snobismo
s. m. [der. di snob, sul modello dell’ingl. snobbism o del fr. snobisme]. – L’essere snob, il comportarsi da snob: essere malato di s.; una ragazza di uno s. irritante; bel ragazzo,... tinto [...] leggermente di s. in maniera simpatica (Palazzeschi); fare qualcosa per s.; per puro s.; in senso concr., atto, comportamento, atteggiamento da snob: non riesco a sopportare i suoi snobismi. ...
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sbarratura
s. f. [der. di sbarrare]. – 1. non com. Atto dello sbarrare, del chiudere con sbarre; anche in senso fig.: si mise a rifiutare facendo delle s. con le braccia, tirandosi indietro con la testa [...] (Palazzeschi). 2. Nel linguaggio bancario, l’insieme delle due linee parallele (con o senza indicazione tra esse del nome di una banca) tracciate su un assegno sbarrato. ...
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chicca
s. f. [voce infantile, da chicco, per la forma rotonda]. – Caramella, confetto, cioccolatino e sim., soprattutto in frasi rivolte ai bambini, e, in tono scherz., anche ai grandi: se sarai buono, [...] che sarà una c. per la stampa; meno com., riferito a persona: il signor Celestino vestiva di bianco, esclusivamente. Abiti di tela, in generale, o di una flanellina morbida nei giorni che voleva essere una chicca (Palazzeschi). ◆ Dim. chicchina. ...
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riccioliera
ricciolièra s. f. [der. di rìcciolo], raro. – Capigliatura folta e ricciuta: avrebbe tenuto gli occhialoni di tartaruga bionda come la sua r. da ragazzo (Palazzeschi). ...
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scarabocchiare
v. tr. [der. di scarabocchio] (io scarabòcchio, ecc.). – 1. Segnare, coprire con scarabocchi: s. il foglio, il quaderno, le pagine di un libro; il bambino mi ha scarabocchiato tutta l’agenda; [...] , disegnare male e con imperizia: era quasi analfabeta, aveva imparato a s. qualche parola quando era bambino (Palazzeschi). 2. In senso fig., scrivere svogliatamente, senza impegno: sto scarabocchiando un resoconto del convegno di ieri; spreg ...
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scarduffare
v. tr. – Variante tosc. di scarruffare (per incrocio con cardo, scardare, scardassare): non era come qui, in questo deserto, quando mi hai scarduffata bene bene non c’è nemmeno un po’ di [...] specchio per rifarsi la testa (Palazzeschi); egli si scarduffava i capelli con una mano (Brancati). ...
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esteriorizzare
esterioriżżare v. tr. [der. di esteriore]. – 1. a. Rendere esteriore, manifestare esteriormente: il bisogno di e. il proprio sentimento lascia dubitare sulla profondità di esso (Palazzeschi). [...] b. Trasferire fuori di sé la causa delle sensazioni, la propria sensibilità (v. esteriorizzazione, n. 2). c. Nel linguaggio medico, estrarre un organo mobile dalla cavità che lo contiene, durante un intervento ...
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ballonzolare
v. intr. [der. di ballonzolo] (io ballónzolo, ecc.; aus. avere). – Ballare alla buona, con saltelli o movimenti goffi: stavano allegramente ballonzolando moltissime streghe (Redi). Anche [...] di persone o di cose: teneva in braccio il bimbo e lo faceva b.; la carne delle guance ... le ballonzolava gelatinosa nel tremolio del capo (Palazzeschi). ◆ Meno com. (nel primo sign.) la forma ballonzare: in van prèdica ballonza e canta (Carducci). ...
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spiraglio
spiràglio s. m. [lat. spiracŭlum, der. di spirare «spirare1»; cfr. provenz. espiralh, fr. ant. espirail, che hanno però una datazione più tarda]. – 1. a. Stretta apertura o fessura per cui [...] i portoni delle case tenuti a spiraglio dal portinaio ... e dai quali ogni tanto sporgevano la testa nell’attesa che spiovesse (Palazzeschi). b. estens., non com. Soffio d’aria o sottile striscia di luce che passa attraverso un’apertura stretta: c’è ...
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molla
mòlla s. f. [der. di mollare1]. – 1. a. Organo meccanico suscettibile, per la sua particolare conformazione, di subire sotto forze relativamente modeste notevoli deformazioni elastiche e quindi [...] da prendersi con le m.; s’incomincia a temere che il re ne abbia combinata una da pigliarsi con le m. (Palazzeschi); con altro senso, di cosa che dev’essere affrontata con delicatezza, con tatto: un argomento, una questione da prendere con le ...
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Pseudonimo dello scrittore Aldo Giurlani (Firenze 1885 - Roma 1974). P. ha manifestato il suo estro funambolesco fin dall'esordio come poeta crepuscolare e nell'effimera adesione al futurismo. Ha attraversato l'esperienza dell'avanguardia di...
‘Stampe dell’Ottocento’. Oppure, lasciando il nostro Palazzeschi, potremmo constatare con Alberto Savinio come «il secolo decimonono, eccellentemente umanitario, fu chiamato con le parole stesse di Léon Daudet lo “stupido secolo decimono”» (Nuova...