fannia
fànnia s. f. [lat. scient. Fannia]. – Genere di insetti ditteri a cui appartengono circa 150 specie di mosche, le cui larve si sviluppano negli escrementi o in sostanze in decomposizione; alcune [...] specie sono parassite di altri insetti, e possono causare danni anche all’uomo: tra queste è la f. canicolare (Fannia canicularis), simile alla comune mosca domestica, che penetra spesso nelle abitazioni, ...
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planidio
planìdio s. m. [der. del gr. πλάνος «errante, vagante», con suffisso dim.]. – In zoologia, nome delle larve degli insetti perilampidi. ...
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planipenni
planipènni s. m. pl. [lat. scient. Planipennia, comp. di plani- e lat. penna «penna»]. – Vasto sottordine di insetti neurotteri che comprende specie d’aspetto simile alle libellule, lunghe [...] da 5 mm a 7 cm e mezzo, con ali grandi, caratterizzate da una ricca nervatura; le larve, esclusivamente carnivore e per lo più terrestri, sono provviste di apparato boccale perforante e succhiatore, e predano attivamente molti insetti; gli adulti ...
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anfibiotico
anfibïòtico agg. [comp. di anfi- e -biotico] (pl. m. -ci). – In zoologia, insetti a., quelli che presentano larve acquatiche, respiranti per mezzo di pseudobranchie o attraverso il tegumento, [...] e adulti terrestri, liberi, volatori, a respirazione aerea ...
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miele
mièle (poet. o region. mèle) s. m. [lat. mĕl (genit. mellis), affine al gr. μέλι -ιτος]. – 1. a. Sostanza zuccherina di consistenza viscosa e di color biondo, che alcuni insetti imenotteri, in [...] delle piante (m. di melata), e che viene immagazzinata nelle celle del favo per essere utilizzata come nutrimento delle larve o, durante il periodo invernale, dell’intera colonia; è composto di varî zuccheri, soprattutto glicosio e fruttosio (e ...
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covata
s. f. [der. di covare]. – 1. Insieme delle uova che vengono deposte e covate nel nido dagli uccelli; nell’uso com., anche (seppure impropriam.) l’insieme dei pulcini dischiusi dopo ogni incubazione. [...] visite, allo scopo di allontanare dalla madre e dal bambino eventuali malefici. 4. In zootecnia, c. a sacco, malattia infettiva delle larve delle api, attribuita a un virus che trasforma i tessuti interni in una massa semifluida, dando così alla ...
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tilenculidi
tilencùlidi s. m. pl. [lat. scient. Tylenchulidae, dal nome del genere Thylenchulus, dim. di Thylenchus: v. tilenchidi]. – In zoologia, famiglia di nematodi fitoparassiti, con stiletti ben [...] sviluppati nelle larve e nelle femmine, assenti nei maschi; questi ultimi hanno il corpo filiforme, mentre le femmine sono sacciformi. ...
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pticopteridi
pticoptèridi s. m. pl. [lat. scient. Ptychopteridae, dal nome del genere Ptychoptera, comp. del gr. πτυχή «piega» e -pterus «-ptero»]. – Famiglia di insetti ditteri nematoceri, le cui larve, [...] fitofaghe, vivono affondate nei fondi melmosi e limacciosi di pozzanghere e stagni, facendo giungere alla superficie dell’acqua un tubo respiratorio dall’estremità dell’addome; negli stessi ambienti si ...
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ptilino
s. m. [lat. scient. Ptilinus, der. del gr. πτίλον «piuma»]. – 1. Genere di insetti coleotteri della famiglia anobidi, a cui appartiene la specie Ptilinus perticornis, diffusa in tutta l’Europa, [...] le cui larve si sviluppano nel legno morto. 2. In zoologia, vescicola situata in corrispondenza delle antenne degli insetti ditteri ciclorrafi, che con il suo rigonfiamento ed estroflessione provoca la rottura del pupario durante lo sfarfallamento. ...
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mietitrice
s. f. [femm. di mietitore]. – 1. Donna addetta alla mietitura: donne indistinte e sfiorite nascoste sotto grandi cappelli da mietitrice (C. Alvaro). 2. Macchina agricola per la mietitura meccanica [...] e a scaricare i covoni. 3. In zoologia: a. Altro nome della nottua delle messi (Agrotis segetum), farfalla le cui larve si cibano di molte piante coltivate, tra cui cereali, ortaggi, vite, trifoglio e tabacco, risultando spesso dannose ai raccolti. b ...
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Mitologia
Nome che gli antichi Romani davano agli spiriti errabondi dei morti che in vita erano stati malvagi; Apuleio la considera una categoria particolare di Lemuri, dai quali, però, le l. si distinguono perché emergono improvvisamente a...