inverso1
invèrso1 agg. e s. m. [dal lat. inversus, part. pass. di invertĕre «invertire»]. – 1. agg. Contrario, opposto, rovescio rispetto a un altro, rispetto al precedente, rispetto a ciò che è abituale: [...] con il sign. di «al contrario»: tu gli dai ragione; io, all’inverso, sostengo che ha agito male. 3. agg. Nella logicaformale, proposizione i., quella che si può ricavare da una proposizione ipotetica, che si dice «diretta», in modo che l’ipotesi sia ...
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reciproco
recìproco agg. [dal lat. reciprŏcus «che va e viene, che fluisce e rifluisce», comp. di *recus «che sta indietro» e *procus «che sta innanzi»] (pl. m. -ci). – 1. Che sussiste in modo analogo [...] a 1 per ogni valore di x; equazione r., equazione algebrica che, con ogni radice, ammette la sua inversa. b. Nella logicaformale, proposizione r. (o assol., come s. f., reciproca), proposizione ricavata da un’altra per conversione. c. In grammatica ...
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tetico
tètico agg. [dal lat. tardo thetĭcus, gr. ϑετικός, der. (come ϑέσις: v. tesi) del tema di τίϑημι «porre»] (pl. m. -ci). – 1. Nella logicaformale, giudizî t. (anche giudizî di posizione o di esistenza [...] o esistenziali), giudizî in cui si asserisce soltanto l’esistenza del soggetto e che perciò appaiono come privi di predicato. 2. non com. In aritmetica, operazioni tetiche, le operazioni dirette (addizione ...
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redarguizione
redarguizióne s. f. [dal lat. redargutio -onis «confutazione», rifatto su redarguire]. – 1. raro. Il fatto di redarguire, di rimproverare: quelle r. in pubblico erano veramente oltraggiose [...] (Svevo). 2. Nella logicaformale, sinon. di elenco. ...
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episillogismo
s. m. [comp. di epi- e sillogismo]. – Nella logicaformale, il sillogismo che si aggiunge a un sillogismo precedente, assumendo la conclusione di quest’ultimo come una delle sue premesse. ...
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eccettivo
agg. [der. del lat. exceptus, part. pass. di excipĕre «eccepire»]. – Lo stesso che eccettuativo; è termine limitato al linguaggio della logicaformale. ...
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eccettuativo
agg. [der. di eccettuare]. – Che serve a eccettuare, a denotare eccezione; sono così chiamate da alcuni grammatici le cong. fuorché, tranne e sim. Nella logicaformale, proposizione e. (o [...] eccettiva), proposizione che eccettua qualche cosa da ciò che afferma e che in realtà equivale a due proposizioni: per es., la frase «tutti corrono, eccetto Tizio» si può risolvere in «tutti corrono, Tizio ...
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mucchio
mùcchio s. m. [prob. lat. mūtŭlus «pietra sporgente»; v. mutulo]. – 1. a. Quantità di materiale o di oggetti ammassati disordinatamente uno sull’altro in forma all’incirca conica: un m. di grano, [...] fig., sottoporre a critiche indiscriminate, non fare distinzioni nel giudicare. Locuz. avv. a mucchi, in grande quantità. c. Nella logicaformale, sofisma del m., o sofisma dell’acervo, v. sorite1. 2. In botanica, nome region. delle varie specie di ...
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mathesis
‹màteṡis› s. f. [traslitt. del gr. μάϑησις, dal tema μαϑ- di μανϑάνω «imparare»]. – Termine che significa propriam. «apprendimento, conoscenza», adottato nel linguaggio filosofico e matematico [...] linguaggio simbolico, possa servire a costruire un sistema di concetti di valore incontrovertibile. Nella fenomenologia husserliana, l’espressione è stata ripresa per indicare la logicaformale o pura, come scienza eidetica dell’oggetto in generale. ...
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equivocazione
equivocazióne s. f. [dal lat. tardo aequivocatio -onis]. – 1. ant. L’equivocare, equivoco; presenza o possibilità di più significati, e quindi di più interpretazioni, in una parola o frase: [...] e le significazioni sono varie, allora è e. (Buti); occasione a molte fallacie e equivocazioni (Galilei). 2. Nella logicaformale, tipo di sofisma che consiste nell’adoperare uno qualunque dei tre termini del sillogismo in due significati differenti. ...
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tautologia Nella logica formale classica, proposizione che, proponendosi di definire qualcosa, non fa sostanzialmente che ripetere nel predicato ciò che già è detto nel soggetto.
In logica matematica si chiama t. (o verità logica) ogni espressione...