imprimatur
v. lat. [3a pers. sing. del cong. pres. passivo di imprimĕre, nel sign. mod. di «stampare»; quindi «si stampi»], usato in ital. come s. m. – Parola apposta dal competente vescovo, o più spesso [...] in principio o alla fine del libro. Quindi, l’approvazione espressa con tale termine: apporre, negare, ottenere l’imprimatur; talora usato con senso estens., scherz., nel senso di approvazione, consenso (sempre con riferimento alla stampa): ha ...
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nihil obstat quominus imprimatur
‹nìil òbstat ku̯òminus ...› (lat. «nulla osta a che si stampi»). – Formula che viene stampata in principio o alla fine di libri, fogli o immagini editi con la prescritta [...] licenza dell’autorità ecclesiastica (v. imprimatur). Nell’uso com. anche semplicem. nihil obstat, con sign. più generico, per affermare che non esistono difficoltà al compimento di un’azione, all’intrapresa e allo svolgimento di un’attività, all’ ...
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nullaosta
nullaòsta (più com. 'nulla òsta') s. m. [comp. di nulla e osta, voce del verbo ostare, ricalcato sul lat. curiale nihil obstat, comune soprattutto nella frase nihil obstat quominus imprimatur [...] (v.)], invar. – Dichiarazione scritta, rilasciata dalla competente autorità amministrativa su richiesta dell’interessato, che attesta l’esistenza di certi presupposti e quindi l’inesistenza di contrarietà ...
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Parola che può trovarsi apposta al principio o alla fine dei libri per i quali, a norma del Codex iuris canonici (can. 824-828), è necessaria la licenza di pubblicazione da parte dell’autorità ecclesiastica.
IMPRIMATUR
È la parola latina ("si stampi") apposta dal vescovo competente a un libro che gli sia stato sottoposto per la censura ecclesiastica e sia da lui approvato. Può essere stampata o in principio o in fine del libro. V. censura; indice.