sapere2
sapére2 (ant. o dial. savére) v. tr. [lat. volg. *sapēre, per il lat. class. sapĕre «aver sapore; esser saggio, capire», che in epoca tarda ha sostituito nel sign. il lat. class. e letter. scire] [...] saper disegnare; saper parlare molte lingue (ma anche s. molte lingue); saper suonare uno strumento; seguito da un sostantivo: s. la grammatica, la matematica; s. la storia, la geografia; s. l’inglese, l’arabo, il latino, il greco; sa tutte le regole ...
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esaptoto
eṡaptòto agg. [dal lat. tardo hexaptotus, gr. ἑξάπτωτος, comp. di ἑξα- «esa-» e tema di πίπτω «cadere», πτῶσις «caso»]. – In grammatica, di pronomi o aggettivi latini che nel masch. sing. hanno [...] una terminazione diversa per ciascuno dei sei casi (come per es. totus, solus, ecc.) ...
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muto
agg. [lat. mūtus, voce derivata da una radice onomatopeica mu che, come il gr. μῦ-, riproduceva la formazione di suoni inarticolati prodotti a bocca chiusa]. – 1. a. Di persona che non può fare [...] dei lieviti della fermentazione. ◆ Dim. mutino, come s. m. (f. -a), bambino muto; nell’insegnamento elementare dell’alfabeto e della grammatica è chiamata talvolta mutina la lettera h in quanto priva di suono proprio (v. sopra, al n. 2 a). ◆ Avv ...
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o, O
‹ò› s. f. o m. (radd. sint.). – Quattordicesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma deriva dal segno usato dai Greci per indicare in origine la vocale o, breve o lunga, prima che si differenziassero [...] motivi, anche nel testo. La diversa origine etimologica delle ò e delle ó italiane è chiarita dalle seguenti regole fondamentali di grammatica storica: 1) la ó italiana continua la ó del tardo latino, in cui s’erano venuti a confondere, scomparsa la ...
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presente1
preṡènte1 agg. e s. m. e f. [dal lat. praesens -entis, comp. di prae- «pre-» e ens entis part. pres. di esse «essere», con inserzione di -s- eufonica prob. per attrazione di absens «assente» [...] ... secondo che l’antiche storie e la comune opinione de’ p. pare che vogliano, ebbe inizio da’ Romani (Boccaccio). 3. In grammatica, tempo p. (o assol. presente s. m.), tempo del verbo che indica azione che si compie nel momento in cui avviene la ...
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quiete
quiète s. f. [dal lat. quies -etis]. – 1. Lo stato di ciò che è fermo rispetto a un sistema di riferimento; immobilità. Con questo senso, si contrappone di solito a moto, spec. nella fisica: un [...] corpo in q.; passaggio dallo stato di q. allo stato di moto; in grammatica e nella lessicografia, verbi di q. e verbi di moto, soprattutto con riguardo alla reggenza di complementi di luogo. Nell’uso corrente, con valore relativo (più vicino a calma ...
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ossitono
ossìtono agg. [dal gr. ὀξύτονος, comp. di ὀξύς «acuto» e τόνος «accento»]. – Nella grammatica greca, di parola che ha l’accento acuto sulla vocale dell’ultima sillaba (anche come s. f., le ossitone, [...] o, non com., come s. m., gli ossitoni). Il termine è usato anche per lingue diverse dal greco, per indicare parole accentate sull’ultima sillaba ...
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anomalia
anomalìa s. f. [dal gr. ἀνωμαλία, lat. anomalĭa; v. anomalo]. – Irregolarità, difformità dalla regola generale, o da una struttura, da un tipo che si considera come normale: le a. della natura; [...] : 1. In linguistica, con riferimento alle lingue classiche, irregolarità di rapporti tra gli elementi linguistici, che i grammatici greci della scuola di Pergamo (detti perciò anomalisti) consideravano come il principio fondamentale della lingua, in ...
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anomalo
anòmalo agg. [dal lat. tardo anomălus, gr. ἀνώμαλος, comp. di ἀν- priv. e ὁμαλός «uguale»]. – Che non è conforme alla regola generale, alla norma, al comportamento consueto, alla struttura tipica, [...] . di abnorme o patologico (per es., in medicina, accrescimento a., moltiplicazione a. delle cellule, ecc.). In partic.: nella grammatica latina e italiana, verbi a., verbi il cui paradigma risulta dal concorso di temi verbali diversi (lat. fero, tuli ...
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esclamazione
esclamazióne s. f. [dal lat. exclamatio -onis]. – L’esclamare, e più spesso, in senso concr., la parola o le parole dette esclamando: prorompere in esclamazioni; un’e. di gioia, di dolore, [...] di sdegno, di meraviglia, ecc. In grammatica (anche interiezione), espressione verbale di un sentimento, affidata al tono della voce e ad altri mezzi espressivi, come gesti, mimica facciale, ecc., per cui sta spesso ai margini del linguaggio ...
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Rappresentazione sistematica di una lingua e dei suoi elementi costitutivi, articolata tradizionalmente in fonologia (dottrina dei suoni di cui è costituita la parola), morfologia, sintassi, lessicologia (studio scientifico del sistema lessicale...
La più antica grammatica italiana che si conosca è trasmessa, anonima, dalle prime carte del codice Reginense Latino 1370 della Biblioteca Apostolica Vaticana (nota perciò come Grammatichetta vaticana; il medesimo codice contiene anche una trascrizione...