tentazione
tentazióne s. f. [dal lat. temptatio -onis, der. di temptare «tentare»]. – 1. Nella teologia cattolica, l’azione e il fatto di tentare o di venire tentato al peccato, intesa sia come prova [...] a cui l’essere libero viene sottoposto per conoscerne la capacità di sottostare alla legge morale e religiosa, sia come stimolo o invito a compiere azioni moralmente cattive: t. di Gesù Cristo, nei vangeli ...
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male1
male1 avv. [lat. male, avv., der. di malus «cattivo»] (in posizione proclitica si tronca comunem. in mal). – 1. a. In modo non buono, non retto, non giusto; in modo non conveniente, non opportuno, [...] una brutta fine: E non pò mal finir chi l’ha parlato (Dante), chi ha parlato con lei non può morire in peccato; parlar m., esprimersi in modo scorretto, dire cose non giuste; parlar m. di uno, farlo oggetto di critica malevola, sparlarne (in questo ...
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maledire
(ant. o tosc. maladire) v. tr. [lat. maledicĕre, comp. dell’avv. male e dicĕre «dire», propr. «dir male»] (coniug. come dire, tranne l’imperat. maledici; nell’imperf. indic. l’uso pop. ha anche [...] il figlio; di solito riferito a Dio come soggetto, in quanto decreta o è chiamato a sancire la maledizione: dopo il peccato di Adamo ed Eva, Dio maledisse il serpente; che Dio lo maledica! b. Con sign. più generico, imprecare contro qualcuno (o ...
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palato2
palato2 s. m. [dal lat. palatum, di origine ignota]. – 1. In anatomia, la volta della cavità boccale nell’uomo e nei vertebrati in genere; in anatomia comparata si distinguono un p. primario, [...] desiderio o il piacere di gustarne: la bella guancia Il cui p. a tutto ’l mondo costa (Dante), con riferimento a Eva il cui peccato di gola è stato scontato da tutta l’umanità; frequente anche nell’uso com.: avere buon p., un p. fine, delicato (o, al ...
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ribrezzo
ribréżżo (ant. ripréżżo) s. m. [der. di brezza, col pref. ri-]. – 1. ant. Brivido provocato dal freddo o dalla febbre: vid’io mille visi cagnazzi Fatti per freddo; onde mi vien riprezzo, E verrà [...] provocarle r.; al vedere quella orribile piaga non poté frenare un moto di r.; sentì con r. qualcosa di viscido sul braccio; è un racconto che fa venire r.; avere, provare r. del male, del peccato; vattene, mi fai r.!; e come esclam. che ribrezzo! ...
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ricadere
v. intr. [comp. di ri- e cadere] (coniug. come cadere; aus. essere). – 1. Cadere di nuovo: Supin ricadde e più non parve fora (Dante); ho tentato di rialzarmi ma sono ricaduto. In varî usi fig.: [...] r. nelle mani dei nemici, nella trappola; r. nello stesso errore, peccato, dubbio, sospetto, timore; r. in colpa, nel vizio, nel rimorso; r. in letargo, nel sonno più profondo; r. malato, o nella malattia (con questo senso, anche assol.: un po’ di ...
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ricaduta
s. f. [der. di ricadere]. – Il fatto di ricadere, di essere ricaduto. Raro in senso proprio, più com. in senso morale (una r. nel vizio, nel peccato, e analogam. nell’abuso dell’alcol e sim.), [...] è specifico in medicina per indicare la riacutizzazione o la reinsorgenza di un processo morboso apparentemente superato o in via di esaurimento: il malato ha fatto (o ha avuto) un’altra r.; si teme una ...
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chiaro
agg. e s. m. [lat. clarus]. – 1. agg. È in generale l’opposto di oscuro, ma ha accezioni particolari secondo l’oggetto a cui si attribuisce: a. Luminoso, lucente: una luce ch.; c’è un bel sole [...] come la luce del sole; fare ch. una cosa, renderla manifesta; prov., chi si scusa senz’essere accusato, fa ch. il suo peccato; come predicato con valore neutro: è chiaro che hai torto tu. d. Preciso, ben determinato: rispondere con un no ch. e tondo ...
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tristo
agg. [lat. trīstis, di etimo oscuro; v. anche triste]. – 1. ant. Mesto, gravemente afflitto e addolorato: sotto quello sporto trovato uno uscio, come che serrato fosse, a piè di quello ... tristo [...] vendetta; che è fatto con cattiveria, con malvagità: una t. azione; e in genere, di quanto ha relazione con il male, con il peccato: per entro i luoghi tristi Venni stamani (Dante), i luoghi infernali; verranno in un t. mondo, e in t. tempi, in mezzo ...
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Nel linguaggio teologico, parola, atto o desiderio contrari alla legge divina: un’offesa a Dio, nel rifiuto del suo amore, che ferisce la dignità dell’uomo.
Nella manualistica teologica, soprattutto cattolica, si distingue il p. attuale, ossia...
veniale, peccato Nella teologia morale cattolica, trasgressione di una legge di importanza secondaria; è sempre un’offesa a Dio, ma, a differenza del peccato mortale, cui si contrappone, non priva l’anima della grazia ed è emendato con una pena...