ausiliare
auṡiliare agg. e s. m. e f. [dal lat. auxiliaris, der. di auxilium «aiuto»]. – 1. agg. Che è di aiuto: rifornimenti a.; milizie, reparti a.; vescovo a., lo stesso che vescovo coadiutore; verbo [...] Chi è d’aiuto, chi coadiuva qualcuno nelle sue funzioni: a. dell’imprenditore. In partic., ausiliari del giudice, persone estranee all’organo giudicante e alla parte (per es., il consulente tecnico, l’interprete, il curatore fallimentare, ecc.), che ...
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diritto2
diritto2 (ant. dritto) s. m. [uso sostantivato dell’agg. prec.]. – 1. In senso ampio, nel linguaggio letter. (non quindi come termine tecnico del linguaggio giur.), ciò che è giusto, o è sentito [...] , termine (contrapp. a fatto) che indica la concreta applicazione della norma giuridica, da parte del giudice, alla fattispecie da lui accertata: la Cassazione è giudice del d. e non del fatto. Anche nelle sentenze e nelle comparse: in fatto ..., in ...
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decreto
decréto s. m. [dal lat. decretum, der. di decernĕre «deliberare» (comp. di de- e cernĕre «distinguere»), part. pass. decretus]. – 1. Atto deliberativo o ordinatorio emanato da un’autorità amministrativa [...] d.; d. presidenziale, d. ministeriale, d. prefettizio; d. di nomina, di autorizzazione, ecc.; d. che dispone il giudizio, provvedimento del giudice penale con il quale è ordinato il rinvio a giudizio di un imputato; d. ingiuntivo (v. ingiuntivo); d ...
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sospensione
sospensióne s. f. [dal lat. suspensio -onis, der. di suspensus, part. pass. di suspendĕre «sospendere»]. – 1. a. Il fatto di appendere, d’essere appeso: lampada a s., o anche semplicem. sospensione, [...] n. 2. Nel diritto processuale, s. del dibattimento, quando la continuazione del dibattimento è differita a data stabilita dal giudice, senza che la parte dibattimentale già svolta perda nulla del proprio valore processuale; s. del processo, quando l ...
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motivazione
motivazióne s. f. [der. di motivare; nel sign. 2, per influenza dell’ingl. motivation]. – 1. L’atto del motivare; in partic., nel linguaggio burocr., esposizione delle ragioni che giustificano [...] Pubblica Amministrazione (quando, per legge, esso debba essere formalmente motivato) costituisce motivo di ricorso al giudice amministrativo, mentre costituisce motivo di ricorso in Cassazione ove si tratti di provvedimenti giurisdizionali (che, a ...
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a quo
‹a ku̯ò› locuz. lat. (propr. «dal quale»). – Espressione che, spec. nel frasario dei giuristi e degli storici, serve a qualificare un punto di riferimento iniziale: dies a quo, giorno da cui decorre [...] un termine (per terminus a quo, v. terminus); giudice a quo, giudice di cui si è impugnata una sentenza. Il contrapposto costante, esplicito o implicito, di a quo è ad quem. ...
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reclamo
s. m. [der. di reclamare]. – 1. L’azione e il fatto di reclamare, di lamentarsi di un’ingiustizia subita, o anche solo di una irregolarità qualsiasi avvenuta a proprio danno: per qualsiasi r. [...] partic. la domanda con cui si cerca di ottenere il riesame di un’ordinanza o di un decreto da parte dello stesso giudice che l’ha emanato, e, nell’espressione reclamo della legittimità, l’azione con la quale il figlio richiede, contro i genitori, il ...
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arbitrario
arbitràrio agg. [dal lat. arbitrarius, der. di arbĭter «arbitro»]. – Che dipende dalla volontà e dall’arbitrio del singolo senza riferimento a legge o norma esteriore: pena a., nei vecchi [...] 18°), la pena di cui si rimettesse la determinazione al potere discrezionale del giudice; esercizio a. delle proprie ragioni, reato di chi, potendo ricorrere al giudice, si fa ragione da sé con violenza o minacce; interpretazione a., non giustificata ...
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arbitro
àrbitro s. m. [dal lat. arbĭter -tri]. – 1. Chi, o che, ha libertà di fare o non fare una cosa, di decidere o disporre di una cosa secondo la propria volontà: sei a. di fare ciò che vuoi; il [...] , in una gara di domanda e risposta. 4. Nello sport, ufficiale di gara (in alcuni sport designato ufficialmente come giudice arbitro) che ha il compito di seguire le fasi di una competizione assicurandone la regolarità, punendo gli eventuali falli e ...
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tribunale
s. m. [dal lat. tribunal -alis, dapprima tribunale, neutro sostantivato d’un agg. tribunalis «di tribuno, dei tribuni»]. – 1. In origine, e anche oggi in determinate espressioni, il luogo dove [...] 4. fig. a. Il luogo, la persona, il consesso (anche ideale) cui si deve rendere conto del proprio operato morale per essere giudicati: il t. di Dio, la divina giustizia (presentarsi al t. di Dio; essere chiamati a rispondere davanti al t. di Dio); il ...
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Autorità che ha la competenza di emettere giudizi su questioni particolari.
Diritto
Organo dello Stato che impersona la funzione giurisdizionale di applicazione delle norme giuridiche ai casi concreti attraverso un provvedimento singolare e...
giudice
Per dimostrare l'impossibilità di giudicare rettamente un uomo se si è presi dall'invidia, che non lascia la ragione argomentare per la cosa invidiata, D. osserva che in questo caso la potenza giudicativa è... quel giudice che ode...