meno
méno avv. e agg. [lat. mĭnus, neutro (con valore avverbiale) di minor, compar. di parvus «piccolo»]. – 1. avv. a. Funge da comparativo dell’avv. poco; significa quindi più poco, in minor quantità, [...] minoranza; in tale caso (e anche quando specifica un verbo) vi è, espresso o sottinteso, un secondo termine di paragone o una proposizione comparativa: il mio disegno è m. originale del tuo; oggi fa m. caldo di ieri; stanotte ho dormito m. bene del ...
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complementare
agg. [der. di complemento, sull’esempio del fr. complémentaire]. – 1. a. Che serve di complemento, cioè di completamento, di integrazione: disposizioni c. di una legge; corsi c. di lingue [...] , trasformata più tardi in scuola secondaria di avviamento professionale, a sua volta soppressa nel 1965. 2. a. In grammatica, proposizioni c., v. completivo, n. 2. b. In fonologia, distribuzione c., quella di due o più tipi fonici «allofoni» che ...
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periodo
perìodo s. m. [dal lat. periŏdus (nel senso temporale e grammaticale), gr. περίοδος, propr. «circuito, giro», comp. di περι- «peri-» e ὁδός «via»]. – 1. a. In generale, nel linguaggio scient., [...] si parla di numero di periodi al secondo (anziché di numero di cicli al secondo). 4. a. Insieme di proposizioni che costituiscono un’unità indipendente dal punto di vista logico e grammaticale, generalmente composto da una frase principale e da una ...
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completivo
agg. [dal lat. tardo completivus, der. di complere «compiere»]. – 1. letter. raro. Che serve a rendere completo: articolo c. di una legge. 2. In grammatica, proposizione c. (o completiva s. [...] la funzione di soggetto o di complemento diretto o indiretto; lo stesso che proposizione complementare. Le proposizioni oggettive, soggettive o interrogative indirette vengono classificate anche come completive perché rappresentano il completamento ...
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attrazione
attrazióne s. f. [dal lat. attractio -onis, der. di attrahĕre «attrarre»]. – 1. Azione e forza di attrarre, anche in senso fig.: a. tra due corpi; l’a. sessuale; esercitare grande a.; essere, [...] si trova di norma il congiuntivo anziché l’indicativo che sarebbe richiesto dal rapporto logico fra le due proposizioni. c. In statistica, la tendenza a contrarre matrimonio nell’ambito del proprio ambiente etnico, religioso, sociale, culturale, ecc ...
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dio2
dio2 (e Dio, soprattutto nel sign. 1) s. m. [lat. dĕus, pl. dĕi e dī] (pl. dèi, ant. e dial. dii; al sing. l’art. è il, al plur. gli; la d- iniziale ha sempre, dopo vocale, il raddoppiamento sintattico; [...] dubbio esito, o quando le cose si mettono male; e come scongiuro: Dio ne liberi!, Dio ci scampi e liberi! Con proposizioni dubitative, Dio sa ..., lo sa Dio ..., per esprimere incertezza, timore, o come equivalente intensivo di «chissà»: Dio sa se ci ...
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logicismo
s. m. [der. di logica, logico1]. – 1. a. In senso ampio, ogni dottrina che pone la logica a fondamento della filosofia, o le assegna comunque un posto preponderante in questa disciplina. b. [...] logici fondamentali e che tutti i teoremi matematici sono dimostrabili a partire da un numero ristretto di proposizioni logiche fondamentali; tale programma di riduzione della matematica alla logica venne abbandonato per l’insorgere di paradossi ...
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enumerazione
enumerazióne s. f. [dal lat. enumeratio -onis]. – 1. L’atto, il fatto di enumerare; enunciazione ordinata e puntuale di una serie di cose: mi fece una lunga e. dei mali che lo affliggevano; [...] perfecta), la quale estende al tutto ciò che si è provato delle singole parti del tutto, e l’induzione insufficiente (enumeratio imperfecta), che da alcuni particolari offerti dall’esperienza conclude sofisticamente a proposizioni universali. ...
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enunciativo
(o enunziativo) agg. [dal lat. enuntiativus]. – 1. Atto a enunciare, che serve a enunciare: termini enunciativi. In grammatica, proposizioni e. (o assertive), quelle con cui si afferma o [...] enuncia qualche cosa, senza dare alla frase un particolare tono interrogativo, o esclamativo, o volitivo; possono essere di forma positiva (per es., Oggi fa caldo) o negativa (per es., Non ho appetito). ...
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positivismo
poṡitivismo s. m. [dal fr. positivisme, der. di positif «positivo»]. – 1. Complesso orientamento filosofico, sorto in Francia nella prima metà del 19° secolo e poi diffusosi in tutta Europa [...] scienze naturali e formali, rifiutando qualsiasi metafisica e concependo anche l’etica e l’estetica come contesti di proposizioni prive di significato, in cui vengono espresse solo emozioni private e irrazionali; rispetto al positivismo ottocentesco ...
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PROPOSIZIONI
Una proposizione è formata da due o più parole organizzate intorno a un verbo (➔predicato verbale)
Rosa dorme
Nicola guarda la tv
Monica ama le poesie di Jacques Prévert
Dal punto di vista sintattico, le proposizioni possono essere...
In sintassi, le proposizioni subordinate che hanno il predicato di modo ‘indefinito’ (infinito, participio, gerundio), contrapposte alle proposizioni esplicite: ‘camminando di questo passo, non arriveremo mai’ (implicita); ‘se camminiamo di...