ladino1
ladino1 agg. e s. m. [dall’engadinese ladìn (che è il lat. latīnus «latino»), nome con cui si designa la parlata locale]. – Denominazione comune a tre gruppi dialettali neolatini della zona alpina [...] e Livinallongo: i dialetti l. (e come s. m., il ladino); relativo a questi dialetti, o che parla uno di questi dialetti, o abita nelle regioni in cui sono parlati: la fonetica l.; la cultura l.; le comunità, le minoranze l. e, come s. m., i ladini. ...
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baltoslavo
agg. [comp. di balt(ic)o e slavo]. – Che riguarda il gruppo linguistico costituito dalle lingue baltiche e dalle lingue slave, fra le quali vi sono concordanze molto forti nel lessico, nella [...] fonetica, nella morfologia, nella sintassi; come s. m., il baltoslavo, l’insieme delle due famiglie linguistiche. ...
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intenso
intènso agg. [dal lat. tardo intensus, propr. «teso», part. pass. di intendĕre «tendere» (per il class. intentus)]. – 1. Che si manifesta o agisce o è sentito o colpisce i sensi con forza, con [...] i.; con i. fervore; con i. zelo; sguardo i., carico del sentimento interno, o anche fisso, penetrante. 2. In fonetica, articolazione i. (o anche forte), quella realizzata con energia relativamente maggiore (v. intensità, n. 4 a); consonanti i. sono ...
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acuita
acuità s. f. [dal lat. mediev. acuitas -atis, affine ad acuĕre: v. acuire]. – Acutezza, forza penetrante, intensità: l’a. del grido; l’a. del desiderio; a. di una sensazione; raro con il sign. [...] (o, con termine lat., visus), la capacità dell’occhio di vedere distintamente gli oggetti, e la misura di tale capacità. In fonetica, a. d’un suono, o d’una sillaba, l’altezza di tono musicale con cui si pronuncia (in italiano, nelle parole isolate ...
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momentaneo
momentàneo agg. [dal lat. tardo momentaneus, der. di momentum «momento»]. – 1. Che dura un solo momento o, in genere, brevissimo tempo: avere uno smarrimento m.; essere colto da un m. malessere; [...] vista nel suo estendersi nel tempo (per es., sta morendo); analogam., verbi m., contrapposti ai verbi durativi. b. In fonetica, consonanti m., le consonanti il cui effetto acustico si può manifestare soltanto in un periodo di tempo estremamente breve ...
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sede
sède s. f. [dal lat. sedes «sedia, seggio», poi «luogo di residenza, dimora, ecc.», corradicale di sedēre «stare seduto»]. – 1. Col sign. originario di «seggio» (raro anche nell’ital. ant.), solo [...] di s. di un tumore). c. Parte di una parola nella quale si verifica un determinato fenomeno (per lo più di natura fonetica): la s. dell’accento, la sillaba sulla quale cade l’accento stesso; una parola con accento in prima, in seconda, in terza ...
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adattamento
adattaménto s. m. [der. di adattare]. – 1. a. L’atto, l’operazione di adattare: a. di un abito; a. di un edificio ad albergo; a. (o riduzione) teatrale di un’opera letteraria, rielaborazione [...] della lingua ricevente, mediante la sostituzione dei fonemi stranieri con fonemi il più possibile simili nella loro sostanza fonetica. Anche il risultato di tale processo; per es., sciampagna e bistecca sono adattamenti del fr. champagne e ingl ...
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interdentale
agg. [comp. di inter- e dente]. – 1. Che si trova tra dente e dente: spazî i.; estens., filo i., confezione farmaceutica costituita da un filo di seta o da altro filato abbastanza resistente, [...] di una sostanza cerosa, usato per la pulizia degli spazî interdentali. Con lo stesso sign., anche interdentario. 2. In fonetica, di consonante che si articola con la punta della lingua tra i denti (tra gli incisivi superiori e quelli inferiori ...
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tono1
tòno1 (ant. tuòno) s. m. [dal lat. tonus, gr. τόνος, propr. «tensione», affine a τείνω «tendere»]. – 1. a. In linguistica, accento musicale e, con valore più generico, accento in generale (anche [...] d’intensità o espiratorio); con accezione più specifica, in fonetica, tratto di altezza relativa dell’intonazione, usato in alcune lingue con valore distintivo per ogni sillaba dell’enunciato (mentre nella maggior parte delle lingue europee, come in ...
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volumografo
volumògrafo s. m. [comp. di volume e -grafo]. – Apparecchio usato in fonetica sperimentale per registrare il consumo quantitativo d’aria respiratoria durante l’articolazione di uno o più [...] fonemi: consiste di un sistema captante l’aria all’orifizio orale e nasale e di un apparato scrivente (penna e carta scorrevole) che permette la misurazione in cm3 ...
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Nella vecchia nomenclatura delle parti della linguistica, ramo della scienza linguistica che studia i suoni, o fonemi, articolati dall’apparato di fonazione umano allo scopo di significare.
La f. si distingue in: f. descrittiva, che descrive...
La fonetica linguistica è lo studio dei suoni (o foni; ➔ fonetica articolatoria, nozioni e termini di) prodotti dai parlanti nell’atto di pronunciare una lingua. Ciò non esaurisce la totalità dei suoni che l’apparato fonatorio umano può produrre...