nessuno
(ant. o pop. tosc. nissuno) agg. e pron. indef. [lat. ne ipse ūnus]. – 1. Neanche uno; è usato solamente al singolare, per escludere in maniera assoluta l’esistenza o la presenza o altra qualità [...] diffusasi in seguito anche per indicare un territorio sul quale non sia esercitata effettiva sovranità da alcuno stato. 2. In frasi non negative, ma con implicito senso negativo o dubitativo, assume il valore di qualche, qualcuno, alcuno (agg. e pron ...
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lìnea s. f. [dal lat. linea, der. di linum «lino2»; propr. «filo di lino»]. – 1. a. Ente geometrico che si estende nel senso della sola lunghezza, e che può essere matematicamente definito indipendentemente [...] o mobili); l. ad alta tensione; l. telegrafica, l. telefonica, ecc. In partic.: a. Con riferimento al telegrafo e al telefono, le frasi: essere in linea, avere stabilito il contatto con la persona o la località con cui si vuol parlare; trovare la l ...
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pane1
pane1 s. m. [lat. panis]. – 1. a. Alimento ottenuto dalla cottura nel forno di una pasta lievitata preparata con farina di frumento (o di altri cereali), acqua, sale (che in alcuni tipi può anche [...] ’Ottocento; prov., la speranza è il p. dei miseri, è il loro abituale, e spesso unico, nutrimento. Non si vive di solo p., frase che ripete il passo evangelico non di solo pane vivrà l’uomo (Luca 4, 4: scriptum est quia non in solo pane vivet homo ...
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sprecare
v. tr. [etimo incerto; forse lat. *exprecari «mandare in malora», comp. di ex- e precari «pregare, augurare, maledire», presente anche nei composti deprecari e imprecari (v. deprecare, imprecare)] [...] questa telefonata in mio favore?; fare regali o concedere aiuti economici miseri o meschini: si è sprecato a regalarti cinque euro!; in frasi negative e con uso assol.: non si è sprecato, non s’è certo sprecato e sim., non ha fatto un grande sforzo ...
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uno
agg. num. card., pron. indef. e art. indet. [lat. ūnus]. – Come agg. e come art., uno ha al masch. sing. la variante apocopata un, l’uso della quale è regolato dalle stesse norme che regolano l’uso [...] uomo, una sola casa, un’unica famiglia, una volta soltanto; anche senza questi elementi raf-forzativi uno può significare in alcune frasi «uno solo», «un unico» o anche «uno stesso»: non ho che un recipiente; prov. una rondine non fa primavera; quei ...
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uomo
uòmo (ant. o pop. òmo) s. m. [lat. hŏmo hŏmĭnis] (pl. uòmini [lat. hŏmĭnes]). – 1. a. Essere cosciente e responsabile dei proprî atti, capace di distaccarsi dal mondo organico oggettivandolo e servendosene [...] cogliere in fallo; è l’u. che fa per noi; non è l’u. che immaginavo. Alludendo a un uomo particolare in frasi che mirino a rilevare la peculiare individualità (carattere, indole, psicologia, ecc.): conosco l’u. (o il mio u.) e saprò convincerlo; l ...
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interpungere
interpùngere v. tr. [dal lat. interpungĕre, (comp. di inter- e pungĕre «pungere»), propr. «separare lettere o parole con il segno del punto»] (coniug. come pungere). – Separare le parole, [...] scritto, o anche di una scrittura musicale, con i segni d’interpunzione. Per estens., letter., collocare o intercalare, tra una frase e l’altra di uno scritto o di un discorso, parole, pause, gesti o altro, a sottolineatura, risalto o commento delle ...
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come
cóme avv. e cong. [lat. quōmŏ(do) et, propr. «nel modo che anche ...»] (radd. sint.). – Può essere apostrofato davanti a vocale, spec. davanti a e: com’egli volle; com’eravamo d’accordo; nell’uso [...] ’a un tratto (me n’andavo per i fatti miei quando, com’è come non è, sento un tale che mi chiama). In frasi interrogative, e più in esclamazioni, significa talora «quanto»: sai come mi dispiace; come sei cresciuto!; come mi sento bene ora!; come sei ...
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riga
s. f. [dal longob. rīga]. – 1. Linea, immaginata per lo più diritta e più o meno sottile, che sia comunque segnata, oppure incavata o rilevata, su una superficie: tirare, tracciare una r. (col lapis, [...] al suo posto, al dovere, all’obbedienza (e analogam., uscire di r., deviare dal retto cammino, dal proprio dovere); ormai rare le frasi mettersi in r. con un altro o con altri, mettersi alla pari, volerlo o volerli emulare, e la locuz. agg. di prima ...
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malvagio
malvàgio agg. [prob. dal provenz. malvatz, che è il lat. tardo malifatius «che ha cattivo fato»] (pl. f. -gie o -ge). – 1. a. Di persona, che opera il male compiacendosene o restando indifferente [...] ., anche nell’uso com., di ciò che per qualsiasi motivo risulta spiacevole, non soddisfacente: fa un tempo m., oggi; più spesso in frasi negative, con litote: non mi sembra un’idea m.; il film non è stato poi tanto malvagio. ◆ Avv. malvagiaménte, con ...
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L’idea di subordinazione rimanda a una struttura di frase complessa, nella quale uno o più costituenti sono a loro volta frasi, formate da un predicato (tipicamente, un verbo; ➔ predicato, tipi di) saturato dai suoi ➔ argomenti. La frase complessa...
La frase parentetica è un particolare tipo di frase incidentale (➔ incidentali, frasi), apparentemente coordinata o subordinata alla frase di cui è inserto (detta frase ospite), ma che, in realtà, non partecipa alla configurazione logico-sintattica...