zeppa
zéppa s. f. [voce di origine longob., prob. la stessa di zipolo]. – 1. Pezzo di legno che serve a rincalzare un mobile, o per turare alla meglio un buco, o in genere per sostituire o surrogare [...] improvvisato, soprattutto nella frase fam. metterci una z.: il guaio è fatto, vediamo se ci si può mettere una zeppa. b. Parola o frase che si inserisce senza una vera giustificazione logica o estetica, ma solo per raggiungere la misura del verso o ...
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tema1
tèma1 s. m. [dal lat. thema («argomento»; «posizione degli astri», e nel lat. tardo anche «tema d’una parola»), che è dal gr. ϑέμα -ατος, propr. «ciò che si pone», der. del tema di τίϑημι «porre, [...] avea dinanzi agli occhi il tema Del suo fratel, che n’era stato morto (Ariosto). 2. In linguistica: a. La parte di una parola che resta dopo che è stata tolta la desinenza; si distinguono t. nominali e t. verbali, a seconda che si tratti di una forma ...
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messa1
méssa1 s. f. [lat. tardo, eccles., mĭssa (propr., part. pass. femm. di mittĕre «mandare, inviare»), tratto dalla formula di congedo ite, missa est (v.)]. – 1. a. Il più importante rito liturgico [...] d’ingresso, saluto del celebrante, atto penitenziale, e, limitatamente alle domeniche e festività, il Gloria), la liturgia della parola comprende essenzialmente la lettura di passi delle Sacre Scritture (che il lettore fa dall’ambone) e del Vangelo ...
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messere
messère s. m. [dal provenz. meser «mio signore»; v. sere]. – Titolo di dignità assai comune un tempo, che spettava di norma a giudici e notai, ma era usato anche, per rispetto e riverenza, come [...] soprattutto nelle frasi essere o fare il messere, spadroneggiare; esser messere e madonna, esser padrone assoluto e dispotico. La parola è usata talvolta in frasi scherz. o canzonatorie: buon dì, messere!; messer no!; caro messer mio, le cose stanno ...
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interlineare1
interlineare1 agg. [comp. di inter- e linea, secondo l’agg. lineare]. – Che è tra due linee, cioè tra riga e riga di uno scritto o di uno stampato: spazio interlineare. In partic.: traduzione [...] i., quella che pone sotto ogni parola del testo la parola corrispondente dell’altra lingua; postille, glosse i., scritte nell’interlinea di un’opera manoscritta o stampata. ...
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penultimo
penùltimo agg. [dal lat. tardo paenultĭmus, comp. di paene- «pene-» e ultĭmus «ultimo»]. – Che viene o si trova immediatamente prima dell’ultimo: il p. giorno; il p. verso; la p. volta; è arrivato [...] piani; la p. sillaba (anche s. f., la penultima); parola con l’accento sulla p., parola parossitona, piana. Legge della p., legge prosodica che regola l’accentazione moderna delle parole della lingua latina, secondo cui l’accento cade sulla penultima ...
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iterativo
agg. [dal lat. tardo iterativus, der. di iterare «ripetere»: v. iterare]. – In generale, che contiene o esprime ripetizione, che si attua mediante operazioni ripetute, e sim. In partic.: 1. [...] e l’ital. checché. Analogam. si parla di locuzioni i. per indicare locuzioni, di varia natura, in cui si ha la ripetizione della parola, come a mano a mano, mogio mogio, lemme lemme; in alcuni casi con specifico valore di ripetizione (batti e batti o ...
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scuola
scuòla (pop. o poet. scòla) s. f. [lat. schŏla, dal gr. σχολή, che in origine significava (come otium per i Latini) libero e piacevole uso delle proprie forze, soprattutto spirituali, indipendentemente [...] riferendosi al gruppo di poeti che si raccolgono nel Limbo intorno a Omero). Parlando di opere d’arte, spec. figurative, la parola include spesso un giudizio riduttivo: un quadro, una statua di s., non del maestro, ma di un suo seguace; più genericam ...
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idea
idèa s. f. [dal gr. ἰδέα, propr. «aspetto, forma, apparenza», dal tema di ἰδεῖν «vedere»]. – 1. a. Nel sign. più ampio e generico, ogni singolo contenuto del pensiero, ogni entità mentale, e più [...] d’idee; scrive correttamente ma non ha idee; il lavoro è modesto ma ha qualche i. originale. d. Dal sign. che la parola ha nella filosofia platonica, deriva il senso di modello astratto e ideale a cui si guarda come termine di paragone nel giudizio ...
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pigritudine
s. f. Compiaciuto abbandono alla pigrizia. ◆ [tit.] Alla scoperta della pigritudine [testo] […] Stamattina al mercato mi ha fermato un signore (architetto, ho scoperto poi) che mi ha detto: [...] «Vorrei regalarle una parola». Grazie, ho detto. «La parola è pigritudine». Ho pensato alla négritude, a [Léopold] Senghor. Davanti a una bancarella di frutta. Pigritudine è diversa da pigrizia, ha detto lui, è abitudine e beatitudine della pigrizia. ...
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Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase.
Linguistica
Il termine...
parola
Domenico Consoli
Ciascuno degli elementi lessicali di cui è composto il discorso. Solo due volte ha valore di " vocabolo singolo ": in tale accezione è al singolare, preceduto da ‛ ultima ', e all'interno di modi idiomatici che alludono...