tonfo
tónfo s. m. [voce onomatopeica]. – Rumore piuttosto cupo, prodotto da un corpo che cade nell’acqua o anche in terra, e meno spesso provocato da colpi battuti (spec. se questi hanno una risonanza [...] giù dal carro; che cosa sono questi t. in cantina?; lasciò cadere la cartella vicino alla scrivania, con un t. sordo (GiuseppePontiggia) Talora s’intende anche la caduta, nelle espressioni fare, dare un tonfo. ◆ Dim. tonfétto, meno com. tonfino. ...
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essenziale
agg. e s. m. [dal lat. tardo essentialis, der. di essentia «essenza»]. – 1. agg. a. Che costituisce o contiene l’essenza di una cosa; sostanziale, indispensabile (contrapp. a accidentale, [...] (Manzoni); se la letteratura ha un senso, lo ha solo se si confronta con le cose e. che ci riguardano (GiuseppePontiggia). In letteratura, poesia e., ridotta alla sua essenza lirica, poesia «pura» o ermetica. In diritto, elementi e., quelli la cui ...
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telefonata
s. f. [der. di telefonare]. – Comunicazione, conversazione fatta per mezzo del telefono: fare, ricevere una t.; t. urbana, interurbana; in ultimo anche un incontro fugace è interminabile, [...] anche una t. lunga, anche una breve, anche un minuto, un secondo (GiuseppePontiggia); una t. anonima, fatta da persona che non ha voluto rivelare il suo nome. ◆ Dim. telefonatina, telefonata breve; pegg. telefonatàccia, telefonata di rimprovero, di ...
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volgarita
volgarità s. f. [dal lat. tardo vulgarĭtas -atis]. – 1. Mancanza di cultura, di educazione, di finezza e di signorilità, di elevatezza e di nobiltà spirituale: v. di modi, di gusti; v. d’animo; [...] una v. insopportabile; sapeva che una dose discreta di mediocrità è dote preziosa, come la v. in un seduttore (GiuseppePontiggia). 2. Modo di comportarsi, e soprattutto di esprimersi, volgare; gesto, frase, parola volgare: queste sono v. di cui ti ...
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fidare
v. tr. e intr. [lat. *fīdare, der. di fīdus «fedele»]. – 1. tr. a. Affidare, dare in consegna con fiducia; con compl. di cosa: f. un oggetto prezioso a un custode di pochi scrupoli; prov., a can [...] , nelle capacità di qualcuno. 3. intr. pron. a. Avere fiducia: in troppi casi non possiamo che fidarci dei nemici (GiuseppePontiggia); m’ero fidato che fosse una persona per bene; iron., andate a fidarvi di certi galantuomini; prov., fidarsi è bene ...
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inconsapevolezza
inconsapevolézza s. f. [der. di inconsapevole]. – L’essere inconsapevole, stato di chi è inconsapevole: i. dei proprî atti, del male commesso; la modestia, quando non è rituale, ha natura [...] ambigua, divisa tra pavidità e i. (GiuseppePontiggia). ...
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temibile
temìbile agg. [der. di temere]. – Che è da temere, che si può o si deve temere: un avversario t.; un nemico poco t.; un’ira t., una t. vendetta; per ora, non è t. un peggioramento della situazione; [...] hanno provato al loro giudice più esigente - se stessi - di non essere quello che genitori e insegnanti, in t. solidarietà, pronosticavano (GiuseppePontiggia). ◆ Avv. temibilménte, non com., in modo temibile: un nemico temibilmente astuto e deciso. ...
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complessita
complessità s. f. [der. di complesso1]. – 1. L’esser complesso (nelle varie accezioni dei sign. 1 e 2 di quest’agg.): c. di una questione, di un ragionamento, di una costruzione teorica; [...] una situazione in tutta la sua complessità; solo il discorso chiaro può essere di una c. inesauribile (GiuseppePontiggia). 2. Caratteristica qualitativa di un sistema, cioè di un aggregato organico e strutturato di parti tra loro interagenti ...
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completezza
completézza s. f. [der. di completo]. – 1. L’esser completo, o anche compiuto, finito in sé: c. di un elenco, di una raccolta, di una narrazione; la follia della c. persegue una totalità [...] irreale per inibirci l’unico spazio aperto a noi, quello della parzialità (GiuseppePontiggia). 2. Proprietà di un ente matematico consistente nel fatto che esso non è contenuto in un altro ente più ampio dello stesso tipo. ...
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niente
niènte (ant. neènte, neiènte, e altre var.) pron. indef., s. m. e avv. [etimo incerto; tra le varie etimologie proposte, cioè lat. ne inde, nec entem, *nec gentem, è ritenuta più accettabile l’ultima, [...] lo scrittore si mette a scrivere e pensa che n. è stato detto. Guai se ti metti a scrivere pensando il contrario! (GiuseppePontiggia); non ha trovato n.; non lo contraddice in n.; non manca di n., ha tutto il necessario; di n.!, formula di cortesia ...
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Scrittore italiano (Como 1934 - Milano 2003). Dopo un'esperienza di lavoro impiegatizio, cui si riferisce il romanzo La morte in banca (1959; edd. riviste e ampl. 1979 e 1991), si dedicò all'insegnamento e successivamente al lavoro editoriale...
MANGIONE, Lucette [Luce d’Eramo]
Paola Villani
Nacque il 17 giugno 1925 a Reims, da Publio e Maria Concetta Straccamore. Il padre, ingegnere ma anche pittore, dopo l’impegno come pilota nella prima guerra mondiale, in Francia svolgeva la...