intuizione
intuizióne s. f. [dal lat. tardo intuitio -onis; v. intuire]. – 1. Conoscenza diretta e immediata di una verità, che si manifesta allo spirito senza bisogno di ricorrere al ragionamento, considerata [...] talora come forma privilegiata di conoscenza che consente, superando gli schemi dell’intelletto, una più vera e profonda comprensione (e, a volte, creazione) dell’oggetto: l’i. del bene, del male, del bello; l’i. di Dio; l’i. dei primi principî; l’i. ...
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intuizionismo
s. m. [der. di intuizione]. – In filosofia, ogni concezione che assegna all’intuizione un ruolo privilegiato, come capacità di cogliere verità certe sia sul piano gnoseologico sia su quello [...] morale: l’i. di Bergson contrappone l’intuizione libera e creatrice all’intelletto schematicamente e staticamente considerato. In partic., nella filosofia della matematica, corrente di pensiero vicina al costruttivismo (del quale si può anche ...
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indistinto
agg. [dal lat. indistinctus, comp. di in-2 e distinctus, part. pass. di distinguĕre «distinguere»]. – 1. Non distinto, di cosa non separata o non separabile nettamente da altra: bellezza i. [...] non si riconoscono chiaramente i contorni, e più genericam. di tutto ciò che si percepisce con i sensi o con l’intelletto in modo vago, indeterminato, confuso: un’immagine i.; forme i. nella nebbia; suoni i., voci i.; sensazioni i.; un’impressione i ...
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premessa
preméssa s. f. [dal lat. mediev. praemissa (sententia) «proposizione messa avanti», part. pass. femm. di praemittĕre «premettere»]. – 1. In un ragionamento filosofico, logico o matematico, ogni [...] . immediate, quelle che non derivano da una precedente argomentazione deduttiva, ma sono immediatamente percepite come vere dall’intelletto. Con accezione più generale, ogni verità che si presenti come condizione teorica e storica di altra verità; in ...
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evidenza
evidènza s. f. [dal lat. evidentia, der. di evĭdens -entis: v. evidente]. – 1. L’essere evidente: non si può negare l’e. dei fatti; l’e. della sua colpa è fuori discussione; la schiacciante [...] gnoseologiche, l’evidenza risulta essere il criterio di verità intermedio tra quello oggettivistico dell’adeguazione (dell’intelletto alle cose) e quello soggettivistico della certezza: essa tende infatti a persuadere della verità di un contenuto ...
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sensato
agg. [dal lat. tardo sensatus «giudizioso», der. di sensus «senso, giudizio»]. – 1. Che ha, che dimostra buon senso; assennato, ragionevole: una ragazza s.; più spesso di cosa: una decisione, [...] sensibile: Così parlar conviensi al vostro ingegno, Però che solo da sensato apprende Ciò che fa poscia d’intelletto degno (Dante). b. Dotato di sensi. ◆ Avv. sensataménte, con buon senso, con assennatezza: parlare, agire sensatamente; ant., mediante ...
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sensibilita
sensibilità s. f. [dal lat. tardo sensibilĭtas -atis, der. di sensibĭlis «sensibile»]. – 1. Capacità, attitudine a ricevere impressioni attraverso i sensi. In partic.: a. In psicologia, la [...] s.; anche, l’insieme delle operazioni sensitive, in contrapp. alle operazioni intellettive: i dati offerti dalla s. all’attività sintetica delle categorie dell’intelletto, nella filosofia kantiana. b. In fisiologia, particolare forma di attività del ...
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comprendere
comprèndere v. tr. [lat. comprehendĕre e comprendĕre, comp. di con- e pre(he)ndĕre «prendere»] (coniug. come prendere). – 1. a. Contenere in sé, abbracciare, racchiudere: Luce e amor d’un [...] sé: per dilettanze o ver per doglie, Che alcuna virtù nostra comprenda (Dante). In partic., accogliere nella mente, nell’intelletto, afferrare il senso di qualche cosa, stabilire una relazione tra più idee o fatti: comprendo finalmente perché i conti ...
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specificazione
specificazióne s. f. [dal lat. mediev. specificatio -onis, der. del lat. tardo specificare «specificare»]. – 1. Lo specificare e l’essere specificato; indicazione esplicita, descrizione [...] con cui la ragione (in quanto facoltà che ha una funzione conoscitiva di carattere unicamente regolativo) prescrive all’intelletto di suddividere ciascuna specie in sottospecie, di ricercare per ogni differenza delle differenze minori, secondo un ...
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comprensione
comprensióne s. f. [dal lat. comprehensio -onis]. – 1. a. letter. L’atto e la facoltà di comprendere con l’intelletto, di far propria una nozione: la c. delle idee, dei concetti universali; [...] misteri che superano la c. umana. b. Più spesso, il comprendere l’animo e i sentimenti di una persona, rendendosi conto delle circostanze e dei motivi delle sue azioni, e provando insieme un senso di indulgenza: ...
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La facoltà, propria dello spirito, o pensiero, di intendere le idee o di formare i concetti, o il potere conoscitivo della mente (contrapposta alla sensibilità, alla volontà ecc.). L’uso filosofico del termine, nella forma greca del νοῦς, è...
intelletto
Cesare Vasoli
D. usa questa parola in sensi diversi, sempre però legati al lessico filologico e teologico scolastico e al suo particolare carattere dottrinale e speculativo. Talvolta, infatti, come in Vn XXXIII 8 25, Cv II IV 11,...