ingiurioso
ingiurióso agg. [dal lat. iniuriosus «ingiusto, oltraggioso, malvagio»]. – Che reca, o che costituisce ingiuria; offensivo, oltraggioso: si scambiarono parole i.; è un sospetto i.; è un discorso [...] avverso, nocivo, e sim.: Rade volte adiven ch’a l’alte imprese Fortuna ingiurïosa non contrasti (Petrarca). ◆ Avv. ingiuriosaménte, con ingiurie, con parole o atti che costituiscono ingiuria, insolenti, offensivi: si rinfacciavano ingiuriosamente ...
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scolorare
v. tr. [der. di colorare, col pref. s- (nel sign. 1)] (io scolóro, ecc.). – 1. Far perdere il colore, o anche soltanto l’intensità, la vivacità del colore: l’alba già cominciava a s. le stelle; [...] in volto, impallidire; perdere luminosità, offuscarsi: Era ’l giorno ch’al sol si scoloraro Per la pietà del suo fattore i rai (Petrarca); del Tirreno Nell’infinito seno Scende la luna; e si scolora il mondo (Leopardi); e fig.: la vita a poco a poco ...
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ma'2
ma’2 avv. [lat. magis]. – Forma apocopata, ant., di mai: Che duol non sento, né sentì’ ma’ poi (Petrarca); con valore eccettuativo, ma’ che, sennonché: già non manca in lei cosa da bene, Ma’ che [...] natura la creò mortale (G. Cavalcanti) ...
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legare1
legare1 (ant. o dial. ligare) v. tr. e intr. [lat. lĭgare] (io légo, tu léghi, ecc.). – 1. tr. a. Stringere, avvolgere con una fune o un altro mezzo flessibile qualcosa o qualcuno, o più cose [...] e tenere stretto a sé: Quando i’ fui preso, e non me ne guardai, Ché i be’ vostr’occhi, donna, mi legaro (Petrarca); i pensati inganni al fine spiega In suon che di dolcezza i sensi lega (T. Tasso). d. Nel linguaggio eccles., facoltà di sciogliere ...
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grazioso
grazióso agg. [dal lat. gratiosus, der. di gratia «grazia»]. – 1. a. Che ha in sé grazia, che piace per la sua grazia: un bambino g.; una g. ragazza; un viso molto g.; è graziosa quando sorride, [...] passivo, dato per grazia, liberalmente, gratuito: troppo è più quel ch’io ne ’nvolo ... Che quel che vèn da grazïoso dono (Petrarca); concessione g.; un g. prestito, senza interessi. 3. ant. Grato, gradito: Grazïoso mi fia se mi contenti Del nome tuo ...
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passo2
passo2 s. m. [lat. passus -us, der. di pandĕre «aprire, stendere», part. pass. passus; in origine, quindi, «apertura delle gambe nel camminare; spazio compreso in questa apertura», da cui «passo» [...] ), a p. veloci, rapidi, affrettati, con p. uguali; Solo e pensoso i più deserti campi Vo mesurando a p. tardi e lenti (Petrarca); avanzava penosamente, fermandosi a ogni p. (s’intende, in genere, a ogni doppio passo); a gran passi, iperb. a passi di ...
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passo3
passo3 s. m. [deverbale di passare]. – 1. a. L’atto, il movimento di passare; passaggio: permettere, consentire, o negare, impedire, vietare, proibire il p. (a qualcuno, oppure in un luogo, per [...] disio Menò costoro al doloroso p. (Dante), alla morte violenta; La morte fia men cruda Se questa spene porto A quel dubbioso p. (Petrarca); ridenti Correste al p. lacrimoso e duro (Leopardi). ◆ Dim. passétto, con accezioni partic. (v. passetto2). ...
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el1
él1 art. det. m. sing. [lat. ĭlle]. – Variante ant. e dial. dell’art. il, già presente nel tosc. ant. (dapprima come forma aretina, lucchese e pisana, poi anche fiorentina e senese), conservata oggi [...] in alcuni dialetti, in partic. in quelli veneti e lombardi: Consumando mi vo di piaggia in piaggia El dì pensoso, poi piango la notte (Petrarca); lascerò indrieto el ragionare delle repubbliche (Machiavelli). ...
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strada
s. f. [lat. tardo strata (sottint. via), femm. sostantivato di stratus, part. pass. di sternĕre «stendere, selciare»; propr. «(via) massicciata»]. – 1. a. Striscia di terreno più o meno lunga [...] che porta a salvamento o alla dannazione: Così qua giù si gode, E la s. del ciel si trova aperta (Petrarca). In senso proprio e fig. (con riferimento, nel secondo caso, a qualsiasi avanzamento, progresso, sviluppo, sia individuale sia collettivo, sia ...
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legge
légge s. f. [lat. lex lĕgis, prob. affine a lĕgĕre, come equivalente del gr. λέγω «dire»]. – In generale, ogni principio con cui si enunci o si riconosca l’ordine che si riscontra nella realtà [...] laida opra Di ver ponente un pastor sanza legge (Dante); Et è questo del seme, Per più dolor, del popol senza l. (Petrarca); aver forza di legge fra le parti, detto del contratto che, una volta stipulato, ha per le parti una validità e un’efficacia ...
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Poeta e umanista (Arezzo 20 luglio 1304 - Arquà, od. Arquà P., tra il 18 e il 19 luglio 1374). Nato ad Arezzo da Eletta Canigiani e da ser Pietro di ser Parenzo dell'Incisa in Valdarno, che era stato bandito da Firenze nel 1302 per dissidî personali...
Arquà Petrarca Comune della prov. di Padova (12,5 km2 con 1856 ab. nel 2007).
Petrarca vi si trasferì nel 1369 e, salvo brevi interruzioni, vi dimorò fino alla morte e qui fu sepolto (1374); tuttora ben conservata la casa con lo studio del poeta.