filodossia
filodossìa (o filodoxìa) s. f. [dal gr. ϕιλοδοξία, comp. di ϕιλο- «filo-» e δόξα «opinione, apparenza»]. – Termine adoperato da Kant (ted. Philodoxie) per indicare la corruzione della filosofia, [...] il dilettantismo filosofico che si compiace di dibattere i problemi senza pervenire a conclusioni scientificamente valide ...
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rigorismo
s. m. [der. di rigore]. – 1. La tendenza a comportarsi, a giudicare, a pensare con rigore, cioè con intransigenza; interpretazione e applicazione intransigente di una norma etica, di un regolamento; [...] come al probabiliorismo e al probabilismo). b. Come termine filosofico, qualsiasi sistema di morale (tipicamente rappresentato da quello di I. Kant) che contrapponga rigidamente a ogni interesse o affetto l’obbligo di seguire il comando morale. ...
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rigorista
s. m. e f. e agg. [der. di rigore] (pl. m. -i). – 1. Chi, o che, si distingue per il suo rigorismo, per la sua intransigenza, oppure segue o sostiene una posizione di rigorismo: Kant, in fatto [...] di morale, è un r.; le correnti del giansenismo meno rigoriste; in questioni linguistiche, sono purista, ma non rigorista. Come agg., anche con il sign. di rigoristico: assumere un atteggiamento r.; sostenere ...
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trascendentale
agg. [dal lat. mediev. transcendentalis, der. del lat. class. transcendĕre: v. trascendere]. – In senso generico, che trascende, cioè va oltre, supera certi limiti, un certo grado, un [...] ente, prima che lo si ponga in rapporto con i soggetti dei quali si predica. Con sign. diverso usa il termine Kant per indicare ciò che è indipendente dall’esperienza e in partic. le condizioni generali sotto le quali le cose possono divenire oggetto ...
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trascendente
trascendènte agg. [dal lat. transcendens -entis, part. pres. di transcendĕre «trascendere»]. – 1. In filosofia (in contrapp. a immanente), detto di termine che specifica il carattere di [...] , soprattutto al di là delle facoltà conoscitive dell’uomo, o di una realtà data e definita, concetto che si precisa in Kant come ciò che sorpassa ogni possibile esperienza. Con uso sostantivato e valore neutro, il principio divino o l’essere che è ...
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categoria
categorìa s. f. [dal gr. κατηγορία «imputazione, predicato, attributo», der. di κατηγορέω «accusare, affermare, asserire»; lat. tardo categorĭa]. – 1. In generale, il predicato di una proposizione, [...] forme a priori della nostra conoscenza, che rappresentano le funzioni attive del pensiero, ordinatrici della realtà fenomenica: furono da Kant fissate nel numero di dodici e suddivise, tre a tre, nelle classi di quantità, qualità, relazione, modalità ...
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categorico
categòrico agg. [dal lat. tardo categorĭcus, gr. κατηγορικός] (pl. m. -ci). – 1. Di categoria, relativo a categorie nel sign. filosofico; il termine, che in Aristotele significava semplicem. [...] «affermativo», ha assunto nella filosofia moderna, soprattutto in Kant, il significato di «non limitato da condizioni», riferito sia a proposizioni contenenti un’asserzione (giudizio c.), sia, per analogia, a una morale assoluta, non subordinata cioè ...
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a posteriori
‹a posteri̯òri› locuz. lat. mediev. («da ciò che è posteriore»). – Termine della filosofia medievale (ripreso poi da Kant), usato, con valore avv. o aggettivale, per indicare ogni conoscenza [...] che dipende o proviene dall’esperienza; si oppone al termine a priori. In senso estens., giudicare, affermare a posteriori (e analogam. giudizio, affermazione a posteriori), dopo avere già preso conoscenza ...
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moralismo
s. m. [der. di morale1]. – 1. Tendenza a dare prevalente o esclusiva importanza a considerazioni morali, spesso astratte e preconcette, nel giudizio su persone e fatti della vita, della storia, [...] De Carlo). 2. Dottrina che considera la norma morale prioritaria rispetto a ogni altro valore e interesse umano: il m. di Kant, di Fichte. Più in generale, ogni concezione filosofica che comunque ammetta la validità di una norma morale posta a freno ...
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appercezione
appercezióne s. f. [dal fr. aperception, der. di apercevoir «percepire» (che a sua volta è der. di percevoir, dal lat. percipĕre «percepire»)]. – In filosofia, termine introdotto da Leibniz [...] è proprio) diviene consapevole delle sue percezioni, che di per sé possono anche rimanere inavvertite; quindi, in Kant, lo stesso che autocoscienza, distinta in appercezione empirica, che semplicemente accompagna ciascuna delle rappresentazioni, e a ...
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Filosofo (Königsberg 1724 - ivi 1804). Di genitori pietisti, K. ricevette, specie dalla madre, una severa educazione etico-religiosa: frequentò il Collegium Fridericianum, diretto dal pastore F. A. Schultz, dove compì gli studî medî, e s'iscrisse...
KANT, Hermann
Luigi Quattrocchi
Scrittore tedesco, nato ad Amburgo il 14 giugno 1926. Trasferitosi per scelta politica a Berlino Est, fu presidente dell'Associazione degli scrittori della Repubblica Democratica Tedesca. Destò vivo interesse...