controprogrammare
(contro-programmare), v. tr. e intr. Offrire una programmazione alternativa a quella di un concorrente, per catturare un pubblico più ampio; con particolare riferimento alla programmazione [...] -programmare “Soraya” dice il direttore di Canale 5 [Giovanni] Modina ma la nostra decisione di trasmettere a ottobre della sera, 10 ottobre 2006, p. 47, Spettacoli).
Derivato dal v. tr. programmare con l’aggiunta del prefisso contro-.
Già attestato ...
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maiuscolo
maiùscolo agg. [dal lat. maiuscŭlus «alquanto più grande», dim. di maior «maggiore»]. – 1. a. In paleografia, detto di scrittura caratterizzata dall’altezza uniforme delle singole lettere, [...] , come iniziali di nomi proprî, e in altri casi determinati (v. oltre): scrivere, comporre in tutte lettere m.; fig., parlare nomi proprî di persona, cognomi, soprannomi (il letterato Giovanni Mazzuoli, detto il Padre Stradino); come iniziale di nomi ...
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peccato
s. m. [lat. peccatum, der. di peccare «peccare»]. – 1. a. In generale, trasgressione di una norma alla quale si attribuisce un’origine divina o comunque non dipendente dagli uomini: il concetto [...] della gravità, si distingue tra p. veniale (v. veniale) e p. mortale (v. mortale, n. 3); un’altra distinzione è .: chi è senza p. scagli la prima pietra, frase del Vangelo (Giovanni 8, 7: qui sine peccato est vestrum, primus in illam lapidem mittat ...
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prigione1
prigióne1 (ant. pregióne) s. f. [dal fr. prison, che è il lat. pre(he)nsio -onis «l’atto di prendere», der. di pre(he)ndĕre «prendere» (v. prendere e prensione)]. – 1. a. Lo stesso che carcere, [...] a un bel momento, prendere senza esitare la via della p. (Giovanni Guareschi); passare la vita in p.; è stato condannato a quattro della propria libertà (cfr., con sign. analogo, gabbia dorata: v. gabbia, n. 1 a). b. Nel linguaggio ascetico o letter ...
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colare1
colare1 v. tr. e intr. [lat. cŏlare «filtrare, gocciolare, versare», der. di colum (v. cólo); nel sign. 4, dal fr. couler, che ha lo stesso etimo] (io cólo, ecc.). – 1. tr. a. Far passare una [...] un po’ di sangue; avevo la faccia impiastrata di fango: il sudore me lo faceva c. addosso, come se fosse marmellata (Giovanni Testori); e par che sangue cole (Carducci), che coli, che versi sangue; frequente l’uso assol.: il barile cola; gli cola ...
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sol1
sòl1 s. m. [prima sillaba della parola solve con cui ha inizio il 5° emistichio dell’inno di s. Giovanni Battista; v. nota, n. 2 a, e ut]. – In musica, nome in uso nei paesi latini, dalla riforma [...] in sol maggiore, in sol minore. È anche nome della corda (violino, ecc.) e del tasto (pianoforte, ecc.) corrispondente, negli strumenti, alla nota sol (che è una delle tre note, sol, do, fa, cui si è dato il valore di chiave: v. chiave, setticlavio). ...
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pieta
pietà s. f. (ant. pietate, pietade) [lat. piĕtas -atis (der. di pius «pio, pietoso»)]. – 1. a. Sentimento di affettuoso dolore, di commossa e intensa partecipazione e di solidarietà che si prova [...] , rispetto reverenziale per ciò che è considerato sacro: la p. di Enea (v. pietas); p. di figlio; p. verso la patria; la p. per Madonna che tiene in grembo Cristo morto: la Pietà di Giovanni Bellini (all’Accademia di Brera, Milano); la Pietà di ...
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mansione
mansióne s. f. [dal lat. mansio -onis «sosta, dimora», der. di manere «restare»; cfr. magione]. – 1. a. non com. Stazione di tappa lungo le strade romane; per estens., alloggio: nella casa del [...] del lat. in domo Patris mei mansiones multae sunt (Giovanni 14, 2). b. ant. Indirizzo, recapito: lettera senza mansione. c. Nel dramma liturgico medievale, lo stesso che luogo deputato (v. deputare). 2. Nell’astronomia e astrologia antiche, m. lunare ...
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la3
la3 s. m. [prima sillaba della parola labii con cui ha inizio il sesto emistichio dell’inno di s. Giovanni (v. ut)]. – Nome dato nei paesi latini, dalla riforma di Guido d’Arezzo (sec. 11°) in poi, [...] alla sesta nota della scala musicale fondamentale (cioè la scala di do), per la quale i popoli germanici e anglosassoni conservano invece l’antico nome A: un brano in la maggiore; accordo di la minore; ...
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Figlio (1332-1391) di Andronico III, gli successe nel 1341. Il consiglio di reggenza fu presto rovesciato da Giovanni VI (o V) Cantacuzeno che, incoronatosi imperatore, diede in moglie al giovane collega la figlia Elena (1347), tenendolo però...
Figlio (Lisbona 1689 - ivi 1750) del re Pietro II, cui successe (1707), vanitoso e dissipatore (realizzò immense costruzioni, come quella del convento di Mafra, per attestare la magnificenza della sua corte), fu re rigidamente assolutista, che...