scoppiare1
scoppiare1 v. intr. [der. di scoppio] (io scòppio, ecc.; aus. essere). – 1. a. Spaccarsi a un tratto, violentemente e fragorosamente, per eccesso di pressione, con riferimento a recipienti [...] situazione: ho mangiato fino a s.; ho letto tanto da sentirmi s. la testa; s. dalla bile, dalla rabbia, dall’invidia; s. dal caldo, avere molto caldo, e non poterlo sopportare; s. dalle risa, dal ridere, ridere smodatamente; analogam., s. di ...
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ostentare
v. tr. [dal lat. ostentare, intens. di ostendĕre «mostrare» (dal part. pass. ostentus)] (io ostènto, ecc.). – Mettere intenzionalmente in mostra cose materiali, oppure qualità e sentimenti [...] (anche non reali e non provati), allo scopo di suscitare l’attenzione, l’ammirazione, e spesso l’invidia, degli altri: o. la propria bravura, i proprî meriti; o. lusso, ricchezze; gira per il paese ostentando la sua nuova motocicletta; ostentava al ...
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putto1
putto1 agg. [dal fr. ant. put «malvagio, vile, abietto», che è il lat. putĭdus «puzzolente»; v. puttana], ant. – Da puttana, di una puttana: La meretrice che mai da l’ospizio Di Cesare non torse [...] li occhi putti (Dante, alludendo all’invidia); in partic., con riferimento a chi, come una meretrice, è disposto a favorire chiunque per interesse: La rabbia fiorentina, che superba Fu a quel tempo sì com’ora è putta (Dante). ...
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accoramento
accoraménto s. m. [der. di accorare]. – 1. L’accorarsi, sentimento di profondo dolore o di afflizione contenuta: lo sconsolato a. di tanti poveri infelici; don Abbondio ... sentendo il concerto [...] solenne de’ suoi confratelli ..., provò un’invidia, una mesta tenerezza, un a. tale, che durò fatica a tener le lacrime (Manzoni). 2. Raro con il sign. 1 di accorare, modo di macellazione, soprattutto dei maiali, consistente nel trafiggere il cuore ...
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peccato
s. m. [lat. peccatum, der. di peccare «peccare»]. – 1. a. In generale, trasgressione di una norma alla quale si attribuisce un’origine divina o comunque non dipendente dagli uomini: il concetto [...] ; nell’antica tradizione teologica, p. (o vizio) capitale, ognuno dei sette peccati (superbia, avarizia, lussuria, ira, invidia, gola, accidia) considerati come principio e causa di innumerevoli altre colpe. In senso generico, fare, commettere p ...
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destare
v. tr. [lat. *deexcitare, comp. di de- e excitare «svegliare»] (io désto, ecc.). – 1. Svegliare, scuotere dal sonno: destatemi domani all’alba; quel rumore mi destò; non lo desterebbero le cannonate, [...] Scuotere dal torpore, dall’inerzia: d. gli animi, gli ingegni, le coscienze. b. Eccitare, suscitare, far nascere: d. ammirazione, invidia, entusiasmo; d. l’attenzione, la curiosità; d. una passione; d. tumulti. 3. intr. pron. Svegliarsi: mi destai di ...
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bacillo
s. m. [lat. scient. Bacillus (F. Cohn, 1872), dal lat. class. bacillum «bastoncino», dim. di bacŭlum «bastone»]. – 1. a. Genere di batterî eubatteriali, quasi tutti aerobî, della famiglia bacillacee, [...] usato come sinon. di batterio, per indicare i microrganismi schizomiceti: il b. del tifo, del colera (e in usi fig.: il b. dell’invidia, della gelosia, e sim.); il b. di Koch o della tubercolosi; acqua piena di bacilli. 3. In botanica, b. (o batterio ...
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baco2
baco2 s. m. [etimo incerto] (pl. -chi). – 1. Nome generico con cui sono indicati, soprattutto in Toscana, i vermi in genere e spec. quelli intestinali (ossiuri e ascaridi), o le larve dei varî [...] nasce da dispiacere, rimorso, passione o aspirazione segreta, desiderio vano e sim. (cfr. tarlo, nel sign. fig.): ha il b. dell’invidia che lo rode; ci aveva in corpo quel b. del Senato (Fogazzaro); avere il b. con qualcuno, nutrire astio verso di ...
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riardere
rïàrdere v. tr. e intr. [comp. di ri- e ardere] (coniug. come ardere). – Ardere di nuovo: [il sole] Risorti appena i gracili Steli rïarde al suol (Manzoni). Come intr. (aus. essere): levatosi [...] improvvisamente. Spesso con valore intens., ardere interamente, bruciare, inaridire, spec. in senso fig.: Fu il sangue mio d’invidia sì riarso (Dante). ◆ Part. pass. rïarso, anche come agg. e quasi sempre con valore intens., bruciato, arido: vide ...
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lacerare
v. tr. [dal lat. lacerare] (io làcero, ecc.). – 1. Ridurre in brandelli, strappare malamente senza usare strumenti taglienti, in modo che ne risultino pezzi o aperture con orli ineguali e discontinui: [...] , straziare: un urlo di sirena lacerò le nostre orecchie; i rimorsi le laceravano l’anima; essere lacerato dall’invidia, dal sospetto, ecc.; l. la fama di qualcuno, calunniarlo, attaccarlo con la maldicenza. ◆ Part. pres. lacerante, anche come ...
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invìdia Sentimento spiacevole che si prova per un bene o una qualità altrui che si vorrebbero per sé, accompagnato spesso da avversione e rancore per colui che invece possiede tale bene o qualità; anche, la disposizione generica a provare tale...
invidia
Fernando Salsano
È il sentimento di cruccio nascente dal considerare il bene altrui come lesivo del proprio, e nel secondo girone del Purgatorio (il cinghio che sfera / la colpa de la invidia, XIII 38; il vocabolo ricorre anche al...