contenuto2
contenuto2 s. m. [part. pass. di contenere]. – 1. a. Ciò che è contenuto in qualche cosa: il c. d’una cassa, d’un recipiente, di un pacco postale; s’è rotto il fiasco e tutto il c. s’è sparso [...] un file, ecc. che si misura in bit o, più spesso, in byte e loro multipli (kilobit, kilobyte, megabyte, ecc.). In logica, c. di un concetto, la sua comprensione, cioè il complesso delle sue determinazioni. In psicologia, c. della coscienza, l’insieme ...
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totalizzante
totaliżżante agg. [dal fr. totalisant, part. pres. di totaliser «totalizzare»]. – Che considera o coinvolge tutto un insieme di persone o di cose, o anche una sola persona, un solo oggetto [...] o globalità: un giudizio t., un impegno sociale t., un’adesione t., un’interpretazione t.; in partic., in logica, proposizione t., proposizione di carattere universale che fonda la propria verità su una precedente osservazione di tutti gli elementi o ...
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frammentare
v. tr. [der. di frammento] (io framménto, ecc.). – Ridurre in frammenti, suddividere in tante piccole parti, togliendo unità e continuità: f. un territorio, un terreno, un’opera, una compagnia. [...] per frammentazione. ◆ Part. pass. frammentato, anche come agg., spezzettato, costituito di frammenti: anfora frammentata; un racconto frammentato, un’esposizione frammentata, interrotti da pause e sospensioni, senza continuità e connessione logica. ...
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procedimento
procediménto s. m. [der. di procedere]. – 1. ant. o poco com. Il fatto e il modo di procedere, cioè di svolgersi, di progredire: il p. delle indagini, o nelle indagini; spiegare, illustrare [...] sbagliato perché c’è stato un errore di calcolo; per p. euristico e p. iterativo, v. i singoli aggettivi. In logica matematica, p. di decisione, metodo sistematico mediante il quale, dato un qualsiasi enunciato, si può decidere in un numero finito di ...
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subalternazione
subalternazióne s. f. [der. di subalterno]. – Nella logica scolastica, il rapporto che esiste fra due proposizioni subalterne (v. subalterno, n. 2). ...
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subalterno
subaltèrno agg. [dal lat. tardo subalternus, comp. di sub- e alternus «alterno»]. – 1. Che è subordinato, in sottordine e in diretta dipendenza, rispetto ad altri di grado maggiore, o anche, [...] a lungo in posizione di dipendenza da una cultura dominante, con effetti di disgregazione talora assai gravi. 2. Nella logica scolastica, proposizioni s., due proposizioni che abbiano uguali il soggetto e il predicato, uguale anche la qualità, ma ...
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contiguita
contiguità s. f. [dal lat. tardo contiguĭtas -atis]. – L’esser contiguo; per estens., vicinanza, nello spazio o nel tempo. In logica, relazione tra due concetti di massima affinità compresi [...] sotto un concetto comune più ampio. In psicologia, legge di c., una delle leggi dell’associazione, per cui di due fatti contigui nello spazio o nel tempo l’uno richiama l’altro ...
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estensione
estensióne s. f. [dal lat. extensio -onis, der. di extendĕre «estendere», part. pass. extensus]. – 1. a. L’azione e il risultato dell’estendere, in senso proprio e fig.: e. di un corpo elastico; [...] l’e. del termine, nella pienezza del suo significato: è un imbroglione, in tutta l’e. del termine. Con altra accezione, in logica (in opposizione a intensione), la classe di tutti gli oggetti che sono denotati con lo stesso segno, cioè con la stessa ...
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estensivo
agg. [dal lat. tardo extensivus]. – 1. Che ha capacità di estendere: forza e.; più com., che estende o mira ad estendere in senso fig.: interpretazione e. della legge, quella che estende il [...] a casi analoghi a quelli previsti; uso e. di un vocabolo, che si estende oltre il significato proprio. Nella logica, si chiama talvolta giudizio e. (in contrapp. a giudizio esplicativo), quello che più comunem. si chiama, con terminologia kantiana ...
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Filosofia
Disciplina che studia le condizioni di validità delle argomentazioni deduttive.
La l. antica
I vocaboli ἡ λογική (τέχνη), τὰ λογικά si stabilizzarono nel significato di «teoria del giudizio e della conoscenza» nell’ambiente protostoico,...
logica
Il termine designa l'insieme delle dottrine che presiedono al corretto uso dell'argomentazione e del linguaggio al fine di stabilire la verità o la falsità di un enunciato. Il termine l. non occorre nelle opere dantesche, ma occorre...