rimenare v. tr. [der. di menare, col pref. ri-] (io riméno, ecc.). - 1. (lett.) [condurre di nuovo: Zefiro torna e 'l bel tempo rimena (F. Petrarca)] ≈ ricondurre, riportare. 2. (estens., tosc.) [mescolare [...] di nuovo, o, più spesso, con impegno o a lungo] ≈ [→ RIMESCOLARE (1)] ...
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benché /ben'ke/ (ant. ben che) cong. [grafia unita di ben che]. - 1. [introduce prop. concessive e richiede di solito il verbo al cong.: Italia mia, b. 'l parlar sia 'ndarno ... (F. Petrarca)] ≈ ancorché, [...] malgrado che, nonostante, per quanto, quantunque, sebbene, seppure. ● Espressioni: il benché minimo [nemmeno il più piccolo: non fare il b. minimo sforzo] ≈ nessuno. 2. (lett.) [con valore avversativo ...
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suco s. m. [dal lat. sucus] (pl. -chi), ant., lett. - 1. [liquido contenuto nella polpa di frutti o di altri elementi vegetali acquosi: bevete un s. d'erba Che purghe ogni pensier che 'l cor afflige (F. [...] Petrarca)] ≈ [→ SUCCO (1)]. 2. (fig.) [idea fondamentale di un discorso e sim.: il s. del discorso; Io premerei di mio concetto il s. (Dante)] ≈ [→ SUCCO (2)]. ...
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orrore /o'r:ore/ s. m. [dal lat. horror -oris, der. di horrēre "essere irto; inorridire"]. - 1. [impressione negativa e violenta provocata da ciò che appare così crudele da ripugnare alla vista e alla [...] esecrare. 4. (lett.) [sentimento ispirato dalle tenebre, da luoghi misteriosi, ecc.: un solitario o. D'ombrosa selva mai tanto mi piacque (F. Petrarca)] ≈ sbalordimento, sbigottimento, sconcerto, sgomento, smarrimento, stupore, turbamento. [⍈ PAURA] ...
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riposto /ri'posto/ agg. [part. pass. di riporre], lett. - 1. [di luogo, che è molto difficile da trovare: luoghi da sospirar riposti e fidi (F. Petrarca)] ≈ (lett.) ermo, (lett.) recondito, (lett.) secluso, [...] segreto, (lett.) solingo, sperduto. ↓ coperto, nascosto, riparato. ↔ accessibile, a portata di mano, vicino. 2. (fig.) [di pensiero, significato e sim., che è molto difficile da individuare e da comprendere: ...
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ove /'ove/ [lat. ŭbi] (radd. sint.), lett. - ■ avv. 1. [per indicare stato in luogo o moto a luogo, con valore interrogativo, relativo, ecc., anche seguito da che: la notte era sì buia e sì oscura che [...] . ■ cong. 1. [con valore avversativo: Lagrime triste, e voi tutte le notti M'accompagnate, ov'io vorrei star solo (F. Petrarca)] ≈ laddove, mentre.2. [con valore ipotetico e limitativo, e col verbo al cong.: o. occorresse ...; o. io non riuscissi ...
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dissolvere /di's:ɔlvere/ [dal lat. dissolvĕre] (pass. rem. dissòlsi, dissolvésti, ecc.; part. pass. dissòlto e ant. dissoluto). - ■ v. tr. 1. a. [far passare un corpo dallo stato solido a quello liquido] [...] separarsi. ↔ aggregarsi, riunirsi, unirsi. 2. [andare in disfacimento: Se l'universo pria non si dissolve (F. Petrarca)] ≈ corrompersi, decomporsi, imputridirsi, marcire, putrefarsi. ↔ conservarsi. 3. [andare via, essere allontanato, anche fig.] ≈ e ...
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donde /'donde/ [lat. de ŭnde], lett. - ■ avv. 1. [da quale luogo (in frasi interr. dirette e indirette): d. vieni?] ≈ da dove. 2. a. [con valore causale, per qual motivo: d. tanti piagnistei?] ≈ come mai, [...] : ritornò al punto d. era partito] ≈ da cui. 2. [di cui: perché sì rado Mi date quel dond'io mai non son sazio? (F. Petrarca)] ≈ di cui. 3. [per il quale: in un bosco si ripuose in aguato, d. doveva il Guadastagno passare (G. Boccaccio)] ≈ per cui. ...
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partire¹ [lat. partire o partiri "dividere", der. di pars partis "parte"] (io partisco [poet. io parto], tu partisci, ecc.), ant., lett. - ■ v. tr. 1. [fare in due o più parti: il bel paese Ch'Appennin [...] parte, e 'l mar circonda e l'Alpe (F. Petrarca)] ≈ (ant.) dipartire, dividere, (non com.) scompartire, spartire, suddividere. ↔ accorpare, riunire, unificare, unire. 2. [intervenire per tenere lontani una persona o un gruppo di persone da altre: p. ...
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Poeta e umanista (Arezzo 20 luglio 1304 - Arquà, od. Arquà P., tra il 18 e il 19 luglio 1374). Nato ad Arezzo da Eletta Canigiani e da ser Pietro di ser Parenzo dell'Incisa in Valdarno, che era stato bandito da Firenze nel 1302 per dissidî personali...
Arquà Petrarca Comune della prov. di Padova (12,5 km2 con 1856 ab. nel 2007).
Petrarca vi si trasferì nel 1369 e, salvo brevi interruzioni, vi dimorò fino alla morte e qui fu sepolto (1374); tuttora ben conservata la casa con lo studio del poeta.