peccato
s. m. [lat. peccatum, der. di peccare «peccare»]. – 1. a. In generale, trasgressione di una norma alla quale si attribuisce un’origine divina o comunque non dipendente dagli uomini: il concetto [...] miei p. mortali di lingua inglese (Fogazzaro). 4. Dell’uso com. l’espressione essere (un) p., usata come predicato di un infinito o di una proposizione soggettiva, costituire cosa inopportuna, spiacevole, o comunque tale da recare pregiudizio: dorme ...
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irritabile
irritàbile agg. [dal lat. irritabĭlis]. – 1. Che si irrita, si stizzisce, s’impazientisce facilmente; facile a risentirsi, ombroso: è un uomo i., una donna molto i.; ha un temperamento, un [...] carattere i.; e in funzione di predicato: non essere così i.!; accidenti, quanto sei i.!; riferito talora, in tono iron. o scherz., ai letterati nel loro complesso (in frasi come: l’i. razza dei letterati, o sim.), per ricordo dell’espressione lat. ...
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tautologia
tautologìa s. f. [dal gr. ταὐτολογία, comp. di ταὐτο- «tauto-» e -λογία «-logia»]. – 1. a. Nella logica formale classica, termine usato per qualificare negativamente ogni proposizione la quale, [...] proponendosi di definire qualcosa, non faccia sostanzialmente che ripetere nel predicato ciò che già è detto nel soggetto. Nell’uso non strettamente filosofico, ragionamento, espressione, termine o altro elemento linguistico che sostanzialmente ...
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malannaggia
malannàggia interiez. [comp. di malanno e aggia, forma merid. per abbia, cong. del v. avere]. – Imprecazione che equivale a «abbia il malanno», «sia maledetto» (cfr. il più com. mannaggia): [...] m. la furia! (Manzoni); m. l’anima tua! (Verga); si usa per lo più come predicato di un soggetto che viene sempre posposto (come nei due esempî dati), o assolutamente, come esclamazione. ...
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ogni
ógni (ant. ógne) agg. indef. m. e f. [lat. ŏmnis]. – 1. a. Ciascun elemento particolare di un insieme di cose, di persone, di oggetti: o. studente; o. donna; o. libro; calzature di o. tipo. Precede [...] si trova unito anche, talvolta, con sost. plurali); in qualche rarissimo caso (nella lingua ant.), pur essendo sing., il predicato è concordato a senso al plur.: come desinato ebbero ogni uomo (Boccaccio). Per quanto riguarda il sign., spesso indica ...
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te1
te1 〈té〉 pron. pers. [lat. tē, accus. del pron. pers. tu] (radd. sint.). – Forma forte della declinazione del pron. di 2a pers. sing. (tu), che ha usi analoghi a quelli di me per la 1a pers., e cioè: [...] dopo come o quanto (vorrei fare come te; lei non è abile come te; ne so quanto te), e in funzione di predicato con i verbi essere, sembrare, parere e sim. (da lontano pareva proprio te); con funzione di soggetto, quando è in coordinazione con ...
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stronzo
strónzo s. m. [dal longob. *strunz «sterco»]. – 1. Massa fecale solida di forma cilindrica. 2. (f. -a) Volgare epiteto ingiurioso, la cui connotazione offensiva si è andata via via riducendo [...] ., in tono amichevole: dai, non fare lo s., vieni con noi! Anche in funzione di agg. (come attributo o come predicato): che ragazza stronza!; ma sei proprio stronzo!; quanto siete stronze!; impiegati stronzi così non ne avevo mai conosciuti! (e, con ...
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ottimista
s. m. e f. e agg. [dal fr. optimiste] (pl. m. -i). – Persona dotata di ottimismo, che è portata cioè per natura a considerare, giudicare e prevedere gli avvenimenti nel modo più favorevole: [...] è sempre stato un ottimista. Come agg. e in funzione di predicato, essere o., giudicare con ottimismo una determinata situazione: riguardo al futuro io sono sempre o.; l’esito è ancora incerto ma io sono o., ho fiducia che tutto andrà bene. ...
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buono1
buòno1 (pop. bòno) agg. [lat. bŏnus] (premesso al sostantivo, si tronca in buon davanti a vocale e davanti a consonante seguita da vocale o da l o da r). – 1. Rispondente all’idea del bene morale; [...] in b. compagnia (iron., trovarsi fra persone della stessa risma); roman. ragazza, donna bona, formosa e attraente (più spesso come predicato o in esclamazioni: quant’è bona!); ant. saper buono, riuscir grato. In partic., gradito ai sensi del palato o ...
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maledizione
maledizióne (ant. maladizióne) s. f. [dal lat. maledictio -onis, der. di maledicĕre «dir male»; propr. «maldicenza»]. – 1. a. L’atto e le parole con cui si maledice, con cui cioè s’invoca [...] vera m.!; quindi, in genere, sciagura, condizione disgraziata, sfortuna: essere perseguitato dalla maledizione. b. fig. In funzione di predicato, detto di tutto ciò che costituisce o provoca un grosso danno fisico o morale: i cattivi compagni sono ...
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PREDICATO
Goffredo COPPOLA
Guido CALOGERO
Giacomo DEVOTO
. Col latino praedicatum Boezio tradusse il termine logico di καρτηγούμενον o di κατηγόρημα, messo in uso da Aristotele. Questo significava letteralmente "ciò che viene asserito,...
triadico, predicato
Nella logica matematica, un predicato si dice t. se lega tra loro tre individui o elementi: per es., è t. il predicato «... è figlio di… e di…» e «su una retta r, il punto ... è compreso tra ... e ...».