Fabio Rossi
fine. Finestra di approfondimento
Problemi di genere - Il sign. principale di f., parola dall’area semantica molto estesa, è quello temporale di «stadio terminale di un evento o momento preciso [...] del suo viaggio che le parve eterno (G. Verga); inoltre, conclusione viene spesso usato con un’accezione più specifica: è la logica fine di qualcosa, o quantomeno la fine così come la si poteva dedurre dallo svolgimento di una situazione, ed è spesso ...
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capire [lat. capĕre, con mutamento di coniug.] (io capisco, tu capisci, ecc.). - ■ v. intr. (aus. avere, ma i tempi comp. sono rari), non com. [poter entrare in un luogo, esservi contenuto, spec. fig.] [...] , non avendo lingua, non sono capaci di concepir quantità determinata ec. se non menoma (G. Leopardi). La deduzione logica è ancora più evidente con constatare: io soffro orrendamente quando posso constatare di aver lavorato invano (I. Svevo). Non ...
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intensione /inten'sjone/ s. f. [dal lat. intensio -onis, der. di intendĕre "tendere"]. - (filos.) [nella logica, l'insieme dei tratti che definiscono un termine o un concetto] ≈ connotazione. ↔ denotazione, [...] estensione ...
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Filosofia
Disciplina che studia le condizioni di validità delle argomentazioni deduttive.
La l. antica
I vocaboli ἡ λογική (τέχνη), τὰ λογικά si stabilizzarono nel significato di «teoria del giudizio e della conoscenza» nell’ambiente protostoico,...
logica
Il termine designa l'insieme delle dottrine che presiedono al corretto uso dell'argomentazione e del linguaggio al fine di stabilire la verità o la falsità di un enunciato. Il termine l. non occorre nelle opere dantesche, ma occorre...