prospettivismo
s. m. [der. di prospettiva1; per il sign. 2, cfr. ted. Perspektivismus]. – 1. Nelle arti figurative, e in partic. nella pittura, concezione della spazialità intesa prevalentemente come [...] , indissolubilmente legata all’assunzione di uno specifico punto di vista, il quale è diverso da individuo a individuo (Leibniz), e può variare anche nell’individuo stesso in circostanze diverse (Nietzsche). 3. Nel linguaggio della critica letteraria ...
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appercezione
appercezióne s. f. [dal fr. aperception, der. di apercevoir «percepire» (che a sua volta è der. di percevoir, dal lat. percipĕre «percepire»)]. – In filosofia, termine introdotto da Leibniz [...] per indicare la percezione di una percezione, cioè l’atto riflessivo attraverso cui l’uomo (del quale tale atto è proprio) diviene consapevole delle sue percezioni, che di per sé possono anche rimanere ...
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appetizione
appetizióne s. f. [dal lat. appetitio -onis, der. di appetĕre «aspirare a»]. – 1. Tendenza della volontà o desiderio istintivo che spinge a ricercare il raggiungimento di un fine, l’appagamento [...] di un’aspirazione, o anche la soddisfazione di un bisogno materiale. 2. Nella filosofia di Leibniz, l’azione del principio interno della monade, che produce il passaggio da una percezione a un’altra. ...
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compossibilita
compossibilità s. f. [der. di compossibile]. – Termine della filosofia scolastica ripreso particolarmente da Leibniz, designante la relazione tra due realtà simultaneamente possibili. ...
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logica
lògica (ant. lòica) s. f. [dal lat. logĭca, gr. λογική (sottint. τέχνη «arte»), dall’agg. λογικός: v. logico1]. – 1. Nel pensiero greco classico, la scienza del logos, ossia del pensiero in quanto [...] ’ultima attiene alla realtà pensata e diventa metafisica. In tempi più recenti (ma già a partire dagli studî matematici di Leibniz) la logica si configura come l. simbolica, poiché nei suoi procedimenti è introdotto un linguaggio simbolico al fine di ...
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razionalismo
s. m. [der. di razionale1]. – 1. Atteggiamento o movimento che riconosce come fondamento della conoscenza, del giudizio e dell’operare pratico, la ragione e la razionalità: un individuo, [...] dimostrativi di tipo matematico (per es., la mathesis universalis di Cartesio, v. mathesis, ovvero l’ars combinatoria di Leibniz, v. combinatorio), fino a giungere con Hobbes e Spinoza al progetto di trattare la morale stessa col metodo geometrico ...
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sostanzialismo
s. m. [der. di sostanziale]. – Termine usato, talvolta polemicamente, per indicare ogni dottrina filosofica che postuli una realtà necessaria e assoluta, sussistente al di sotto delle [...] mutevoli apparenze; si può distinguere un s. pluralistico, che ammette l’esistenza di più sostanze (come nelle dottrine di Cartesio e Leibniz), e un s. monistico, che riconduce ogni realtà a una sostanza unica e identica a sé stessa (come spec. nella ...
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precritico
precrìtico agg. [comp. di pre- e critico1] (pl. m. -ci). – Nella storia della filosofia moderna, di fase che precede la critica o il criticismo, con riferimento al pensiero e agli scritti [...] (1770), con la quale il filosofo abbandona le posizioni metafisiche sostenute in precedenza sotto l’influenza di Leibniz e Wolff, e accenna già ai motivi caratteristici della sua speculazione trascendentale («soggettività» dello spazio e del ...
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Filosofo e scienziato (Lipsia 1646 - Hannover 1716). Dopo aver studiato filosofia a Lipsia, matematica a Jena e diritto a Altdorf, entrato in rapporto con i Rosacroce conobbe Johann Christian barone di Boineburg: gli incarichi che ebbe da questo...
Claudio Fiocchi
Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Scienziato e filosofo, Leibniz ha esercitato (e continua a esercitare) un’influenza profonda sulla cultura occidentale. Scopritore,...