raccomandare [der. di accomandare, col pref. r(i)-]. - ■ v. tr. 1. a. [consegnare ad altri la cura o la custodia di ciò che sta molto a cuore, con la prep. a del secondo arg.: raccomando mio figlio alle [...] .) dare un calcio (o una spinta o una spintarella) (a), favorire, mettere (o spendere) una buona parola (per), (fam., eufem.) presentare, (eufem.) segnalare, sostenere, spingere. ↔ avversare, ostacolare, osteggiare. 4. (estens.) [esortare a provare ...
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raccomandazione /rak:omanda'tsjone/ s. f. [der. di raccomandare]. - 1. [istruzione con cui si consiglia di fare o di non fare qualcosa: non dimenticare le r. del medico] ≈ ammonimento, avvertimento, consiglio, [...] occasione di concorsi, prove, ecc.: essere assunto grazie a una r.] ≈ (eufem.) aiuto, appoggio, (fam.) buona parola, buoni uffici, (pop.) calcio (nel sedere), (pop.) pedata, presentazione, protezione, (eufem.) segnalazione, spinta, (fam.) spintarella ...
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sottinteso /sot:in'teso/ [part. pass. di sottintendere]. - ■ agg. 1. [del costituente di una frase e sim., che è omesso ma può essere facilmente ricavato dal contesto: soggetto, verbo s.; in questa frase [...] vi deve essere una parola s.] ≈ implicito. ↔ esplicito, espresso. 2. (estens.) [di concetto, fatto e sim., che non può essere messo in dubbio, pur senza essere detto esplicitamente, spec. nelle espressioni resta, rimane, è sottinteso: è s. che siete ...
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appellare [dal lat. appellāre, propr. "rivolgere la parola"] (io appèllo, ecc.). - ■ v. tr. 1. (lett.) [chiamare per nome] ≈ denominare, nominare. 2. (giur.) [fare appello contro una decisione del giudice, [...] anche assol.: a. una sentenza] ≈ impugnare, ricorrere in appello (contro). ■ appellarsi v. intr. pron. 1. [fare affidamento su qualcuno o qualcosa, con la prep. a: mi appello al tuo senso di giustizia] ...
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monosillabico /monosi'l:abiko/ agg. [dal gr. monosyllabikós, der. di monosýllabos "monosillabo"] (pl. m. -ci). - (ling.) [formato di una sola sillaba: parola m.] ≈ monosillabo. ↔ plurisillabico, plurisillabo, [...] polisillabico, polisillabo ...
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raddoppiamento /rad:op:ja'mento/ s. m. [der. di raddoppiare]. - 1. a. [il raddoppiare o il raddoppiarsi] ≈ e ↔ [→ RADDOPPIO (1)]. b. (estens.) [aumento, crescita notevole: r. dell'attenzione] ≈ accrescimento, [...] ↑ moltiplicazione. ↔ calo, diminuzione, riduzione. 2. (ling.) a. [mezzo morfologico consistente nella ripetizione di una parola, della radice o di alcuni suoni iniziali] ≈ ‖ duplicazione, iterazione, ripetizione. b. [rafforzamento e prolungamento di ...
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radicale [dal lat. tardo radicalis, der. di radix -icis "radice"; come termine polit., ricalca l'ingl. radical]. - ■ agg. 1. (med., anat.) [relativo alla radice di un dente, di un nervo, ecc.] ≈ radicolare. [...] , giacobino, massimalista. ‖ (iron.) radical-chic. ↔ conservatore, moderato. ↑ codino, reazionario, retrivo, retrogrado. 2. (ling.) [elemento linguistico costitutivo della parola, non ulteriormente analizzabile né riducibile] ≈ e ↔ [→ RADICE (4)]. ...
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costei /ko'stɛi/ pron. dimostr. f. [lat. eccu(m) ✻istei "ecco a lei"] (m. costui; pl. m. e f. costóro). - [indica persona di sesso femminile vicina o appena nominata: che viene a fare qui c.?; chi è c.?] [...] ≈ questa. ‖ colei, lei. ◉ La parola oggi viene usata quasi esclusivam. con valore spregiativo. ...
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grida s. f. [der. di gridare] (pl. le gride, err. le grida). - 1. (stor.) [comunicazione dell'autorità che si faceva gridare pubblicamente dai banditori] ≈ avviso, bando, decreto, editto, legge, ordine, [...] proclama, [nell'antica Russia, fino al sec. 19°] ukase. 2. (ant.) a. [voce, suono inarticolato, parola, esclamazione e sim., emessa con forza] ≈ e ↔ [→ GRIDO (1. a)]. b. (fig.) [fama diffusa e spesso infondata] ≈ boatos, chiacchiera, diceria, ...
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Complesso di fonemi, cioè di suoni articolati, o anche singolo fonema (e la relativa trascrizione in segni grafici) mediante i quali l’uomo esprime una nozione generica, che si precisa e determina nel contesto d’una frase.
Linguistica
Il termine...
parola
Domenico Consoli
Ciascuno degli elementi lessicali di cui è composto il discorso. Solo due volte ha valore di " vocabolo singolo ": in tale accezione è al singolare, preceduto da ‛ ultima ', e all'interno di modi idiomatici che alludono...