senso
sènso s. m. [lat. sēnsus -us, der. di sentire «percepire», part. pass. sensus]. – 1. a. La facoltà di ricevere impressioni da stimoli esterni o interni (affine quindi a sensibilità): gli animali [...] sing.): cerca di dire cose che abbiano senso (o che abbiano un s. comune, con lo stesso sign.); per lo più in frasi negative: parole, frasi, discorsi senza s., privi di s., vuoti di senso; non c’è senso in quello che dici. Con sign. più ampio, anche ...
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mezzo2
mèżżo2 s. m. [uso sostantivato dell’agg. prec.]. – 1. Propriam., lo spazio, il fluido o in genere la sostanza che s’interpone fra due oggetti o che un oggetto in movimento deve attraversare per [...] per raggiungere un fine, o che sia comunque utile o indispensabile a un determinato scopo (anche a questo sign., con cui la parola ha uso larghissimo, si giunge attraverso il concetto che una cosa, o una persona, che si trovi «in mezzo» fra altre due ...
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anagramma
s. m. [comp. del gr. ἀνά (che qui indica inversione) e γράμμα «lettera», rifacimento del gr. tardo ἀναγραμματισμός, che aveva questo stesso sign., der. di ἀναγραμματίζω «invertire le lettere [...] » è l’a. del cognome «Salustri». Come gioco enigmistico, i tipi di anagramma più comuni sono: l’a. semplice, quando due o più parole sono composte dalle stesse lettere diversamente combinate (Germano, Marengo, Romagne); l’a. diviso, quando da due ...
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parlare2
parlare2 v. intr. [lat. mediev. parabolare, *paraulare, der. di parabŏla (v. parola)] (aus. avere). – 1. a. Pronunciare suoni articolati, dire delle parole: il bambino comincia già a p., ha [...] semplicità; ti parlo da amico; io parlo come sento; p. col cuore in mano, a cuore aperto, col cuore sulle labbra, con parole sincere e dettate dall’affetto; ne parlava con aria di mistero; rispetto al tono e insieme al contenuto del discorso: p. con ...
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j, J
(i lungo, raro iòd, ant. iòta) s. f. o m. – Segno alfabetico, che non costituisce una lettera a sé dell’alfabeto latino o italiano, ma è una variante grafica della i, introdotta nella scrittura [...] i, I: la minuscola come variante di i dopo altre lettere con aste verticali (i, m, n, u) e spec. in fine di parola o di numero (iudicij, xiij), la maiuscola come variante di I in posizione iniziale. Soltanto dal sec. 16° j fu adottato per indicare la ...
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s. f. Parola inventata; in particolare, parola creata per gioco o per attirare l’attenzione. ♦ I titoli a cui si fa riferimento nell’articolo sono: «Le fantaparole» a cura di Massimo Baldini (Armando); [...] una tre giorni intensa e ricca di dibattiti. Per festeggiare la parola, strumento di lavoro del giornalista, un suo grande giocoliere. “ 6 febbraio 2022) • Il fatto è che la parola [Fantacitorio] nasconde, dietro la facciata fantasiosa e comica ...
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bifronte
bifrónte agg. [dal lat. bifrons -ontis, comp. di bi- «due» e frons «fronte»], letter. – 1. Che ha due fronti, due facce: un’erma b.; di solito come appellativo di Giano, antica divinità romana [...] rotta; se da una frase si ottiene la stessa o un’altra frase si ha la frase bifronte: è presa la serpe. Se il rovesciamento di una parola o di una frase avviene sillaba per sillaba, si ha il b. sillabico: co-mi-co; ca-ni-co-la = la-co-ni-ca; so-na-to ...
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elisione
eliṡióne s. f. [dal lat. elisio -onis (der. di elidĕre), che nei grammatici tardi traduce il gr. ἔκϑλιψις]. – L’atto, il fatto di elidere, di essere eliso. In partic., fenomeno linguistico consistente [...] e bel cavallo, grand’uomo e gran signore, quell’occhio e quel naso, sant’Antonio e san Francesco), mentre nelle altre parole che ammettono il troncamento la forma troncata è una sola, davanti a consonante o davanti a vocale. ◆ In latino l’elisione ...
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spiccicare
v. tr. [tratto da appiccicare, con sostituzione di prefisso] (io spìccico, tu spìccichi, ecc.). – Staccare ciò che è appiccicato a una superficie, a un altro oggetto, separare cose appiccicate: [...] , da quando si sono conosciuti, non si riesce più a spiccicarli; con altro uso fig., è com. l’espressione s. le parole (più raram., s. le sillabe, s. le frasi), pronunciarle chiaramente, spec. nella forma negativa: quel ragazzo non spiccica bene le ...
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peggiorativo
agg. [der. di peggiorare]. – Che è atto a far peggiorare, che introduce peggioramenti: emendamenti p. del testo di legge; provvedimenti p. della situazione politica. In linguistica, alterazione [...] come s. m.: «ragazzaccio» è il p. di «ragazzo». Analogam., senso, significato, tono p., con riferimento non alla forma di una parola ma all’uso che se ne fa e al valore che può acquistare in determinati contesti. In enigmistica, falso p., gioco della ...
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Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase.
Linguistica
Il termine...
parola
Domenico Consoli
Ciascuno degli elementi lessicali di cui è composto il discorso. Solo due volte ha valore di " vocabolo singolo ": in tale accezione è al singolare, preceduto da ‛ ultima ', e all'interno di modi idiomatici che alludono...