ricaduta
s. f. [der. di ricadere]. – Il fatto di ricadere, di essere ricaduto. Raro in senso proprio, più com. in senso morale (una r. nel vizio, nel peccato, e analogam. nell’abuso dell’alcol e sim.), [...] è specifico in medicina per indicare la riacutizzazione o la reinsorgenza di un processo morboso apparentemente superato o in via di esaurimento: il malato ha fatto (o ha avuto) un’altra r.; si teme una ...
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chiaro
agg. e s. m. [lat. clarus]. – 1. agg. È in generale l’opposto di oscuro, ma ha accezioni particolari secondo l’oggetto a cui si attribuisce: a. Luminoso, lucente: una luce ch.; c’è un bel sole [...] come la luce del sole; fare ch. una cosa, renderla manifesta; prov., chi si scusa senz’essere accusato, fa ch. il suo peccato; come predicato con valore neutro: è chiaro che hai torto tu. d. Preciso, ben determinato: rispondere con un no ch. e tondo ...
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tristo
agg. [lat. trīstis, di etimo oscuro; v. anche triste]. – 1. ant. Mesto, gravemente afflitto e addolorato: sotto quello sporto trovato uno uscio, come che serrato fosse, a piè di quello ... tristo [...] vendetta; che è fatto con cattiveria, con malvagità: una t. azione; e in genere, di quanto ha relazione con il male, con il peccato: per entro i luoghi tristi Venni stamani (Dante), i luoghi infernali; verranno in un t. mondo, e in t. tempi, in mezzo ...
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contagio
contàgio s. m. [dal lat. contagium, der. di contingĕre «toccare, essere a contatto, contaminare», comp. di con- e tangĕre «toccare»]. – 1. a. La trasmissione di una malattia infettiva dalla [...] 2. fig. Influsso dannoso che l’esempio o il pensiero di alcuni possono esercitare su altri: il c. del vizio, del peccato; certe idee si propagano per contagio. In partic., in psicologia, c. psichico, la trasmissione da un individuo all’altro di idee ...
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scrupolo
scrùpolo (ant. scrùpulo) s. m. [dal lat. scrupŭlus (e anche scrupŭlum, scripŭlum, scriptŭlum), propriam. «piccola pietra, pietruzza», dim. di scrupus «sasso, pietra a punta»]. – 1. a. Antica [...] di un’assoluta precisione, di un’onestà specchiata e sim. 3. a. Incertezza di coscienza, inquietudine morale che porta a considerare come peccato o colpa ciò che tale non è, o a ritenere grave una mancanza anche lieve: s. religioso; s. morali; s. di ...
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gia
già avv. [lat. iam]. – 1. a. Riferito a un verbo o a una locuz. in funzione di predicato, indica che nel momento in cui si parla, o di cui si parla, un fatto è ormai compiuto o sta compiendosi o [...] già l’ora?; sei già qui?; vuoi già lasciarci?; pensare che siamo già a Natale!; non mi pareva vero di avere già un impiego; peccato che lo spettacolo sia già terminato. E con più forza, di già: sei di già tornato?; spec. in risposte: «È l’ora d’andar ...
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pelagianismo
(o pelagianéṡimo) s. m. [der. di pelagiano]. – Il complesso di dottrine, e il movimento che ne fu portatore, facente capo al monaco bretone Pelagio (c. 354 - c. 427): accentuando la libertà [...] alla piena perfezione con il solo aiuto della fede e del battesimo – il pelagianismo veniva a limitare le conseguenze del peccato originale al solo Adamo e quindi anche il valore della grazia come condizione per la salvezza. Colpito da molte condanne ...
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liberativo
agg. [der. di liberare], non com. – Che vale a liberare, che ha per fine o per effetto di liberare: redenzione l. (dal peccato), quella con cui Cristo redense tutti gli uomini. ...
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balia
balìa s. f. [dal fr. antico baillie; v. balì, balivo]. – 1. Potestà assoluta, signoria, autorità: quelli spirti Che purgan sé sotto la tua b. (Dante); il popolo ... invocava di quando in quando [...] b. delle onde; essere in b. del caso, della sorte, ecc. 2. ant. Potere, facoltà, e anche possibilità, forza: e poi, quando avranno peccato, io avrò b. di maladirli (Novellino); Ella riman d’ogni vigor sì vòta, Che di tenersi in piè non ha b. (Ariosto ...
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toto
tòto agg. [dal lat. totus: v. tutto], ant. – Latinismo adoperato due volte in rima da Dante (e sul suo esempio sporadicamente da altri poeti più tardi), con il sign. di tutto, intero, nella sua [...] o nella sua totalità: quelli aspetti [gli intelletti delle creature] Che la prima cagion non veggion tota (Par. XX, 132); e Vostra natura, quando peccò tota Nel seme suo [cioè nel peccato di Adamo] (Par. VII, 85). ◆ V. anche la locuz. in toto. ...
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Nel linguaggio teologico, parola, atto o desiderio contrari alla legge divina: un’offesa a Dio, nel rifiuto del suo amore, che ferisce la dignità dell’uomo.
Nella manualistica teologica, soprattutto cattolica, si distingue il p. attuale, ossia...
veniale, peccato Nella teologia morale cattolica, trasgressione di una legge di importanza secondaria; è sempre un’offesa a Dio, ma, a differenza del peccato mortale, cui si contrappone, non priva l’anima della grazia ed è emendato con una pena...