obbrobrio
obbròbrio (ant. oppròbrio) s. m. [dal lat. opprobrium, comp. di ob- e probrum «vergogna, disonore, infamia»]. – 1. a. Infamia, disonore: In o. di noi, per noi si legge ... il nome di colei [...] (Muratori); l’esistenza di gravi ingiustizie sociali è un o. per un paese civile. Per estens. (per lo più in frasi di tono enfatico), con riferimento a cosa, opera, persona molto brutta, tale da offendere il senso estetico: certi edifici moderni ...
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insieme
insième (ant. insème) avv. e s. m. [lat. ĭnsĕmul, rifatto nel lat. volg. in *insĕmel per sostituzione di semel «una volta» a simul «insieme»]. – 1. avv. Esprime in genere i seguenti rapporti: [...] un congegno (commetterli, inserire ciascuno al suo posto); non essere capace di mettere i. due idee, un periodo, poche frasi, una lettera (cioè di formulare, di scrivere); mettere i. uno spettacolo, una mostra e sim. (organizzare, allestire); mettere ...
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iscusare
iscuṡare v. tr. – Forma eufonica di scusare (con i- prostetico), comune, per es., in frasi quali abbiatemi per iscusato, e simili. ...
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gettare
(ant. e poet. gittare) v. tr. [lat. *iectare, lat. class. iactare, intens. di iacĕre «gettare»] (io gètto, ecc.). – 1. a. Lanciare con la mano e con una certa forza nello spazio o verso un punto [...] o che può costituire un pericolo; g. lì, per lo più in senso fig., di cose fatte o dette alla buona, con noncuranza: una frase gettata lì senza parere. b. Con sign. simile a «gettare via» anche il semplice gettare: ha gettato la borsa per fuggire più ...
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pappa
s. f. [lat. pappa, voce onomatopeica del linguaggio infantile]. – 1. a. Minestra densa costituita da pane o semolino o sim., cotto in acqua o brodo o in acqua e latte (pappa al latte), talvolta [...] in acqua, con pomodoro e odori (aglio, rosmarino, alloro). Per estens., minestra o altra pietanza troppo cotta, densa e collosa, in frasi quali è (o sembra) una p., è diventata una p.; anche, impasto acquoso, poltiglia: una p. di gesso. b. Locuzioni ...
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consumare1
consumare1 v. tr. [dal lat. consumĕre (v. consumere), ravvicinato, già nel lat. tardo, per la coniug. a consummare (v. consumare2)]. – 1. a. Logorare, finire a poco a poco con l’uso: c. la [...] a un liquido o a un sugo, raddensarsi, concentrarsi con una prolungata bollitura: si è consumata troppo questa salsa; più spesso in frasi causative: far c., lasciar c. il brodo (o anche, con uso trans., ma sempre con valore causativo, c. il brodo, il ...
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male2
male2 s. m. [lat. malum «male fisico o morale», rifatto secondo male avv.]. – In senso ampio, il contrario del bene, tutto ciò che arreca danno turbando comunque la moralità o il benessere fisico [...] il numero 17 porti m.; secondo una vecchia superstizione, porta m. passare sotto una scala a pioli. Usato assol., in frasi ellittiche, per esprimere disapprovazione, rammarico: male! non dovevi rispondere così; e per contro non c’è m. (fam. anche non ...
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mo
‹mò›, region. ‹mó› (o mo’) avv. [lat. mŏdo, con gli stessi sign.] (radd. sint.), ant. o region. – Ora, adesso, o poco fa: questi spirti che mo t’appariro (Dante). Anche preceduto da pure (pur mo, [...] da mo che glielo dico; «Sei già arrivato?»«Da mo!». Unito a un imperativo, e per lo più posposto, acquista valore interiettivo (simile a quello dell’espressione un po’), in frasi come: senti mo che pretese; guardate mo quel che mi succede!, e simili. ...
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detta
détta s. f. [der. di dire, part. pass. detto]. – 1. Atto del dire, cosa detta, nella locuz. a detta di ..., a detta sua e sim., cioè «secondo ciò che dice ...»: a detta di tutti; a detta di chi [...] se ne intende; a detta degli esperti. 2. ant. Fortuna, buona sorte, in frasi come avere d., essere in d. e sim. (cioè: la fortuna, la sorte dice bene, è favorevole; cfr. il contr. disdetta). ...
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mo'
mo’ ‹mò› (o mò) s. m. (radd. sint.). – Abbreviazione di modo, usata oggi solo nella locuz. a mo’ di (più raro per mo’ di), in frasi quali: a mo’ d’esempio, per esempio; fatto a mo’ di martello, in [...] forma simile a un martello; avevano alzato un panno a mo’ di segnale, per segnale, con funzione di segnale; vestiva a mo’ di prete (Ghislanzoni), a somiglianza di un prete. Anticam., e talvolta anche nell’uso ...
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L’idea di subordinazione rimanda a una struttura di frase complessa, nella quale uno o più costituenti sono a loro volta frasi, formate da un predicato (tipicamente, un verbo; ➔ predicato, tipi di) saturato dai suoi ➔ argomenti. La frase complessa...
La frase parentetica è un particolare tipo di frase incidentale (➔ incidentali, frasi), apparentemente coordinata o subordinata alla frase di cui è inserto (detta frase ospite), ma che, in realtà, non partecipa alla configurazione logico-sintattica...