chiaroveggenza
chiaroveggènza s. f. [der. di chiaroveggente]. – Qualità di chi è chiaroveggente; capacità di vedere con l’intelletto ciò che gli altri non vedono o di prevedere gli svolgimenti futuri [...] delle cose: ebbi paura di quel lampo quasi sovrumano di ch. (I. Nievo). In parapsicologia, la facoltà di percezione a distanza nello spazio e nel tempo, che si eserciterebbe attraverso la rabdomanzia, ...
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stupido
stùpido agg. [dal lat. stupĭdus, der. di stupēre «stupire»]. – 1. letter. a. Preso da stupore, attonito, sbalordito; che è in una condizione d’incapacità o insensibilità indotta da meraviglia, [...] chiamato insopportabile (Manzoni). b. Torpido, ottuso, o che induce uno stato di torpore, di ottundimento dei sensi o dell’intelletto: Non più serti di rose ... Ma s. papavero, grondante Di crassa onda letea (Parini); succedeva al sopore s. la ...
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stuporoso
stuporóso agg. [der. di stupore]. – 1. letter. Che induce stupore, che determina smarrimento dei sensi e dell’intelletto: una bevanda s.; un filtro s.; erano immersi nell’apatia s. del prigioniero [...] di fresco (Bacchelli). 2. Nel linguaggio medico, relativo a stupore, caratterizzato da stupore (nelle accezioni 3 a e b): stato stuporoso ...
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estasi
èstaṡi s. f. [dal lat. tardo ecstăsis, gr. ἔκστασις «turbamento o stato di stupore della mente (per paura, dolore, ecc.)», der. di ἐξίστημι «mettere fuori» e, come intr. e nel medio, «uscire di [...] accessionale osservabile in soggetti nevrotici (isterici, mitomani) o psicotici (schizofrenici, paranoici, ecc.), caratterizzata da stupore, smarrimento dei sensi e dell’intelletto. 3. non com. Forma italianizzata dell’ingl. ecstasy (v.). ...
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spiracolo
spiràcolo s. m. [dal lat. spiracŭlum: cfr. spiraglio]. – 1. ant. o letter. Spiraglio: se tu poni un poco lo intelletto al parlare di Davit, tu puoi come per uno s. intendare quello che e’ vuole [...] dire (s. Bernardino). 2. In zoologia: a. Nei pesci cartilaginei, fessura disposta tra l’arco mandibolare e l’arco ioideo, attraverso la quale viene introdotta acqua nella faringe (fatta poi fuoriuscire ...
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antinomia
antinomìa s. f. [dal lat. antinomĭa, gr. ἀντινομία, comp. di ἀντί «contro» e νόμος «legge»]. – Contraddizione, reale o apparente, fra due leggi o disposizioni di legge, fra due concetti, fra [...] di una scienza. Nella filosofia kantiana, antinomia della ragion pura, ciascuna delle contraddizioni in cui l’intelletto necessariamente incorre quando vuol considerare i fenomeni come cose in sé, derogando dalla norma fondamentale della limitazione ...
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intellettibileintellettìbile agg. [dal lat. tardo intellectibĭlis, der. di intellectus, part. pass. di intelligĕre «intendere»]. – Nel linguaggio filosofico ant., che può essere compreso con l’intelletto, [...] intelligibile; con senso attivo, che ha la facoltà dell’intelligenza ...
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intellettualismo
s. m. [der. di intellettuale]. – 1. Nel linguaggio filos., con accezione generica, ogni concezione che dia particolare valore all’attività conoscitiva dell’intelletto, o subordinando [...] ad essa le altre funzioni mentali, o comunque basando precipuamente su di essa la conquista della verità: l’i. etico di Socrate; l’i. illuministico. 2. Con sfumatura riduttiva o polemica, ogni forma di ...
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intellettualita
intellettualità s. f. [dal lat. tardo intellectualĭtas -atis]. – 1. non com. Condizione, carattere di ciò che è intellettuale, che appartiene all’attività dell’intelletto: i. di una conoscenza. [...] 2. Predominio di valori e caratteri intellettuali (meno com. di intellettualismo): l’i. della poesia simbolistica francese. 3. In senso concr. e collettivo, il complesso, la categoria degli intellettuali ...
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intellezione
intellezióne s. f. [dal lat. intellectio -onis, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – Il processo dell’intendere mediante la facoltà dell’intelletto, concepito in [...] filosofia come sintesi di due elementi opposti: quello intelligente o «soggetto» (principio attivo dell’intendere) e quello che è inteso o «oggetto» (termine dell’azione del soggetto) ...
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La facoltà, propria dello spirito, o pensiero, di intendere le idee o di formare i concetti, o il potere conoscitivo della mente (contrapposta alla sensibilità, alla volontà ecc.). L’uso filosofico del termine, nella forma greca del νοῦς, è...
intelletto
Cesare Vasoli
D. usa questa parola in sensi diversi, sempre però legati al lessico filologico e teologico scolastico e al suo particolare carattere dottrinale e speculativo. Talvolta, infatti, come in Vn XXXIII 8 25, Cv II IV 11,...