snervare
(ant. snerbare) v. tr. [der. di nervo, col pref. s- (nel sign. 4)] (io snèrvo, ecc.). – 1. a. In senso proprio, in macelleria e anche in cucina, recidere e togliere i nervi di un taglio di carne. [...] .: è un caldo, è una situazione che snerva. Con sign. più generico, fiaccare, togliere la vigoria e l’energia fisica e morale: l’ozio, la vita troppo facile e comoda lo hanno snervato; in usi fig., ridurre la produttività (con lo sfruttamento), o ...
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sbando
s. m. [der. di sbandare2 ma con influsso anche di sbandare1]. – Situazione di disorientamento derivante dalla mancanza di punti di riferimento morali, spirituali, ideologici: lo s. della gioventù; [...] lo s. del paese nel dopoguerra; in partic., nell’ambito delle istituzioni pubbliche, situazione di grave e irreversibile caos organizzativo, amministrativo e funzionale; soprattutto nella locuz. avv. e ...
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vivere
vìvere v. intr. [lat. vīvĕre] (pass. rem. vissi [ant. vivètti o vivéi], vivésti, ecc.; fut. vivrò [ant. viverò], ecc.; condiz. vivrèi [ant. viverèi], ecc.; part. pass. vissuto [ant. visso e vivuto]; [...] ; v. in ristrettezze. 2. Usato assol., per esprimere o sottintendere che sia realizzato il minimo almeno delle condizioni materiali e morali necessarie alla vita: hanno appena di che v.; non è v. questo!; (e come risposta rassegnata: «Come stai?» «Si ...
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scrupolo
scrùpolo (ant. scrùpulo) s. m. [dal lat. scrupŭlus (e anche scrupŭlum, scripŭlum, scriptŭlum), propriam. «piccola pietra, pietruzza», dim. di scrupus «sasso, pietra a punta»]. – 1. a. Antica [...] fino allo s., cioè esattissimo, di un’assoluta precisione, di un’onestà specchiata e sim. 3. a. Incertezza di coscienza, inquietudine morale che porta a considerare come peccato o colpa ciò che tale non è, o a ritenere grave una mancanza anche lieve ...
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instillare
(o istillare) v. tr. [dal lat. instillare, comp. della prep. in «in, dentro» e stillare «stillare»]. – 1. Versare dentro, introdurre a stille, a goccia a goccia: i. un medicamento nell’orecchio, [...] cavità nasali. 2. fig. Infondere a poco a poco, insinuare dolcemente nell’animo di una persona sentimenti, affetti, tendenze o precetti morali, e sim.: i. l’amore del buono e del bello; i. la pietà; i. massime, buoni principî, ecc., in qualcuno o ...
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scrupoloso
scrupolóso agg. [dal lat. scrupulosus (der. di scrupŭlus: v. scrupolo) «pieno di cure; coscienzioso, preciso»]. – 1. Che sente fortemente gli scrupoli, che è pieno di scrupoli religiosi o [...] : una coscienza s. e tormentata; che è condotto o approfondito con un’accuratezza che raggiunge lo scrupolo (morale): uno s. esame di coscienza; una confessione fin troppo scrupolosa. 2. estens. a. Che svolge la propria attività professionale con ...
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sbarazzino
s. m. e agg. (f. -a) [forse der. di sbarazzare]. – 1. s. m. Bambino o ragazzo vivace e irrequieto, che si comporta con scarso senso del dovere e con poco rispetto delle convenienze sociali [...] e morali (il termine ha tono più affettuoso che di riprovazione): è uno s., ogni tanto ne fa una delle sue; non si sa mai che cosa possa combinare quello s.; quella ragazza ha proprio un’aria da sbarazzina. 2. agg. Da sbarazzino, proprio di uno ...
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privo
agg. [dal lat. privus, propr. «che sta da sé»]. – Che manca di qualche cosa che dovrebbe avere, o che precedentemente aveva, intendendosi in genere di cosa necessaria, utile, gradevole, appropriata [...] dei genitori. Spesso in senso fig.: da più di un mese sono p. di sue notizie; un uomo p. di personalità, di principî morali; è uno strozzino assolutamente p. di scrupoli; il tuo è un ragionamento p. di senso; sono dicerie p. di fondamento; in partic ...
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stupidita
stupidità s. f. [dal lat. stupidĭtas -atis, der. di stupĭdus «stupido»]. – 1. letter. Stato di torpore, insensibilità o sbalordimento, causato da condizioni fisiche o morali: [il succo del [...] papavero] Lene serpendo per le membra, acqueti A te gli spirti, e ne la mente induca Lieta stupidità (Parini). 2. Lo stesso, e più com., che stupidaggine, per indicare scarsità o mancanza d’intelligenza: ...
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stupido
stùpido agg. [dal lat. stupĭdus, der. di stupēre «stupire»]. – 1. letter. a. Preso da stupore, attonito, sbalordito; che è in una condizione d’incapacità o insensibilità indotta da meraviglia, [...] sorpresa, o da altre cause fisiche o morali: Non altrimenti stupido si turba Lo montanaro, e rimirando ammuta, Quando rozzo e salvatico s’inurba (Dante); sopportiamo non rassegnati ma s., il colmo di ciò che da principio avevamo chiamato ...
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MORALI, Ottavio
Rodolfo Vittori
, Ottavio. - Nacque nel 1763 a Bonate Superiore, presso Bergamo; il nome dei genitori non è noto.
A Bergamo frequentò il collegio Mariano, l’istituzione scolastica religiosa più importante della città, nella...
(gr. 'Hϑικοὶ χαρακτῆρες) Opera del filosofo greco Teofrasto di Ereso (m. 287 circa a.C.), che probabilmente era un'appendice a un trattato di etica andato perduto. In essa sono tratteggiati con bravura trenta tipi umani, caratterizzati ciascuno...