asceta
ascèta s. m. e f. [dal lat. tardo asceta o ascetes, gr. ἀσκητής «che esercita»; v. ascesi] (pl. m. -i). – Chi pratica l’ascetismo: gli antichi a. cristiani; un santo a.; per estens., chi fa vita [...] di penitenza e di rinuncia o comunque austera: un giovane studioso dal viso d’a.; condurre vita da asceta. ...
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devozione
devozióne (o divozióne) s. f. [dal lat. devotio -onis, propr. «voto, sacrificio», der. di devovere, part. pass. devotus: v. devoto]. – 1. Nell’antica Roma, l’offerta agli dei di persone o cose [...] le devozioni. 3. Per analogia, nel tardo medioevo (sec. 13°), l’autoflagellazione collettiva cui si sottoponevano per penitenza gli appartenenti alle confraternite dei Disciplinati; in seguito, le laude drammatiche che i Disciplinati recitavano in ...
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pegno
pégno s. m. [lat. pĭgnus pĭgnŏris] (pl. -i, ant. le pégnora). – 1. a. Nel linguaggio giur., diritto reale di garanzia che ha per oggetto beni mobili o complessi di beni mobili, crediti o altri [...] giochi infantili o di società, viene depositato da chi sbaglia nell’esecuzione del gioco e che viene restituito dopo una penitenza: dare, pagare il pegno. 3. In senso fig., garanzia solenne, prova, testimonianza di un impegno morale, di un sentimento ...
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macerare
v. tr. [dal lat. macerare] (io màcero, ecc.). – 1. Sottoporre una sostanza a processo di macerazione, tenendola a lungo in acqua o in altro liquido: m. la canapa, la carta, il cuoio; m. la carne [...] dal lungo gelo, spuntavano i primi fiori, timidi e assurdi (P. Levi); carni macerate; un volto macerato dai digiuni, dalla penitenza; fig., cuore macerato, afflitto, straziato. Come s. m., preparato farmaceutico ottenuto per macerazione di una droga. ...
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aspro1
aspro1 agg. [lat. asper asp(ĕ)ra asp(ĕ)rum]. – 1. a. Ruvido al tatto (cioè non liscio, non levigato): una superficie a.; la buccia a. delle arance. b. Di terreno, accidentato, impervio, selvatico: [...] (contrapp. a spirito dolce o lene), v. spirito, n. 1 b. 3. fig. Rigido, duro, grave a sopportarsi: a. tormento, a. penitenza; parole a.; modi a.; sei stato troppo a. con lui; intrattabile: ed aspro a forza Tra lo stuol de’ malevoli divengo (Leopardi ...
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riconciliazione
riconciliazióne s. f. [dal lat. reconciliatio -onis]. – L’azione di riconciliare, il fatto di riconciliarsi: r. fra coniugi, ritorno al normale stato coniugale (con sign. più specifico, [...] linguaggio eccles., r. con Dio, con la Chiesa, e assol. riconciliazione, come termine che, nel rinnovato rito della penitenza (1973), sostituisce quello tradizionale di confessione; r. di una chiesa, di un cimitero, restituzione al loro uso di culto ...
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ubbidienza
ubbidiènza (o obbediènza, letter. ubidiènza) s. f. [dal lat. oboedientia, der. di oboediens -entis «ubbidiente»]. – 1. L’atto, il fatto di ubbidire, di accettare cioè e di eseguire un ordine [...] loro superiori, sia l’autorità stessa del superiore; con sign. più concr., l’ordine, l’istruzione e, in alcuni casi, la penitenza che il superiore dà al religioso (v. obbedienza, che in questo sign., e in alcuni altri specifici, è la forma più usata ...
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tractus
s. m., lat. mediev. [dal lat. class. tractus -us: v. tratto2] (pl. -us). – Nella messa latina sono così denominati (anche in forma italiana, tratto) alcuni brevi versetti (dai Salmi) che, prima [...] della riforma liturgica conseguente al Concilio Vaticano II, si recitavano o cantavano nei giorni di penitenza (quaresima, tempora, vigilie, messa dei defunti, ecc.) di seguito al graduale in luogo dell’Alleluia. Il tractus, una delle forme più ...
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vigilia
vigìlia s. f. [dal lat. vigilia, propr. «il fatto di vegliare, vigilanza» e quindi «veglia», der. di vigil -ĭlis «vigile»]. – 1. a. letter. Veglia, notte trascorsa senza dormire, per studio, [...] Pasqua, della Pentecoste, di Natale, ecc.; e senza mai guardar festa o vigilia ... lavorarono (Boccaccio). b. In partic., la penitenza che si fa, o si faceva, nei giorni di vigilia, consistente appunto nel digiuno o nel mangiare di magro: osservare ...
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contrizione
contrizióne s. f. [dal lat. tardo, eccles., contritio -onis, der. di contritus: v. contrito]. – Sentimento di vivo dolore e di sincero pentimento per colpe commesse, soprattutto in trasgressione [...] esprime la propria contrizione, e che di norma si recita dopo la confessione dei peccati nel sacramento della penitenza. In teologia, la contrizione è considerata pentimento perfetto, e contrapposta all’attrizione che è invece pentimento imperfetto ...
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PENITENZA
Raffaele Pettazzoni
. Storia delle religioni. - La penitenza è correlativa al peccato. Col peccato è turbato un ordine di cose che con la penitenza vuol essere ricomposto. Quest'ordine di cose può essere un sistema di forze sacrali...
penitenza (penetenza)
Lucia Onder
Giovanni Fallani
Per " contrizione ", con riferimento al pianto di pentimento di Ezechia (cfr. IV Reg. 20, 3 " Flevit itaque Ezechias fletu magno "; si veda anche il passo nel quale egli allude ai suoi peccati:...