soffrire
(ant. sofferire e sofferére) v. tr. e intr. [lat. pop. *sufferire, lat. class. sufferre «portare su di sé, sopportare», comp. di sŭb «sotto» e ferre «portare, tollerare»] (io sòffro, ecc.; pass. [...] soffre del caldo eccessivo e precoce; i vini leggeri soffrono nel trasporto. 3. Raro e ant., poet., l’uso sostantivato dell’infinito, col senso di sofferenza, patimento: O eletti di Dio, li cui soffriri E giustizia e speranza fa men duri (Dante ...
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ostentare
v. tr. [dal lat. ostentare, intens. di ostendĕre «mostrare» (dal part. pass. ostentus)] (io ostènto, ecc.). – Mettere intenzionalmente in mostra cose materiali, oppure qualità e sentimenti [...] al polso una vistosa catena d’oro; o. indifferenza, stupore, disprezzo; o. coraggio, disinvoltura, sicurezza di sé; talvolta costruito con di e l’infinito: ostenta spesso di essere premuroso. ◆ Part. pass. ostentato, anche come agg. (v. la voce). ...
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togliere
tògliere (ant. o letter. tòllere; pop. o letter. tòrre) v. tr. [lat. tŏllere «levare, alzare, sollevare»] (pres. indic. tòlgo [ant. tòglio], tògli [poet. ant. tòi], tòglie [poet. ant. tò, tòe], [...] ., tòr moglie, tòrre in o per moglie, ant. anche tòrre donna, e spesso semplicem. tòrre (raro con questo senso l’infinito togliere), prendere in moglie, sposare: io ho trovata una giovane ... la quale io intendo di tor per moglie (Boccaccio); Dietro ...
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scordare1
scordare1 v. tr. [tratto da ricordare, con mutamento di prefisso] (io scòrdo, ecc.). – 1. a. Non ricordare più, perdere la memoria di una cosa, sinon. di dimenticare (rispetto a cui, in alcune [...] per me; non ti scordare della riunione di questa sera, o che questa sera c’è la riunione). Quando è seguito dall’infinito, ha più comunem. la coniugazione pronominale con la prep. di: mi sono scordato di comprare la frutta; rara la forma attiva: non ...
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comiziare
v. intr. Fare un comizio; con tono ironico, sproloquiare. ◆ Ma è proprio questa l’anima della tv! L’incompetenza. Che porta i cantanti a comiziare, i politici a cucinar risotti, i cuochi a [...] . (Em[anuele] Ma[caluso], Riformista, 23 ottobre 2002, p. 3, Focus) • Arriva in pullman Walter Veltroni nel suo infinito tour pastorale. E [Riccardo] Illy che fa? Si rinchiude nel Palazzo della Regione, ex proprietà del Lloyd Austriaco, appena finito ...
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azzurro
ażżurro agg. e s. m. [da una pronuncia pop. lāzūrd dell’arabo lāzuward «lapislazzuli», che è dal persiano lāz̆ward o lāǵward, adattam. del sanscr. rājāvarta; cfr. lat. mediev. lazur o lazulum]. [...] ’a.; per estens., il cielo sereno: voli di rondini nell’a.; cantici di gloria, di gloria, di gloria Correran per l’infinito a. (Carducci). b. In chimica, sostanza, inorganica o organica, colorata in azzurro (per es., a. di cobalto, a. di Berlino) o ...
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presumere
preṡùmere (ant. preṡùmmere, proṡùmere) v. tr. [dal lat. praesumĕre «supporre, congetturare», comp. di prae- «pre-» e sumĕre «prendere»] (coniug. come assumere). – 1. Ritenere in base ad argomentazioni [...] più com. in casi simili pretendere). Più spesso, seguito dalla prep. di (con un complemento o con un verbo all’infinito), ritenersi capace di cose superiori alle proprie forze, avere eccessiva opinione di sé, delle proprie capacità: p. della propria ...
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guai
guài interiez. [plur. di guaio]. – Esclamazione di minaccia: g. a voi, anime prave! (Dante); g. ai vinti (come frase storica, v. vae victis!); g. a te, se parli; chi disubbidisce, guai! Spesso con [...] da un’azione possono derivare conseguenze spiacevoli o comunque non accettabili; con quest’uso è com. la costruzione con a e l’infinito: g. a parlargli di questa faccenda; guai a toccarlo; o anche con se e il congiuntivo: guai se tutti la pensassero ...
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vago1
vago1 agg. [dal lat. vagus «vagante, instabile; indeterminato»] (pl. m. -ghi). – 1. letter. o poet. Che vaga, che si muove, perché mobile o instabile: v. aurette; v. zefiro; tre fiate in van cinta [...] vago come sono i cani de’ bastoni (Boccaccio); Chi de la gloria è vago Sol di virtù sia pago (Parini). Seguìto da un infinito, indica per lo più un desiderio attuale: a l’ombra che parea più vaga Di ragionar, drizza’mi (Dante); Gerbino, veggendo la ...
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lessema
lessèma s. m. [der. di less(ico), col suff. -ema di fonema, glossema] (pl. -i). – In linguistica, termine tecnico per designare l’unità lessicale, cioè la minima unità significativa di un lessico [...] astratta che in un lessico, inteso come lista di parole o dizionario, anche ideale, viene assunta come forma di base che comprende tutto l’insieme delle sue forme flessionali (per es., l’infinito per i verbi, il singolare maschile per l’aggettivo). ...
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Opera (1584) del filosofo G. Bruno (1548-1600), che forma una trilogia, con De la causa, principio et uno e La Cena delle Ceneri, di dialoghi in italiano pubblicati a Londra nello stesso anno. In polemica con l'aristotelimo, ha per tema centrale...
INFINITO (lat. infinitus o infinitivus [modus], impropria traduzione del greco ἀπαρέμϕατος [ἔγκλιοις], cioè "(forma) sprovvista di determinazioni supplementari")
Giacomo Devoto
Formazione nominale del verbo che indica l'azione, senza specificazione...