servire
v. tr. e intr. [lat. servire, propr. «essere schiavo», da servus «schiavo»] (io sèrvo, ecc.; come intr., aus. avere e, in alcuni sign., essere). – 1. Essere servo, schiavo, soggetto interamente [...] ecc.) che sono richiesti dal rito liturgico. f. Nel linguaggio ascetico e religioso, s. il Signore, rendergli la . e sost. (v. la voce). ◆ Part. pass. servito, in funzione verbale e di agg. (e come sost., con sign. partic., v.): essere, restare ...
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parlare1
parlare1 s. m. [uso sostantivato del verbo]. – 1. a. L’atto, il fatto di parlare; in questo sign. conserva sempre un po’ del suo valore verbale: il p. è inutile, bisogna agire; se n’è fatto [...] un gran p. in paese. Anche con più chiara funzione verbale in frasi come nel p. di quest’argomento; col p. si ottiene sempre il cervello (sottint. si conosce). 3. Parlata, idioma, linguaggio regionale o dialettale: il p. popolaresco; il p. fiorentino, ...
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infinito
agg. e s. m. [dal lat. infinitus, comp. di in-2 e finitus, part. pass. di finire «limitare»]. – 1. agg. a. Che non ha principio né fine; che non ha limiti: il tempo i.; lo spazio i.; la misericordia [...] avverbiale (o anche aggettivale) usata con varî sign.: a. Nel linguaggio com., infinite volte, senza limiti, per lunghissimo tempo, e sim.: e nel numero, che esprime puramente il processo verbale astratto. I. sostantivato, l’infinito adoperato con ...
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liberare
v. tr. [dal lat. liberare, der. di liber «libero»] (io lìbero, ecc.). – 1. a. Rendere libero, restituire alla libertà: l. gli schiavi, l. un prigioniero; determinando: l. il paese dai nemici; [...] rifl. e assol., liberarsi), riuscire a evacuare o a vomitare. Nel linguaggio marin., l. l’ancora, eseguire la manovra per scioglierla da un releasing factor. ◆ Part. pass. liberato, con uso verbale e anche come agg.: essere, sentirsi liberato (da un ...
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gentese
s. m. Linguaggio comprensibile dalla gente, registro linguistico di facile comprensione. ◆ «Benché interessanti, legate come sono ai meccanismi di fondo della lingua, le forme in “ese” (eurocratese, [...] arrivati a identificare persino il mancusese, cioè lo stile verbale dell’ex ministro Filippo Mancuso» [Luca Serianni intervistato da svecchiare il linguaggio politico nostrano, così prudente e oscuro. Ma è dilagato subito un linguaggio più popolaresco ...
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programma
s. m. [dal lat. tardo programma -mătis, gr. πρόγραμμα -ματος, der. di προγράϕω, propr. «scrivere prima»] (pl. -i). – 1. Enunciazione particolareggiata, verbale o scritta, di ciò che si vuole [...] in p. una riunione; hanno già messo in p. di partire all’inizio del mese. Essere un p., essere tutto un p., nel linguaggio colloquiale, essere particolarmente indicativo di ciò che accadrà o di come si svolgeranno i fatti, avere in sé indizî tali da ...
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sospendere
sospèndere v. tr. [lat. suspĕndĕre, comp. di sub «sotto» e pendĕre «tenere appeso»] (coniug. come appendere). – 1. letter. Attaccare, fissare un oggetto in alto in modo che non tocchi terra [...] lo distese (Dante). Molto più raro di appendere nel linguaggio com., è invece di uso specifico nel linguaggio tecn., per es. in fisica: s. una massa (v. sospensione, nel sign. 3 b). ◆ Part. pass. sospéso, con valore verbale e di agg. (v. la voce). ...
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lapsus s. m., lat. [der. di labi «scivolare», part. pass. lapsus]. – Parola che, anche nell’uso mod., ricorre nelle locuz. lapsus linguae «errore verbale, sbaglio nel parlare» (propr. «sdrucciolamento [...] cui anche vengono indicati, soprattutto quando si tratti di scambî di lettere o sostituzioni di nomi e parole, corrispettivo per il linguaggio di ciò che l’azione sintomatica è per il comportamento). In senso più ampio, il termine è spesso usato in ...
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potenziale
agg. e s. m. [dal lat. tardo potentialis, der. di potentia «potenza»]. – 1. agg. a. Nel linguaggio filos., che concerne la potenza, che è in potenza (nel senso partic. per cui potenza si contrappone [...] matematica, infinito p., v. infinito, n. 2 b. Nel linguaggio com., che ha aspetto, qualità, possibilità, e sim., che . 2. agg. a. In grammatica, detto di modo (o tempo) verbale che, da solo o con l’aggiunta di particelle, esprime una azione pensata ...
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benaltrismo s. m. Nella lingua dei media, l’atteggiamento polemico, molto diffuso in politica, di chi ammonisce che non bisogna occuparsi di una data questione perché sarebbero ben altre, più importanti, [...] il benaltrismo ha tracimato divenendo non solo escamotage tattico-verbale infallibile per togliersi d'impaccio, ma un vero la questione “alfabetizzazione” sia rappresentata dal binomio “linguaggio inclusivo vs ortografia”, per cui si debba scegliere ...
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sordomutismo
Gravissima limitazione o assenza dello sviluppo del linguaggio verbale, secondaria a grave ipoacusia bilaterale, insorta prima dell’acquisizione del linguaggio. Il termine sordomuto ha dato origine a molti equivoci. L’apparato...
Forma di condotta comunicativa atta a trasmettere informazioni e a stabilire un rapporto di interazione che utilizza simboli aventi identico valore per gli individui appartenenti a uno stesso ambiente socioculturale. Dalle peculiarità della...