dianoetico
dianoètico agg. [dal gr. διανοητικός, der. di διανόησις «pensiero»] (pl. m. -ci). – Nel linguaggio filos., relativo alla dianoia: pensiero d., nella gnoseologia aristotelica, l’attività mentale [...] , l’arte, ecc.) proprie dell’intelletto, in opposizione alle virtù etiche o morali, tendenti a sottomettere alla ragione gli elementi passionali; principio d., nella logica aristotelica, il principio di contraddizione (v. contraddizione, n. 2 a). ...
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assertorio
assertòrio agg. [dal lat. tardo assertorius]. – Che vale ad asserire, a convalidare un’affermazione: giuramento assertorio. Nella logica kantiana, giudizio a. (o giudizio di realtà), giudizio [...] che consiste nell’affermare o negare una semplice verità di fatto, senza alcuna idea di necessità o di possibilità ...
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intensione
intensióne s. f. [dal lat. intensio -onis, der. di intendĕre, part. pass. intensus (v. intenso)]. – 1. Sinon., letter. e ormai ant., di intensità, soprattutto in senso assol., come stato di [...] ); ma anche in senso relativo: l’eccellenza delle anime importa maggiore i. della loro vita (Leopardi). 2. Nella logica il termine indica (in contrapp. a estensione, che è «denotazione») il particolare e preciso contenuto, la qualità o proprietà ...
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secondo2
secóndo2 prep. [lat. secŭndum, dall’agg. secundus «secondo1»]. – 1. a. In modo conforme a, nel modo richiesto o voluto da: regolarsi s. coscienza; agire s. la legge; vivere s. natura; decidere [...] s. giustizia; comportarsi s. le regole, s. la logica dei fatti; pettinarsi, vestirsi s. la moda; curarsi s. le prescrizioni del medico. In partic., s. la mia opinione, s. il suo parere e sim., stando a come la penso io, a ciò che pensa lui; anche, ...
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contrapposizione
contrappoṡizióne s. f. [der. di contrapporre]. – 1. Il contrapporre, l’esser contrapposto: c. di concetti, d’immagini, di argomenti; rilevare per c. la discordanza fra due documenti. [...] , si ha c. di figure quando queste nello scudo sono collocate in posizione reciproca, alternata o opposta. 2. Nella logica scolastica, conversione di un giudizio in un altro, che si ottiene negando il suo contrario e procedendo quindi a convertirlo. ...
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oltraggiare
v. tr. [der. di oltraggio] (io oltràggio, ecc.). – Recare oltraggio, offendere gravemente con ingiurie o con atti lesivi della dignità; estens., costituire un oltraggio, un’offesa: ostentazione [...] di ricchezza che oltraggia la povertà; fig., letter.: quando io non so scrivere ... oltraggio la grammatica, la sintassi e la logica (Carducci). ...
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estremo
estrèmo (ant. strèmo, letter. ant. extrèmo) agg. e s. m. [dal lat. extremus, superl. di exter o extĕrus «che sta fuori»]. – 1. agg. a. Che è o rappresenta il termine ultimo, in senso locale o [...] , la data, i nomi, ecc.: fornire gli e. di una polizza; con riferimento a persona, i dati identificativi personali. d. Nella logica, si dicono estremi di una proposizione i suoi termini, cioè il soggetto e il predicato; nel sillogismo, sono i termini ...
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cum hoc vel post hoc, ergo propter hoc
〈... òk ...〉 (lat. «con questo o dopo di questo, dunque a causa di questo»). – Frase latina, citata (di solito nella forma più breve post hoc, ergo propter hoc) [...] per l’errore di logica che v’è contenuto: non basta che due fatti compaiano insieme, o che l’uno segua immediatamente l’altro, perché si possa stabilire fra essi un legame di causa ed effetto. ...
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incettivo
agg. [dal lat. tardo inceptivus, der. di inceptus, part. pass. di incipĕre «incominciare»; propr. «che riguarda l’inizio di un fatto, di un’azione»]. – In logica (in opposizione a desitivo), [...] di proposizione con la quale si affermi che un predicato ha cominciato ad appartenere a un soggetto in un determinato tempo, che qualcosa cioè ha cominciato a esistere o a possedere una qualità a un dato ...
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Filosofia
Disciplina che studia le condizioni di validità delle argomentazioni deduttive.
La l. antica
I vocaboli ἡ λογική (τέχνη), τὰ λογικά si stabilizzarono nel significato di «teoria del giudizio e della conoscenza» nell’ambiente protostoico,...
logica
Il termine designa l'insieme delle dottrine che presiedono al corretto uso dell'argomentazione e del linguaggio al fine di stabilire la verità o la falsità di un enunciato. Il termine l. non occorre nelle opere dantesche, ma occorre...