ratto1
ratto1 agg. [lat. rapĭdus], letter. – 1. Rapido: E se non fusse il suo fuggir sì ratto ... (Petrarca); ratti quanto potevano (Boccaccio); talora raddoppiato con valore rafforzativo: se ne sono [...] congiuntiva ratto che (o ratto come), tosto che, appena che: Ratto come imbrunir veggio la sera, Sospir del petto ... escono (Petrarca). 2. Ripido, scosceso: Così s’allenta la ripa che cade Quivi ben ratta da l’altro girone (Dante). ◆ Avv. rattaménte ...
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sennonche
sennonché (o 'se non che' 〈se nnoṅ ké〉; molto diffuso ma meno preciso senonché) cong. – Congiunzione subordinativa con valore eccettuativo, fuorché, eccetto che (in questo senso è letter.): [...] questo sign., solo nella grafia divisa se non che): E se non ch’al desio cresce la speme, I’ cadrei morto, ove più viver bramo (Petrarca). Come cong. coordinativa (avversativa), ma, però: Luci beate e liete Se non che ’l veder voi stesse v’è tolto ...
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seno1
séno1 s. m. [lat. sĭnus -us, propr. la piega concava formata dalla veste, nella quale le donne portavano i loro figlioletti; quindi, per estens., «petto, anima, cavità, insenatura, ecc.»]. – In [...] in s.; ripiegò con cura il foglietto e se lo pose in s.; Un ramoscel di palma Et un di lauro trae del suo bel s. (Petrarca). Si dice anche, ma meno comunem., dell’uomo: si trasse di s. l’uno de’ tre pani li quali portati aveva e cominciò a mangiare ...
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sentire
v. tr. [lat. sĕntire] (io sènto, ecc.). – In senso ampio, avvertire un qualsiasi stato di coscienza indotto in noi dal mondo esterno attraverso i sensi o un qualsiasi stato affettivo insorgente [...] del verbo: s. affetto, amore, gratitudine, riconoscenza per qualcuno; S’amor non è, che dunque è quel ch’io sento? (Petrarca); sento molta simpatia per lui; sente molta ammirazione per te; sento una gran pena per quel povero ragazzo; s. pietà ...
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morire
v. intr. [lat. *mŏrīre per il lat. class. mŏri] (pres. muòio, muòri, muòre, moriamo, morite, muòiono [pop. mòio, mòri, mòre ..., mòiono; ant. o dial. mòro ..., mòrono]; cong. pres. muòia ..., [...] . h. Sostantivato, il fatto di morire, la morte: non è il m. che mi spaventa; un bel morir tutta la vita onora (Petrarca). 2. Usi fig.: a. Riferito a persona: m. civilmente, perdere i diritti civili; m. al mondo, esser morto al mondo, ritirarsi a ...
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svellere
svèllere (ant. svègliere, poet. raro svèrre) v. tr. [lat. *exvellere, variante di evellĕre «strappare», comp. di e(x)- e vellĕre «tirare, estirpare»] (io svèllo o svèlgo, tu svèlli, ecc.; pass. [...] partirsene, andarsene: con molto pensiero indi si svelse (Petrarca); tosto indi si svelse (Poliziano). 2. fig. quell’immagine; O invidia ..., Da radice n’hai svelta mia salute (Petrarca), mi hai strappato la mia felicità, la mia beatitudine. ◆ Il ...
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mortale
agg. e s. m. [dal lat. mortalis, der. di mors mortis «morte»]. – 1. a. agg. Che è soggetto a morte: gli uomini sono m.; il corpo è m., l’anima è immortale; le spoglie m., il corpo, il cadavere; [...] animatrici (Foscolo); Lingua mortal non dice Quel ch’io sentiva in seno (Leopardi). Poet.: Se mortal velo il mio veder appanna (Petrarca), il velo corporeo, che impedisce allo spirito di vedere liberamente la verità. 2. agg. a. Che è causa di morte o ...
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morte
mòrte s. f. [lat. mŏrs mŏrtis]. – 1. a. La cessazione delle funzioni vitali nell’uomo, negli animali e in ogni altro organismo vivente o elemento costitutivo di esso: è in lutto per la m. di un [...] nel linguaggio poet., color di m.: Dai visi impressi di color di m. (Ariosto); Morte bella parea nel suo bel viso (Petrarca), qui per indicare l’aspetto dolcemente composto della donna (Laura) morta; avere la m. negli occhi o nel viso, mostrare segni ...
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mi1
mi1 pron. pers. [lat. me, accus., mi (= mihi), dativo]. – 1. Forma atona che concorre alla declinazione del pron. pers. io, sia come compl. oggetto (non mi ha visto = non ha visto me), sia come compl. [...] prevalentemente rafforzativo: I’ mi son un che, quando Amor mi spira, noto (Dante); Né so quant’io mi viva in questo stato (Petrarca); io mi credo che le suore sieno tutte a dormire (Boccaccio); non so se io mi dica bene o male (Leopardi); così pure ...
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stare
v. intr. [lat. stare, da una radice indoeuropea] (pres. indic. sto 〈stò〉 [radd. sint.], stai, sta [radd. sint.], stiamo, state, stanno; pres. cong. stia [poet. ant. stèa], stia [poet. ant. stie], [...] ., è raro e per lo più solo fig.: chi, possendo star, cadde tra via Degno è che mal suo grado a terra giaccia (Petrarca); per lo più si determina: s. ritto, s. in piedi; in partic., s. su, tenersi ritto, reggersi sulla vita (anche di cosa, reggersi ...
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Poeta e umanista (Arezzo 20 luglio 1304 - Arquà, od. Arquà P., tra il 18 e il 19 luglio 1374). Nato ad Arezzo da Eletta Canigiani e da ser Pietro di ser Parenzo dell'Incisa in Valdarno, che era stato bandito da Firenze nel 1302 per dissidî personali...
Arquà Petrarca Comune della prov. di Padova (12,5 km2 con 1856 ab. nel 2007).
Petrarca vi si trasferì nel 1369 e, salvo brevi interruzioni, vi dimorò fino alla morte e qui fu sepolto (1374); tuttora ben conservata la casa con lo studio del poeta.