liturgista
s. m. e f. [der. di liturgia] (pl. m. -i). – 1. Studioso di liturgia ecclesiastica. 2. Seguace del movimento liturgico (v. liturgico). ...
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liturgo
s. m. [dal gr. λειτουργός; v. liturgia] (pl. -ghi o -gi). – Nell’antica Grecia, il cittadino che doveva sostenere il servizio di utilità pubblica denominato liturgia. ...
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borsa1
bórsa1 s. f. [lat. tardo bŭrsa, dal gr. βύρσα «pelle, otre di pelle»]. – 1. a. In origine, sacchetto di pelle o di stoffa, di varia foggia e grandezza, usato per portare con sé denaro o altri [...] cattolica, busta quadrata di cartone ricoperto di seta o di lino, in cui si ripone il corporale (non più obbligatoria nella nuova liturgia). c. Altri tipi, per varî usi: b. della spesa; b. da tabacco; b. da viaggio, valigetta con l’occorrente per la ...
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comune1
comune1 (ant. commune) agg. e s. m. [lat. commūnis «comune; mediocre; affabile», comp. di con- e munus «carica, ufficio», propr. «che compie il medesimo ufficio»]. – 1. a. Che appartiene o si [...] latina commune Sanctorum), la serie dei formularî, completi di antifone, orazioni e letture, da recitare nella messa e nella liturgia delle ore nei giorni della celebrazione di santi e di sante che sono privi di formularî speciali. Con questo sign ...
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terza
tèrza s. f. [femm. sostantivato di terzo]. – 1. In relazione col valore e sign. di numerale ordinale di terzo, per ellissi di un sostantivo: a. La terza classe di una scuola: fare, frequentare [...] in cui nell’antico uso romano era divisa la parte del giorno dall’alba al tramonto, corrispondente all’incirca alle ore 9. Nella liturgia cattolica, è la prima delle ore minori (e la terza delle ore canoniche di ogni giorno) della celebrazione della ...
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terzo
tèrzo agg. num. ord. e s. m. [lat. tertius, der. di tres «tre»]. – 1. agg. a. Che, in una sequenza ordinata, occupa il posto corrispondente al numero tre, viene cioè dopo altri due (in cifre arabe [...] di tre versi; in terzo, compiuto da, o con la partecipazione di, tre persone, nella locuz. messa in terzo con cui, nella liturgia non più in uso, era indicata la messa solenne, per lo più cantata, che veniva celebrata nei giorni festivi dal sacerdote ...
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invitatorio
invitatòrio agg. e s. m. [dal lat. tardo invitatorius]. – 1. agg., non com. Che serve a invitare, con cui si invita: lettere i., quelle con cui il papa invita i vescovi a venire a Roma nel [...] anniversario della sua elevazione al pontificato. 2. s. m. Nella liturgia cattolica, il salmo 94 (o, in alternativa, il salmo 99, o il 66, o il 23) cantato, come introduzione alla liturgia delle ore, in forma responsoriale: è l’invito a lodare Dio ...
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lucernario2
lucernàrio2 (meno com. lucernare o lucernale) s. m. [dal lat. tardo lucernarium, e (hora) lucernalis, der. di lucerna «lucerna», come calco del gr. λυχνικόν, che aveva lo stesso sign.]. – [...] ; l’uso andò scomparendo dalla fine del sec. 4°, sopravvivendo, in Occidente, solo nella liturgia ambrosiana. Il termine è stato reintrodotto nella liturgia romana per indicare il rito iniziale della celebrazione della veglia pasquale la sera del ...
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celebrazione
celebrazióne s. f. [dal lat. celebratio -onis, propr. «concorso di molta gente, affluenza», quindi «solennità, celebrazione»]. – Il celebrare, l’atto del celebrare: la c. di un anniversario, [...] d’un rito, della messa, delle nozze. In partic., nella liturgia cattolica, c. della parola di Dio, assemblea di preghiera modellata sullo schema della «liturgia della Parola» nella messa, ma senza la parte sacrificale, cioè senza l’Eucaristia. ...
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parola
paròla s. f. [lat. tardo parabŏla (v. parabola1), lat. pop. *paraula; l’evoluzione di sign. da «parabola» a «discorso, parola» si ha già nella Vulgata, in quanto le parabole di Gesù sono le parole [...] , le Sacre Scritture e in genere tutto quanto è stato scritto per rivelazione o ispirazione divina, oppure la predica; per la liturgia della p., v. liturgia. 4. Con sign. generico e molto ampio in usi di tono enfatico e iperbolico: ancora due p. e ho ...
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Complesso dei riti e delle cerimonie propri di un culto religioso. La formazione della l. è determinata da due motivi: la necessità di fissare in forme adatte la vita e la professione della religione, che per sé non hanno forma né regola per...
Riti e preghiere in uso fino a Carlomagno nelle Gallie, e, più o meno, in tutto l’Occidente. Non se ne conosce la paternità, ma l’origine è certamente orientale, come mostrano parecchi elementi, specialmente della messa. In genere la liturgia...