b.; pneumotorace b., ecc. In biologia, [...] sia la laterale alveolare l sia la laterale palatale gl sono consonanti bilaterali. b. Opposizione b.: particolare tipo di opposizione fonologica, in cui due fonemi hanno in comune un insieme di tratti distintivi che non si ritrovano in nessun altro ...
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tassema
tassèma s. m. [der. del gr. τάξις (v. tassi-), col suff. -ema, sul modello dei termini linguistici già affermati come fonema, morfema, e sull’esempio dell’ingl. taxeme] (pl. -i). – Nella teoria [...] linguistica distribuzionale, ciascuna delle unità che caratterizzano una disposizione grammaticale (modulazione della voce, modificazione dei fonemi a seconda dei contesti, ordine dei costituenti, selezione di forme che hanno la stessa disposizione ...
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In linguistica, unità minima non ulteriormente analizzabile del significante. Il termine si è affermato con J. Baudouin de Courtenay e F. de Saussure. Dopo N.S. Trubeckoj, in opposizione a suono, denota un segmento fonico-acustico non suscettibile...
In linguistica, fonema intermedio tra due o più fonemi, risultante dalla neutralizzazione di un’opposizione fonologica (per es., e in sillaba atona, in quanto frutto della neutralizzazione di é ed è).