improprio
impròprio (ant. e pop. impròpio) agg. [dal lat. improprius]. – 1. a. Non proprio, riferito soprattutto a parole, locuzioni e sim. adoperate in un senso o in un modo diverso da quello che hanno [...] ’ultimo aggettivo si dia il significato di «in senso stretto»). b. Punto i., di una retta, il suo «punto all’infinito», cioè la sua direzione, ovvero ancora l’astratto della classe formata dalla retta stessa e dalle rette ad essa parallele. Retta i ...
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elicere
elìcere v. tr. [dal lat. elicĕre, comp. di e-1 e lacĕre «attirare»], letter. – Estrarre, far uscire; è adoperato quasi esclusivam. nell’infinito e nella forma elìce dell’indic. pres.: Questo [...] finto dolor da molti elice Lagrime vere (T. Tasso); Quindi [= di qui] l’alma rettrice Somma virtude elice (Parini); bene altri pianti doveano ben presto e. dagli occhi della figlia di Maria Teresa i destini ...
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rompere
rómpere v. tr. [lat. rŭmpĕre] (io rómpo, ecc.; pass. rem. ruppi, rompésti, ecc.; part. pass. rótto). – 1. a. Spezzare, dividere qualche cosa in due o più parti, con movimento rapido e taglio [...] l’anima, darsi da fare, affaticarsi, tormentarsi, ecc.: era stanco di rompersi l’anima per niente; costruito con di e l’infinito: mi sono rotto di studiare!; con uso assol.: smettila di r.!; quanto rompi!; mi sono rotto, basta! b. Interrompere la ...
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guardare
v. tr. e intr. [dal germ. wardōn] (come intr., aus. avere). – 1. Dirigere gli occhi, fissare lo sguardo su qualche oggetto (non include necessariamente l’idea del vedere, in quanto si può guardare [...] cioè non risparmiare, non imporsi limiti: non g. a spese; non g. a spese né a fatiche. b. Seguito da di e l’infinito o da che e il congiuntivo, fare in modo, cercare, procurare: guarda di arrivare in tempo; guarda di renderlo contento; guarda che non ...
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peccato
s. m. [lat. peccatum, der. di peccare «peccare»]. – 1. a. In generale, trasgressione di una norma alla quale si attribuisce un’origine divina o comunque non dipendente dagli uomini: il concetto [...] un p.; assolvere da un p.; uscire di p., liberarsene, non commetterne più; al plur.: Orribil furon li peccati miei; Ma la bontà infinita ha sì gran braccia, Che prende ciò che si rivolge a lei (Dante); piangere per i proprî p., soffrire per le colpe ...
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bulgaro
bùlgaro agg. e s. m. [dal lat. tardo Bulgărus]. – 1. a. (f. -a) Della Repubblica di Bulgaria (bulg. Bălgarija), stato dell’Europa sud-orient.; abitante o nativo della Bulgaria. b. s. m. La lingua [...] Bulgari, caratterizzata dalla perdita della declinazione, dall’uso dell’articolo posposto al sostantivo e dall’abbandono dell’infinito. Si chiama inoltre bulgaro-turco, o protobulgaro, una lingua turca, estinta dall’11° secolo, parlata dagli invasori ...
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insegnare
v. tr. [lat. *insĭgnare, propr. «imprimere segni (nella mente)», der. di signum «segno», col pref. in-1] (io inségno, ... noi insegniamo, voi insegnate, e nel cong. insegniamo, insegniate). [...] parola di francese; la mamma gli insegnava le arie d’opera; m’insegni l’aria di questa canzone? Spesso determinato da un infinito preceduto dalla prep. a: i. a vivere nel mondo, a comportarsi in società; i. a ragionare, a riflettere; i. a nuotare, a ...
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malandare
v. intr. [comp. di male1 e andare1], raro. – Ridursi malamente, finire male: per il dispiacere s’è lasciato m.; ha fatto m. ogni cosa. È usato esclusivam. all’infinito (ma v. anche la voce [...] malandato) ...
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in1
in1 prep. [lat. ĭn, affine al gr. ἐν]. – Si fonde con l’articolo, o più propr. con le forme ant. dell’articolo ello, ella, ecc., dando luogo alle preposizioni articolate nel, nello, nella, nei, negli, [...] un attimo, in un baleno, in un fiato, in men che non si dica. f. Con valore temporale si premette talora a un infinito: nel dir così (o in così dire ); nel sentire il fatto; nel mettersi in viaggio; nel tornare a casa. Anticam. poteva essere premesso ...
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oggettivo
agg. [dal lat. mediev. obiectivus, der. di obiectum: v. oggetto]. – 1. In contrapp. a soggettivo (e in alternativa alla variante obiettivo, che ha però assunto sign. proprî particolari), che [...] »; «spero che tu venga»), talora dalla cong. come («vedi come è facile sbagliare»); o implicita, col verbo al modo infinito, semplice o retto dalla prep. di, raramente a (per es.: «desidero rivederti presto»; «dichiarò di non saperlo»; «imparò presto ...
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Opera (1584) del filosofo G. Bruno (1548-1600), che forma una trilogia, con De la causa, principio et uno e La Cena delle Ceneri, di dialoghi in italiano pubblicati a Londra nello stesso anno. In polemica con l'aristotelimo, ha per tema centrale...
INFINITO (lat. infinitus o infinitivus [modus], impropria traduzione del greco ἀπαρέμϕατος [ἔγκλιοις], cioè "(forma) sprovvista di determinazioni supplementari")
Giacomo Devoto
Formazione nominale del verbo che indica l'azione, senza specificazione...