estetica
estètica s. f. [dal lat. mod. aesthetica (coniato da A. G. Baumgarten, 1735), femm. sostantivato del gr. αἰσϑητικός: v. estetico]. – 1. Letteralmente, dottrina della conoscenza sensibile (sign. [...] che il termine ha ancora in E. Kant: E. trascendentale). Nel sec. 18°, con senso specifico e tecnico, dovuto al filosofo tedesco A. G. Baumgarten, la dottrina del bello, naturale o artistico, e quindi l’esperienza del bello, della produzione e dei ...
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dialettica
dialèttica s. f. [dal gr. διαλεκτική (τέχνη), lat. dialectĭca o dialectĭce (v. dialettico)]. – 1. Arte del dialogare, del discutere, come tecnica e abilità di presentare gli argomenti adatti [...] s’identifica con la logica e diviene una delle arti del trivio, insieme con la grammatica e la retorica. c. In Kant, d. trascendentale o «logica dell’apparenza» è la teoria degli errori naturali dello spirito umano, che si illude di poter determinare ...
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spirito
spìrito (ant. e poet. spirto) s. m. [dal lat. spirĭtus -us «soffio, respiro, spirito vitale», der. di spirare: v. spirare1; il sign. grammaticale 1 b ricalca il gr. πνεῦμα (che è l’equivalente [...] animale, gli consente di giungere alla conoscenza di sé stesso e delle verità eterne; nella teoria estetica di Kant designa la facoltà creativa e originale del pensiero, che, libero da condizionamenti gnoseologici, produce il bello nell’opera ...
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neokantismo
s. m. [comp. di neo- e kantismo]. – Denominazione generica (anche neocriticismo) di orientamenti filosofici affermatisi in Europa nella seconda metà dell’Ottocento e nei primi decennî del [...] Novecento, caratterizzati dal comune ritorno, sia pure in modi e forme diversi, al pensiero di Kant, e dal rifiuto dell’irrazionalismo e della filosofia romantica della natura. ...
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teleologico
teleològico agg. [der. di teleologia] (pl. m. -ci). – Della teleologia, attinente alla teleologia, riferito soprattutto a teorie che considerino il mondo organizzato secondo fini determinati [...] la cui argomentazione è fondata sulle finalità che si ritiene di riscontrare nell’ordine dell’universo creato. In Kant, giudizio t., specificazione del giudizio riflettente (per sua natura, senza valore conoscitivo) che coglie una finalità interna ...
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secondo2
secóndo2 prep. [lat. secŭndum, dall’agg. secundus «secondo1»]. – 1. a. In modo conforme a, nel modo richiesto o voluto da: regolarsi s. coscienza; agire s. la legge; vivere s. natura; decidere [...] ); stando a quanto viene affermato o è stato scritto da qualcuno: il Vangelo s. Giovanni, s. Matteo, ecc.; s. Galileo, s. Kant, s. Croce; S. la sentenza di Platone (Dante). Può reggere anche una proposizione: s. ciò che comunemente si dice; s. quanto ...
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molteplicita
molteplicità (non com. moltiplicità; ant. multiplicità) s. f. [dal lat. tardo multiplicĭtas -atis]. – 1. Il fatto di essere molteplice o, più spesso, di essere molteplici (cioè più d’uno [...] . Si contrappone generalm. a unità, unicità, spec. in filosofia: la giustificazione platonica della m. degli enti; secondo Kant le categorie dell’intelletto unificano la m. spaziotemporale. 2. Con sign. partic., in matematica, m. d’intersezione di ...
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pensabile
pensàbile agg. e s. m. [der. di pensare]. – Nel linguaggio filos., che può esser pensato, che può essere oggetto di pensiero: secondo Kant il noumeno è p. ma non conoscibile; anche come sost., [...] con valore neutro: l’ambito del p.; la distinzione fra il p. e il reale. Nel linguaggio com.: allo stato dei fatti sono pensabili più soluzioni; spesso in frasi negative: non è neppure p. che quello che ...
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antitesi
antìteṡi s. f. [dal lat. tardo antithĕsis, gr. ἀντίϑεσις «contrapposizione»]. – 1. Figura retorica consistente in un accostamento di parole o di concetti contrapposti, che acquistano maggior [...] le mie. 3. Nel linguaggio filos., indicava originariamente un generale rapporto di opposizione fra due concetti; in Kant e nella filosofia postkantiana, non significa più tale rapporto di opposizione, ma il termine negativo dell’opposizione stessa ...
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ragione
ragióne s. f. [lat. ratio -onis (der. di ratus, part. pass. di reri «fissare, stabilire»), col sign. originario di «conto, conteggio»]. – 1. a. La facoltà di pensare, mettendo in rapporto i concetti [...] modello più perfezionato di metodo filosofico; nel pensiero kantiano, il termine, designando l’organo della legge morale praktischen Vernunft, 1786), titolo delle principali opere di Immanuel Kant (1724-1804) nelle quali il filosofo tedesco tratta ...
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Filosofo (Königsberg 1724 - ivi 1804). Di genitori pietisti, K. ricevette, specie dalla madre, una severa educazione etico-religiosa: frequentò il Collegium Fridericianum, diretto dal pastore F. A. Schultz, dove compì gli studî medî, e s'iscrisse...
KANT, Hermann
Luigi Quattrocchi
Scrittore tedesco, nato ad Amburgo il 14 giugno 1926. Trasferitosi per scelta politica a Berlino Est, fu presidente dell'Associazione degli scrittori della Repubblica Democratica Tedesca. Destò vivo interesse...