steso
stéso agg. e s. m. [part. pass. di stendere]. – 1. agg. Aperto, spiegato in tutta la sua larghezza e lunghezza: ritirare i panni s. (ad asciugare, ma, con questa integrazione, stesi conserva la [...] private delle foglie e legate a intervalli a corde tese fra i pali piantati sul fondo, in modo da formare dei filari sommersi sui quali vanno a fissarsi le larve delle ostriche che vengono così raccolte per le ulteriori operazioni di allevamento. ...
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trichinosi
trichinòṡi (meno com. trichinaṡi) s. f. [der. di trichina, col suff. -osi (o -asi)]. – In medicina, malattia parassitaria da infestazione da larve di trichinella; nelle forme più gravi, che [...] possono portare anche alla morte, le singole tappe percorse dalla trichina nell’organismo corrispondono ad altrettante fasi morbose (fase intestinale, fase della disseminazione, fase di incistamento, fase ...
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echinodermi
echinodèrmi s. m. pl. [comp. di echino- e -derma] (sing. -a). – In zoologia, gruppo di invertebrati marini bentonici (costieri o abissali), cui appartengono i ricci di mare, le stelle marine, [...] caratterizzati da un apparato particolare, il sistema acquifero, deputato alla coordinazione dei pedicelli ambulacrali. Hanno sessi separati con scarso dimorfismo sessuale; le uova si sviluppano in larve planctoniche provviste di ciglia vibratili. ...
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bembice
bèmbice s. m. [lat. scient. Bembex, dal gr. βέμβιξ «trottola»]. – Genere tipico di insetti della tribù dei bembecini: comprende specie di dimensioni piuttosto grandi, tozze, con larve di colori [...] neri e gialli; vivono isolate o in colonie individualiste, nidificando in gallerie che scavano in terreni nudi e sabbiosi ...
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peste
pèste s. f. [dal lat. pestis «distruzione, rovina, epidemia», prob. affine a peior, pessimus]. – 1. a. Malattia infettiva e contagiosa, ad alta mortalità, dovuta al batterio Yersinia pestis, trasmesso [...] o anche altra grave malattia contagiosa. b. Nome di altre affezioni, altamente contagiose, di varî animali; p. dell’ape, che colpisce le larve di una covata, e di cui sono note due forme, la p. americana o maligna, più grave e pericolosa, dovuta a un ...
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gambusia
gambùṡia s. f. [lat. scient. Gambusia, tratto dal nome ispano-amer., gambusino, di questi pesci]. – Genere di pesci teleostei pecilidi, originarî delle acque dolci dell’America Centr. e Settentr.; [...] vivono nelle acque calde, ferme o a lento corso, e si nutrono di larve di insetti; le femmine, vivipare, misurano fino a 7 cm, i maschi, più piccoli, hanno la pinna anale allungata a formare un organo copulatore (gonopodio). ...
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gracilaridi
gracilàridi s. m. pl. [lat. scient. Gracilariidae, dal nome del genere Gracilaria (v. gracilaria, nel sign. 2)]. – In zoologia, famiglia di microlepidotteri, con larve minatrici di diverse [...] piante e che presentano talora notevoli differenze durante lo sviluppo ...
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stielidi
stïèlidi s. m. pl. [lat. scient. Styelidae, dal nome del genere Styela]. – In zoologia, famiglia di tunicati ascidiacei che comprende specie solitarie e coloniali, ad ampia distribuzione, caratterizzate [...] dalla presenza di sifoni quadrilobati e da larve dotate di un organo di senso apicale; sono ermafrodite, con un numero variabile di gonadi da ciascun lato del corpo. ...
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psicodidi
psicòdidi s. m. pl. [lat. scient. Psychodidae, dal nome del genere Psychoda, der. del nome del genere Psyche: v. psichidi]. – Famiglia di insetti ditteri nematoceri che comprende specie di [...] o succhiatrici di sangue (come i pappataci), con corpo ricoperto fittamente di peli; sono diffusi in tutto il mondo: le larve vivono nelle acque ferme o correnti, nelle fogne, nei detriti e tra i rifiuti, gli adulti, terrestri, vivono nelle vicinanze ...
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branchiotrachea
branchiotrachèa s. f. [comp. di branchio- e trachea]. – Apparato respiratorio di cui sono dotate le larve di alcuni insetti acquatici, che funziona come vere branchie: non comunica con [...] l’esterno, ma si risolve in sottili ramificazioni lamellari o di altra forma, ricche di trachee irrorate da emolinfa ...
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Mitologia
Nome che gli antichi Romani davano agli spiriti errabondi dei morti che in vita erano stati malvagi; Apuleio la considera una categoria particolare di Lemuri, dai quali, però, le l. si distinguono perché emergono improvvisamente a...