tmesi
tmèṡi s. f. [dal lat. tardo tmesis, gr. τμῆσις, der. di τέμνω «tagliare»]. – 1. In linguistica, e in partic. nella storia delle lingue classiche, distacco della preposizione dal verbo finito con [...] d’un più antico stato di cose nel quale il preverbio non era ancora prefissato al verbo. I poeti latini imitarono talvolta liberamente, anche fuori delle forme verbali, la tmesi omerica: «Garrulus hunc quando consumet cumque» (= quandocumque consumet ...
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derivare1
derivare1 v. intr. e tr. [dal lat. derivare tr., propr. «trarre l’acqua da un ruscello», der. di rivus «ruscello, corso d’acqua»]. – 1. intr. (aus. essere) Scaturire, aver origine, provenire [...] altro vocabolo o da un’altra lingua: il sostantivo «battuta» deriva dal verbo «battere»; «dogana» deriva dall’arabo; l’italiano deriva dal latino. 3. tr. a. Far provenire, sviare, avviare in altra parte un corso d’acqua, spec. per usi agricoli: d. un ...
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Ratzingerboy
(Ratzinger-Boy, Ratzinger boy), loc. s.le m. Giovane sostenitore della figura e delle posizioni espresse da Joseph Ratzinger, dal 19 aprile 2005 papa Benedetto XVI. ◆ [tit.] Ratzinger boys [...] i Ratzinger-Boys, una sorta di fans club nato alla fine del 2004 a Cava de’ Tirreni. […] Hanno disteso uno striscione in latino per dire al nuovo Papa che saranno sempre dalla sua parte: «Tecum sumus et erimus», ossia siamo con te e saremo sempre con ...
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derivato
s. m. [part. pass. di derivare1]. – 1. Prodotto ottenuto da un altro attraverso trasformazione chimica: i d. del petrolio. Nella nomenclatura chimica è frequente anche come secondo elemento [...] . 2. In linguistica, vocabolo che trae origine da una forma preesistente: i d. di «casa», di «camminare»; «lacustre» è un d. del latino «lacus». Per i falsi d., come gioco enigmistico, v. falso1, n. 2 b. 3. In finanza, strumenti d., e più spesso ...
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derivazione1
derivazióne1 s. f. [dal lat. derivatio -onis, der. di derivare «derivare1»]. – 1. L’atto, l’operazione, il fatto di derivare o di essere derivato, e il modo o il processo attraverso cui [...] parola preesistente, sia della stessa sia di altra lingua: i modi della d.; la d. del lessico italiano da quello latino. All’interno di una stessa lingua: d. mediante prefisso (per es. diseducare da educare), mediante suffisso (per es. cartiera da ...
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ob-
‹òb›. – È la preposizione lat. ob («nella direzione di, verso, contro, di fronte a, in vista di»), molto frequente come prefisso di verbi e dei loro derivati, nel qual caso la b davanti a certe consonanti [...] o posizione rovesciata come in obconico, obcordato, obovato), esso è presente quasi esclusivam. in parole derivate dal latino, senza alterazione fonetica (come in obliterare), con assimilazione (come in osservare, ottenere), o con alternanza nell’uso ...
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lenizione
lenizióne s. f. [der. di lenire]. – In linguistica, trasformazione fonetica di consonante, che diviene lene, acquistando sonorità (per es., lo spagn. amigo dal lat. amicum) o passando, se occlusiva, [...] ma accolta parzialmente anche in Toscana e in altre regioni), consistente, secondo i casi, in sonorizzazione di consonanti sorde del latino classico (sempre in posizione debole, cioè all’inizio di sillaba dopo vocale: lat. litus, pacare > it. lido ...
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retroversione
retroversióne s. f. [der. del lat. tardo retrovertĕre «volgere indietro» (cfr. anche retroverso, la cui forma latina corrispondente ha documentazione anteriore)]. – 1. Rivolgimento all’indietro: [...] . 2. Il tradurre di nuovo nella lingua originale un passo, già tradotto da quella lingua: la r. è un’utile esercitazione didattica; esercizio di r. dall’italiano in latino; il passo stesso che deve essere ritradotto: una raccolta di retroversioni. ...
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dermato-
dèrmato- [dal gr. δέρμα -ατος «pelle»]. – Primo elemento di parole composte formate modernamente nel linguaggio scient. (anche latino), con il sign. di «pelle; cutaneo». ...
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meglenitico
meglenìtico agg. e s. m. (pl. m. -ci). – Gruppo di dialetti romeni (detto anche meglenoromeno), parlati nella regione nord-orientale di Salonicco (spec. nella valle di Meglena, da cui deriva [...] in ea e oa, la riduzione di a in ă ‹ë› in sillaba atona, il passaggio di c a p davanti a s e t (luptă e coapsă, dal latino lucta e coxa), il rotacismo di l e n intervocalici (fereastră da fenestra) e la posposizione dell’articolo (omul da homo ille). ...
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(lat. Latinus) Eroe eponimo del popolo latino. Compare già in Esiodo, dove è detto figlio di Ulisse e di Circe, e signore, con il fratello Agrio, di una regione dell’estremo Occidente; più tardi è detto figlio di Telemaco e di Circe. La sua...
Lingua indoeuropea appartenente al gruppo italico o protolatino, lo stesso di cui fanno parte quelle di altri popoli (Ausoni, Opici, Enotri e Siculi) che, insieme ai Latini, si insediarono nella parte centromeridionale dell’Italia fra il 3°...