coltivare
v. tr. [dal lat. mediev. cultivare, der. di cultus, part. pass. di colĕre «coltivare»]. – 1. Curare un terreno, una pianta con il lavoro, la concimazione e gli altri mezzi opportuni a renderli [...] frutto: c. la terra, un podere, un campo, l’orto; c. a grano, a orto, a vigneti, ad agrumi, a foraggio. Con sign. analoghi, c. una miniera (v. coltivazione); c. le perle, ottenerle artificialmente attraverso opportuni procedimenti (v. perla). 2. fig ...
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vulneraria
vulnerària s. f. [dall’agg. vulnerario]. – Altro nome dell’erba Anthyllis vulneraria (detta anche antillide, trifoglio giallo delle sabbie), polimorfa, con corolla bianca, gialla o rossa; [...] cresce nei luoghi erbosi siccitosi in Europa, nella regione mediterranea, ecc., dove è anche coltivata per foraggio, da sola o consociata con altre erbe nei prati e pascoli. ...
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colza
còlza s. f., raro m. [dal fr. colza, masch., che è dall’oland. koolzaad, comp. di kool «cavolo» e zaad «seme»]. – Pianta delle crocifere (Brassica napus cv. napus), annua o bienne, con radice a [...] o rosso bruni; è la più importante pianta oleifera coltivata nell’Europa centrale e settentrionale e costituisce una buona pianta da foraggio (in Italia si coltiva spec. nel Veneto). Dai semi si estrae per pressione l’olio di colza o di cavolo ...
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panicale
s. m. [der. di panìco], tosc. – 1. ant. Granella, semi di panìco: per venti serque di mio p. ch’ebbe (Nuovi testi fiorentini, a. 1279). 2. Paglia costituita dagli steli secchi del panìco, usata [...] come foraggio e come strame per il bestiame: nel contado di Lucca si continua a chiamar panicale la paglia e gli steli secchi del panico (Gargiolli). 3. Campo coltivato a panìco. ...
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panico
panìco s. m. [lat. panīcum, der. di panus «pannocchia di miglio»] (pl., raro, -chi). – 1. a. Erba annua delle graminacee (Setaria italica o Panicum italicum), estesamente coltivata nelle regioni [...] rosse o nericce, usate come becchime per i volatili domestici; la pianta, resistente alla siccità, si coltiva anche per foraggio in erbai estivi. Con l’aggiunta di varie specificazioni, panico è inoltre nome di altre graminacee, appartenenti a generi ...
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filipendola
filipèndola (o filipèndula) s. f. [comp. di filo1 e pendulo]. – Erba perenne delle rosacee (Filipendula vulgaris), detta anche erba pepina o erba peperina, alta da 2 a 6 dm, con foglie pennatosette, [...] fiori bianchi, radici ingrossate a tubero; in Italia cresce nei luoghi umidi, e costituisce un discreto foraggio. ...
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cicerchia
cicérchia s. f. [lat. cicercŭla, dim. di cicer «cece»]. – Erba annua delle leguminose papiglionacee, del genere Lathyrus (v. latiro), di cui è soprattutto diffusa, in tutto il Mediterraneo, [...] la specie Lathyrus cicera, scarsamente coltivata per granella o per foraggio: ha fusto rampicante, legume con 3 o 5 semi, cuneiformi, che contengono un principio venefico per l’uomo e gli animali, la latirina. ...
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sgamollatura
(o scamollatura) s. f. [der. di sgamollo]. – In agricoltura, taglio dei soli rami laterali di alcune piante arboree, praticato in modo che nel punto del taglio germoglino periodicamente [...] nuovi rami da tagliare per varie utilizzazioni (fascine, foraggio, ecc.). ...
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cicerchione
cicerchióne s. m. [der. (propr. accr.) di cicerchia]. – Erba rampicante delle leguminose papiglionacee (Lathyrus sylvestris), detta anche pisello selvatico, rubiglio, rubiglione, veccione, [...] comune in Italia nei luoghi selvatici o coltivata per i fiori e per foraggio: ha fusti alti fino a 2 m con fiori in grappoli e legumi simili a quelli del pisello. ...
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euclena
euclèna s. f. [lat. scient. Euchlaena, comp. di eu- e del gr. χλαῖνα «mantello», per la rachide delle infiorescenze nascosta dalle spighette]. – Genere di piante graminacee, con due specie del [...] Messico, una delle quali, il teosinte, è coltivata come foraggio. ...
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Qualsiasi sostanza che serve di alimento al bestiame domestico. I f. sono prodotti per la maggior parte direttamente dalle coltivazioni, in minor misura derivano dai residui delle industrie agrarie o altre. Si possono distinguere diverse categorie:...
FODRO (dal longob. fōdr "foraggio")
Pier Silverio Leicht
Durante l'Alto Medioevo era così chiamato il diritto che avevano gli ufficiali pubblici e il sovrano, che si fossero recati in un paese per le loro funzioni, di farsi dare dalle popolazioni...